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LEA: promosse solo 13 Regioni, ma sulla BPCO vince l’ultima in classifica

Solo 13 Regioni hanno raggiunto la sufficienza nel garantire pienamente ai cittadini i livelli essenziali di assistenza sanitaria. Il dato, relativo al 2022 (ma validato a giugno 2024) emerge dal “Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia”, dove il Nuovo Sistema di Garanzia - lo strumento attraverso cui viene misurata la qualità e l'appropriatezza delle cure fornite ai cittadini dal SSN – nonostante sia stato istituto a partire dal 2020 dal DM 12 marzo 2019, è entrato in vigore per la prima volta proprio nel 2022, a causa della pandemia da COVID.
Dalle vaccinazioni alle cure ospedaliere, passando per i tempi di attesa per visite ed esami e molto altro, il Sistema considera 88 indicatori (10 dei quali riguardano monitoraggio e la valutazione dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali, PDTA, riferiti a 6 patologie: BPCO, scompenso cardiaco, diabete, tumore della mammella, tumore del colon, tumore del retto), attribuendo a ciascuno di essi un punteggio da 0 a 100, in cui 60 rappresenta la soglia di sufficienza.
In base ai dati resi noti (a firmare il report è l'Ufficio 6 della ex Direzione generale della programmazione sanitaria-Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale, del Ministero della Salute), “complessivamente, nell’anno 2022 le Regioni Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Puglia e Basilicata registrano un punteggio superiore a 60 (soglia di sufficienza) in tutte le macro-aree. La Regione Valle d’Aosta registra un punteggio inferiore alla soglia in tutte le macro-aree. Sul gradino più alto del podio della qualità, con il punteggio massimo (98,35) c’è la Provincia Autonoma di Trento. Medaglia d’argento l’Emilia-Romagna (93,50), seguita dalla Toscana (92,32). Contemporaneamente, “le Regioni Calabria, Sicilia e Sardegna presentano un punteggio sotto soglia nell’area della prevenzione e nell’area distrettuale” si legge, mentre “la Provincia autonoma di Bolzano, l’Abruzzo ed il Molise presentano un punteggio sotto soglia per l’area della prevenzione” e “per la Regione Campania il punteggio sotto soglia è riferito all’area distrettuale”.
I (tanti) problemi
Gli aspetti più problematici – e cioè i capitoli Prevenzione (su cui influisce anche il tasso di vaccinazioni infantili), screening oncologici e stili di vita - vedono quindi insufficienti Valle d'Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna. Per quanto riguarda invece l’Area distrettuale, che valuta la qualità dell'assistenza sul territorio, risultano al di sotto della soglia minima Valle d'Aosta, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna.
Uno degli aspetti più critici segnalati dal Rapporto riguarda senz’altro le vaccinazioni: a fronte di un tasso di copertura più o meno stabile, infatti, sono solo 5 - Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Emilia-Romagna e Campania - le Regioni che totalizzano il punteggio pieno. E ancora più problematica è la situazione sul fronte degli screening oncologici: solo Provincia Autonoma di Trento, Veneto ed Emilia-Romagna totalizzano infatti il punteggio pieno, mentre ben sette Regioni del Centro e Sud Italia si classificano con punteggi insufficienti.
“Analizzando le singole aree, si evidenzia, nell’area della prevenzione, che gli indicatori relativi alle coperture vaccinali nei bambini non presentano valori ottimali nella maggior parte delle Regioni – si legge nel Rapporto - …L’indicatore relativo alla copertura delle attività di controllo degli alimenti risulta critico in Campania e Valle d’Aosta e in peggioramento rispetto all’anno precedente in diverse Regioni. L’indicatore sintetico sugli stili di vita risulta critico nella parte meridionale dell’Italia, e mediamente in lieve peggioramento rispetto all’anno 2021. Gli indicatori di copertura degli screening oncologici sono essenzialmente stabili, sui valori di copertura già registrati nelle annualità precedenti - mediamente inferiori al 50% - con un’alta variabilità interregionale e situazioni di maggiore criticità in tutte e tre le campagne nelle Regioni del Centro-Sud”.
