- Pubblicazione il 05 Giugno 2018
Nel secondo numero del 2018 troviamo un Commentario di Marco Biolo relativo all’impiego dei corticosteroidi nelle polmoniti severe, tema spesso molto discusso soprattutto per il rischio di indurre immunosoppressione. L’Autore pone l’attenzione sull’uso di tali farmaci nel sottogruppo delle polmoniti severe acquisite supportato da diversi studi clinici e il cui razionale di utilizzo si basa sulla modulazione dell’eccessiva risposta immunitaria nelle fasi acute del processo infiammatorio. Tuttavia l’analisi della letteratura evidenzia risultati non uniformi, oltre ad una mancanza di indicazioni su quando, come e perché usare i corticosteroidi.
Come ogni anno per la rubrica Correva l’anno i Responsabili dei Gruppi di Studio AIPO commentano tre articoli della letteratura internazionale pubblicati nel 2017 e considerati fondamentali per ogni settore di interesse contribuendo a fornire ai lettori della rivista nuovi importanti spunti per il proprio aggiornamento professionale.
Vincenzo Zagà e coll. presentano un Articolo di revisione relativo alla citisina, molecola estratta dalla pianta del maggiociondolo, utilizzata nel trattamento del tabagismo nell’Est Europa da diversi anni. Sono numerosi gli studi che di recente hanno evidenziato come la citisina possa essere un valido aiuto per smettere di fumare, soprattutto nel lungo termine, con un tasso di risposta sovrapponibile a quello dei sostituti nicotinici, del bupropione e della vareniclina. Il buon profilo di sicurezza e di costo/efficacia incoraggiano l’impiego della molecola per la terapia antifumo soprattutto per i paesi in via di sviluppo.
Per la Serie “Cure palliative precoci non oncologiche” troviamo un articolo di Lara Pisani e coll. in cui si discute di trattamenti non farmacologici della dispnea in pazienti terminali e in particolare di ossigenoterapia, ventilazione meccanica non invasiva e altre tecniche, quali l’agopuntura/agopressione, fino al ventaglio. Come evidenziato dagli Autori, il trattamento palliativo della dispnea nella fase finale di malattie acute e croniche ha ricevuto una scarsa attenzione nella pratica clinica e nella letteratura scientifica; infatti analizzando la qualità del fine vita dei pazienti in terapia intensiva si evidenzia che solo una minoranza dei soggetti “respira in modo confortevole” durante gli ultimi giorni di vita.
Ufficio Stampa AIPO