- Pubblicazione il 17 Dicembre 2020
Si parla di Veneto come di un "caso" e lo si fa sempre più spesso anche a livello nazionale, ma in questa seconda ondata della pandemia da coronavirus, il "caso Veneto" è fonte di preoccupazione e non più di ammirazione. Numeri alla mano, i dati dei positivi, dei ricoveri negli ospedali e dei decessi, raccontano di una Regione che oggi attraversa un momento molto complesso. Nessuno può mettere in dubbio l'eccellenza della sanità veneta, ma una delle tesi avanzate ormai da più fronti è che, forse, proprio la capacità elevata di resilienza dei suoi ospedali ha consentito al Veneto di restare in zona gialla e, dunque, avere meno restrizioni, ma al contempo favorendo inevitabilmente la circolazione del virus.
Ad intervenire in diretta tv su La7 alla trasmissione L'aria che tira è stato anche il primario di Pneumologia a Verona Claudio Micheletto: «Dai noi c'è stata un'impennata a partire dalla metà di ottobre, - ha spiegato il dott. Micheletto - ma ancora oggi nei nostri ospedali a Verona vediamo che siamo in crescita pur ormai a due mesi di distanza. Non vediamo la sperata discesa. Solo in azienda ospedaliera a Verona abbiamo avuto 260 pazienti Covid ricoverati, questo per dire che vi è stata una grande risposta in termini di sistema sanitario». Lo stesso primario di Pneumologia dott. Claudio Micheletto ha poi aggiunto: «È chiaro che le misure ad oggi prese non sono servite, serve qualche cosa d'altro».
Il dott. Micheletto ha inoltre risollevato un tema assai importante e, purtroppo, mai veramente preso in considerazione in Italia, vale a dire quello della necessità di proteggere la "popolazione anziana" con grande attenzione: «Io continuo ad avere più della metà dei pazienti che sono over 75 e con più patologie, - ha spiegato il dott. Claudio Micheletto - e quindi è vero che non è stata fatta sufficiente protezione. Probabilmente anche dagli stessi familiari, nel senso che in realtà la maggior parte di questi pazienti non escono di casa, ciò significa che il messaggio che continuiamo a mandare di prestare grande attenzione ai propri parenti, purtroppo credo sia passato solo in minima parte. Oggi noi ci approssimiamo alle feste e ai ritrovi di Natale, - ha aggiunto il dott. Claudio Micheletto - io voglio solo ricordare a tutti che la maggior parte dei nostri pazienti stanno a casa e non vanno fuori, eppure il virus arriva da loro e, quindi, il primo messaggio è proprio per i familiari: abbiate grandissima attenzione nei riguardi dei vostri parenti». Sul tema della possibile terza ondata, il dott. Claudio Micheletto è stato assai chiaro: «Sento parlare di terza ondata, ma per noi qui a Verona non è ancora finita la seconda».“