Passiamo alla cosiddetta “Area distrettuale”. Dove “l’indicatore del tasso di ricoveri prevenibili per complicanze per diabete, BPCO e scompenso cardiaco ha un punteggio positivo in tutte le Regioni, proxy della capacità del sistema sanitario di cogliere in maniera appropriata i bisogni sanitari e della corretta presa in carico dei pazienti cronici” esordisce il report. Ma c’è un però. Perché “l’indicatore ‘Intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso’, che misura la capacità tempestiva di risposta del sistema di emergenza e le performance del 118, registra nel 2022 un generale miglioramento rispetto agli anni precedenti”, anche se “le criticità, in particolare, sono evidenti nel Sud-Italia e nelle Isole”.
Eccoci alle liste d’attesa, in evidente peggioramento: “I tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali, misurati attraverso la quota di prestazioni ambulatoriali garantite entro i tempi previsti dal Piano Nazionale Governo Liste di attesa (PNGLA) 2019-2021 per la classe di priorità B, peggiorano in 11 Regioni” scrive il report. Mentre sul tema caldo dell’antibiotico-resistenza, “l’indicatore relativo al consumo di farmaci antibiotici, selezionati come sentinella di farmaci iper-prescritti nella popolazione, risulta in aumento in tutte le Regioni. I valori più alti nel 2022 si registrano in Campania e Abruzzo”.
Altro punto critico, l’assistenza agli anziani non autosufficienti in strutture residenziali: “Si osserva una tendenza al miglioramento rispetto all’anno 2021 in quasi tutte le Regioni – scrivono gli estensori - Si segnalano, tuttavia, valori dell’indicatore molto diversi tra le Regioni, con un gradiente geografico Nord-Sud e valori critici in particolare in Campania e in Basilicata”. Ancora: “Per quanto riguarda la presa in carico della Rete di cure palliative, l’indicatore sul numero di deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative sul numero totale di deceduti per tumore registra, nel 2022, un generale miglioramento nel valore medio, che era rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni: si evidenzia, tuttavia, che solo 8 Regioni hanno ottenuto punteggi al di sopra della soglia di sufficienza”. Quanto alla macro-area ospedaliera, “nel 2022 si assiste ad un aumento del tasso di ospedalizzazione rispetto al 2021, ma senza raggiungere i livelli pre-pandemici. Da sottolineare che, per questo indicatore, ormai da tempo tutte le Regioni raggiungono il punteggio massimo”.
“Nel 2022 l’indicatore sull’appropriatezza del setting assistenziale, misurato con il rapporto tra i ricoveri attribuiti a DRG ad alto rischio di inappropriatezza e ricoveri attribuiti a DRG non a rischio di inappropriatezza in regime ordinario, appare sostanzialmente stabile, e in tutte le Regioni il punteggio raggiunge la soglia di sufficienza” afferma il report. Questo nonostante uno dei parametri considerati, e cioè “la percentuale di pazienti con più di 65 anni con diagnosi di frattura del collo del femore operati entro 2 giorni in regime ordinario (H13C)”, riguardo al quale si evidenzia “che 10 Regioni registrano un peggioramento rispetto all’anno 2021, e 9 si posizionano al di sotto della soglia dell’indicatore. Le situazioni più critiche risultano in Molise, Calabria e Sardegna”.
Altro giro, altro parametro, con la proporzione di tagli cesarei primari in strutture con meno di mille parti/anno, che “appare in diminuzione rispetto al 2021, mentre nelle strutture con più di mille parti/anno si assiste a un peggioramento, in alcuni casi lieve, in 14 Regioni. Anche in questo caso si segnala il gradiente Nord-Sud nei valori dell’indicatore”.
Sul fronte Prevenzione, “decisamente sotto la soglia attesa risulta la copertura vaccinale anti-papillomavirus (HPV) per le bambine adolescenti, che si attesta su un valore medio nazionale del 38,8%”.
