- Pubblicazione il 18 Gennaio 2019
Nel quinto numero di Rassegna troviamo in apertura un Commentario di Mirco Lusuardi relativo all’importanza di individuare interventi mirati ad approfondire e affrontare il serio problema della scarsa aderenza ai trattamenti inalatori nelle malattie respiratorie croniche ostruttive. L’articolo si focalizza soprattutto sui registri farmaceutici, uno strumento poco utilizzato, ma molto informativo e a basso costo che potrebbe essere utile a identificare facilmente i pazienti con asma o BPCO a bassa compliance terapeutica.
Carlo Barbetta e collaboratori per la Serie Cure palliative precoci non oncologiche discutono del trattamento della dispnea nelle patologie respiratorie croniche, un sintomo molto invalidante che porta a riduzione progressiva della tolleranza allo sforzo e della capacità di autogestione della vita quotidiana. Secondo gli Autori è fondamentale conoscere tutte le soluzioni disponibili per trattare la dispnea cronica in maniera integrata; a tale proposito esistono diverse evidenze scientifiche come nel caso della riabilitazione respiratoria o dell’utilizzo della morfina a bassa dose e lento rilascio. Pertanto è fondamentale approfondire il ruolo degli interventi farmacologici e non, al fine di fornire ai pazienti un maggior controllo del sintomo e una qualità di vita migliore.
Per la Serie Malattie respiratorie occupazionali Sofia Taddei e collaboratori parlano di mesotelioma pleurico maligno, un tumore raro il cui fattore di rischio principale è l’esposizione lavorativa o ambientale all’asbesto. Gli Autori ne descrivono gli aspetti epidemiologici, le caratteristiche cliniche e istologiche, e l’iter diagnostico che richiede un’attenta anamnesi personale, familiare e lavorativa e una serie di accertamenti con implicazioni importanti anche dal punto di vista medico-legale. Il trattamento viene stratificato in base allo stadio clinico, alle caratteristiche del paziente e dell’istotipo di malattia e suddiviso per intento curativo o palliativo. Attualmente la strategia curativa più utilizzata è la terapia trimodale, ovvero intervento chirurgico, chemioterapia adiuvante e radioterapia.
In un articolo per la Serie Medicina di genere in Pneumologia Francesco Fanfulla analizza la relazione esistente tra il sesso femminile e le apnee ostruttive nel sonno (OSA). Gli studi epidemiologici degli ultimi anni mostrano in modo uniforme un aumento significativo delle OSA nelle donne e una prevalenza analoga al sesso maschile dopo i 55 anni di età. Tuttavia non esiste ancora un’ipotesi fisiopatologica unificante che permetta di considerare le differenze anatomo-funzionali e ormonali quali fattori determinanti alla base delle diversità tra i due sessi. Una delle ipotesi interessanti è il differente assetto ormonale, anche per via dell’incremento della prevalenza della malattia nelle donne in fase peri- o post-menopausale e il ruolo della terapia sostitutiva nel ritardare la comparsa dell’OSA.
Ufficio Stampa AIPO