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Giornata mondiale della BPCO 2024: l’importanza della spirometria

Il 20 novembre 2024 si celebra la 23^ Giornata Mondiale della BPCO (World COPD Day). Le stime ufficiali parlano di una percentuale di malati pari al 4% della popolazione mondiale e di 3,2 milioni di decessi annuali, il che la rende la terza causa di morte a livello planetario (Momtazmanesh et al., 2023).
Attualmente, più di 36 milioni di europei vivono con la BPCO (Benjafield et al., 2021). In Europa, la prevalenza mediana della BPCO è di 3230/100.000 negli uomini e 2202/100.000 nelle donne, e la mortalità è di 24/100.000 negli uomini e 12/100.000 nelle donne (Marshall et al., 2022). L’Italia non fa eccezione: i numeri ISTAT (Istituto Superiore di Statistica) stimano 3 milioni di malati e 28.000 decessi.
La BPCO è comunque diffusa in tutto il pianeta, in particolare nei Paesi a basse risorse. E le previsioni parlano di numeri in aumento, a causa dell'invecchiamento della popolazione e della continua esposizione a fattori di rischio, in primis il fumo di tabacco.  L'esposizione al fumo di tabacco e a gas tossici inalati sono i principali fattori di rischio per la malattia, anche se recenti ricerche indicano che la BPCO deriva da una combinazione di fattori di rischio genetici e ambientali che si verificano nel corso della vita, a partire dall'utero e fino all'infanzia e all'adolescenza, dato che i polmoni umani crescono e si sviluppano dall’epoca gestazionale alla giovane età adulta.   

La Giornata Mondiale 2024
La Giornata mondiale della BPCO ha come obiettivo la sensibilizzazione sulla patologia, insieme alla presentazione delle novità cliniche e terapeutiche sul tema.
Il tema di quest'anno sottolinea l'importanza della spirometria, cioè della misurazione della funzione polmonare: la spirometria è uno strumento essenziale per la diagnosi di BPCO, ma anche un significativo indicatore della salute generale dell’organismo.
Oggi inquinamento atmosferico e infezioni respiratorie possono ostacolare la crescita dei polmoni e aumentare il rischio di malattie polmonari croniche. E occorre sapere che gran parte della funzionalità polmonare può essere persa prima di sviluppare i sintomi: anche piccole diminuzioni della funzione polmonare sono quindi associate a un aumento del rischio di morte per cause respiratorie e non respiratorie. 

La lotta alla BPCO nel mondo
In tutto il mondo sono in corso iniziative per ridurre l'onere della BPCO, e per promuovere la salute dei polmoni: programmi di disassuefazione dal fumo, lotta all'inquinamento atmosferico interno ed esterno, esame dei fattori di svantaggio infantile.  Oggi non esiste una cura per la patologia, ma le azioni per prevenirla e migliorare la qualità della vita sono state chiaramente identificate: creazione di ambienti di lavoro dove respirare in sicurezza, maggiore ricerca, migliore accesso alle cure e ai farmaci essenziali, screening spirometrici di routine, accesso alla teleassistenza per i pazienti in ambienti remoti.  Fornitori e politici possono inoltre collaborare per migliorare l'accesso alla spirometria e sostenerne l'uso come strumento di prevenzione.

Le peculiarità italiane
Anche in Italia le iniziative si moltiplicano. I dati? Allarmanti. Se nel “Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia” reso noto nel luglio scorso solo 13 Regioni hanno raggiunto la sufficienza nel garantire pienamente ai cittadini i livelli essenziali di assistenza sanitaria (dati relativi al 2022 ma validati a giugno 2024), i numeri della BPCO si fanno notare per essere curiosamente in controtendenza: il parametro “H24C-Mortalità a 30 giorni dal ricovero per Broncopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) riacutizzata” mostra infatti valori percentuali in assoluto migliori per la Valle d’Aosta (5,1%), Regione per altri versi fanalino di coda nel monitoraggio in oggetto. Le altre Regioni? La Campania si dimostra la peggiore (21,42% contro 11,68% della media nazionale), seguita da Sicilia (16,21%), Sardegna (13,96%), Marche (13,91%), Puglia (13,67%) e Friuli-Venezia Giulia (13,27%). Molise (12,35%), Abruzzo (12,23%) e Lazio (12,02%) stanno meglio del Piemonte, assestato a un 13,17%. Quanto alla Calabria, ha un punteggio coincidente con la media nazionale (11,53%), mentre nella classifica delle Regioni migliori relativamente a questo parametro, dopo la Valle d’Aosta si classificano la Provincia Autonoma di Trento (5,41%), seguita da quella di Bolzano (8,18%) e dalla Lombardia (8,35%).

AIPO-ITS/ETS insieme a SIP / IRS ed alla Consulta in campo contro la BPCO
Molto resta dunque da fare, e AIPO-ITS/ITS non si tira indietro. Tanto da aver organizzato, tra ottobre e novembre scorsi, due webinar aperti a tutti sull’argomento, entrambi moderati dal Presidente Claudio Micheletto, Direttore UOC di Pneumologia A.O.U. Integrata – Verona.
Il primo, dedicato a “Telemonitoraggio e AI in BPCO”, ha visto l’intervento di Raffaele Antonelli Incalzi, U.O.C. Geriatria, Servizio di fisiopatologia respiratoria ed endoscopia toracica del policlinico Universitario Campus Bio Medico di Roma; il secondo, a tema “Telemonitoraggio e programmi di self-management in BPCO” ha avuto per protagonista Guido Vagheggini, del Centro clinico di riabilitazione multispecialisticop Auxilium Vitae e Fondazione Volterra Ricerche Onlus – Volterra (PI).
I due webinar sono accessibili gratuitamente, insieme a molti altri contenuti multimediali, cliccando QUI.
E molto resta da fare contro il fumo, “uno dei killer principali”, come lo ha definito il Presidente AIPO-ITS/ETS Claudio Micheletto pochi giorni fa al convegno “I killer del respiro” organizzato dalla Consulta Pneumologica (che riunisce società scientifiche e associazioni pazienti di ambito respiratorio sotto l’egida di AIPO-ITS/ETS e SIP/IRS) per un confronto con Regione Lombardia. Molto si è detto, nel corso dell’incontro, anche sulla BPCO. Ma il dato più allarmante, riportato da Roberto Boffi, Dirigente Medico presso Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Presidente SITAB (Società Italiana di Tabaccologia) riguarda il fatto che il 50% dei malati di BPCO continua a fumare. “Ed è ormai dimostrato che il fumo inattiva i farmaci inalatori, in particolare gli steroidi per la terapia di asma e BPCO – ha detto - Occorre quindi sottoporsi alle cure restando almeno 20 minuti senza fumare prima e dopo la terapia”. Ma soprattutto occorre smettere subito, senza se e senza ma.

 

Alessandra Rozzi
Ufficio Stampa AIPO-ITS/ETS