Il divario tra le Regioni
Passando a esaminare la situazione Regione per Regione, ecco la situazione in breve: il Piemonte “supera abbondantemente la soglia di adempienza in tutte e tre le aree di assistenza”, mentre poco lontano, “la Regione Valle d’Aosta registra un valore critico, al di sotto della soglia di adempienza in tutte e tre le aree di assistenza: nell’area della prevenzione il punteggio del 2022 è pari 48,5, nell’area distrettuale è pari a 47,3, nell’area ospedaliera è pari a 55,2 (punteggio più basso registrato tra le Regioni italiane)”; la Lombardia “presenta punteggi abbondantemente sopra la soglia di adempienza in tutte e tre le aree di assistenza”, a differenza della Provincia autonoma di Bolzano, che “presenta un punteggio critico nell’area della prevenzione (54,1), sia pur in aumento rispetto all’anno precedente, e punteggi sopra la soglia di adempienza per l’area distrettuale (77), in miglioramento, e per l’area ospedaliera (75,2)”.
La Provincia autonoma di Trento? “Mostra punteggi al di sopra della soglia di adempienza in tutte e tre le aree di assistenza: l’area della prevenzione raggiunge un punteggio pari a 94,3, in miglioramento rispetto all’anno 2021 (92,6); l’area distrettuale risulta in lieve peggioramento rispetto all’anno 2021 con un punteggio pari a 76,4 (2021: 79,3); il punteggio dell’area ospedaliera è il migliore tra le Regioni italiane e si attesta su un valore pari a 98,3”. Quanto alla Regione Veneto, “raggiunge valori di eccellenza in tutte e tre le aree di assistenza, e in miglioramento: l’area della prevenzione collettiva e sanità pubblica raggiunge un punteggio pari a 94,1; l’area distrettuale raggiunge il punteggio massimo con un valore pari a 96,4; l’area ospedaliera registra un punteggio pari a 91,4 nel 2022, nell’anno 2021 era pari a 84,6”. Al di sopra del punteggio minimo in tutte e tre le aree anche il Friuli-Venezia Giulia, come la L, che migliora in tutte le macro-aree esaminate. E veniamo alle Regioni “top di gamma”: “Nell’anno 2022, la Regione Emilia-Romagna dimostra valori di eccellenza in tutte e tre le aree di assistenza: l’area della prevenzione collettiva e sanità pubblica raggiunge un punteggio pari a 96,1 (migliore punteggio regionale); l’area distrettuale raggiunge il punteggio di 95,6; l’area ospedaliera registra un punteggio pari a 93,5 – si legge - Nell’anno 2022, la Regione Toscana presenta valori molto elevati in tutte e tre le aree di assistenza: l’area della prevenzione collettiva e sanità pubblica raggiunge un punteggio pari a 86,6, in lieve peggioramento rispetto all’anno 2021; l’area distrettuale raggiunge il punteggio di 96,4 (risultato migliore tra le Regioni italiane); l’area ospedaliera registra un punteggio pari a 92,3”. In buona posizione anche l’Umbria, che presenta valori elevati in tutte e tre le aree di assistenza, come le  Marche e il Lazio, mentre “L’Abruzzo peggiora il risultato di un’area assistenziale, ossia l’area della prevenzione, non raggiungendo un punteggio di sufficienza (49,3 mentre nel 2021 il punteggio era pari a 77,7); le aree dell’assistenza distrettuale e ospedaliera registrano punteggi più stabili, di poco superiori alla sufficienza”. Anche per quanto riguarda il Molise, la Regione “risulta insufficiente nell’area della prevenzione (50,7) peggiorando il risultato dell’anno precedente (83), mentre risulta sufficiente nell’area di assistenza distrettuale (61,2) e nell’area dell’assistenza ospedaliera (67,5)”.  
E scendendo a Sud, la situazione – eccezioni a parte - non migliora: la Campania, nell’anno 2022, “presenta 2 aree assistenziali su 3 superiori alla soglia di sufficienza… L’area dell’assistenza distrettuale rimane sotto la soglia di sufficienza (con il punteggio 55,8) nel 2022, come anche nel 2021” si legge.
Meglio la Puglia e la Basilicata, entrambe, “al di sopra della soglia di adempienza in tutte e tre le aree di assistenza”, mentre assai critica è la situazione in Calabria, che “presenta due aree di assistenza, la prevenzione collettiva e la distrettuale, con punteggi molto bassi, pari rispettivamente a 36,6 e 34,9 (i peggiori tra le Regioni italiane)”, mentre “di poco superiore alla sufficienza il punteggio registrato dall’area ospedaliera (63,8)”.In particolare, al netto della situazione vaccinale, si segnalano “i punteggi inferiori alla soglia dell’indicatore composito sugli stili di vita (54) e dell’indicatore “proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato per mammella, cervice uterina e colon-retto”, mentre “nell’area distrettuale, nell’anno 2022 c’è solo un indicatore che supera la soglia di adempienza con un punteggio massimo (tasso di ospedalizzazione standardizzato in età adulta per complicanze per diabete, BPCO e scompenso cardiaco). Ottengono invece punteggi molto bassi gli altri 7 indicatori: intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso (28 minuti); tasso di pazienti trattati in assistenza domiciliare integrata per intensità di cura (CIA 1, CIA 2, CIA 3); percentuale di re-ricoveri tra 8 e 30 giorni in psichiatria; numero deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative; numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale in rapporto alla popolazione residente, per tipologia di trattamento (intensità di cura); percentuale di prestazioni, garantite entro i tempi, della classe di priorità B in rapporto al totale di prestazioni di classe B; consumo di farmaci sentinella/traccianti per 1.000 abitanti - Antibiotici. Gli ultimi due indicatori registrano un peggioramento rispetto all’anno precedente”. E non è finita: “Nell’area ospedaliera risultano fortemente critici gli indicatori: proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza inferiore ai tre giorni (punteggio pari a 45,6); percentuale di pazienti di età 65+ con diagnosi di frattura del collo del femore operati entro 2 giorni in regime ordinario (30); percentuale di parti cesarei (32,6)”. Insomma, se non è un disastro poco ci manca. Eccoci alla Sicilia, con “due aree di assistenza, la prevenzione collettiva e la distrettuale, con punteggi che non raggiungono la soglia di sufficienza, pari rispettivamente a 47,2 e 58” si legge. In compenso in Regione “registra un valore medio-alto il punteggio dell’area ospedaliera, pari a 78,4”. Quanto alla Sardegna, la Regione “presenta due aree di assistenza, la prevenzione collettiva e la distrettuale, con punteggi al di sotto della soglia di sufficienza, pari rispettivamente a 46,5 e 50,5”.
Dati in controtendenza per BPCO riacutizzata
C’è però un dato, tra i tanti, in controtendenza, e ricade proprio in ambito pneumologico: il parametro “H24C-Mortalità a 30 giorni dal ricovero per Broncopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) riacutizzata” mostra infatti valori percentuali (Cfr. colonna all’estrema destra della Tabella a lato - Fonte: flusso SDO; Anagrafe Tributaria-elaborazione Agenas PNE) in assoluto migliori per la Valle d’Aosta, Regione altrimenti assai penalizzata. La Campania, dal canto suo, si dimostra la Regione peggiore (21,42% contro 11,68% della media nazionale), seguita da Sicilia (16,21%), Sardegna (13,96%), Marche (13,91%), Puglia (13,67%) e Friuli-Venezia Giulia (13,27%). Molise (12,35%), Abruzzo (12,23%) e Lazio (12,02%) stanno meglio del Piemonte, assestato a un 13,17%. Quanto alla Calabria, ha un punteggio coincidente con la media nazionale (11,53%), mentre nella classifica delle Regioni migliori relativamente a questo parametro, dopo la Valle d’Aosta si classificano la Provincia Autonoma di Trento (5,41%), seguita da quella di Bolzano (8,18%) e dalla Lombardia (8,35%). Le altre Regioni, nel mezzo.

 

Alessandra Rozzi
Ufficio Stampa AIPO-ITS/ETS