- Pubblicazione il 22 Settembre 2020
Il 5 ottobre prossimo verrà inaugurato presso l’ospedale di Piacenza un nuovo reparto di terapia intensiva respiratoria (UTIR) che andrà a integrarsi e a rafforzare quello di Pneumologia.
“E’ per noi motivo di orgoglio e un segno di riconoscimento del lavoro fin qui svolto” commenta Cosimo Franco, Primario dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’ospedale di Piacenza. “Prima dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione dell’infezione COVID-19, la Pneumologia non era molto considerata e anche pazienti con insufficienza respiratoria acuta che quindi avevano bisogno di supporto respiratorio venivano destinati ad altri reparti come quello di medicina d’urgenza, medicina interna o medicina sub intensiva. Vi erano dinamiche interne all’ospedale che escludevano la Pneumologia dalla gestione dell’insufficienza respiratoria acuta” spiega Franco.
Con la pandemia gli scenari sono profondamente mutati e l’ospedale di Piacenza è rimasto suo malgrado coinvolto in uno tzunami senza precedenti trovandosi a pochi chilometri dalla prima zona rossa d’Italia.
“Abbiamo vissuto un’esperienza a dir poco drammatica” commenta Cosimo Franco. “Il 22 Febbraio abbiamo avuto il primo paziente con diagnosi di COVID-19. Si trattava di un paziente in gravi condizioni proveniente da Codogno che dista solo 8 km dal nostro ospedale. Il reparto di Pneumologia fu chiuso e medici e infermieri furono costretti alla quarantena. Tre infermiere risultarono positive al virus.”
Intanto, in risposta all’emergenza in corso, la Direzione Sanitaria decise di destinare l’ospedale di Castel San Giovanni alla cura dei pazienti COVID-19. Di creare insomma un ospedale interamente dedicato alla cura dell’infezione separando, quindi, i pazienti COVID da quelli COVID-free.
“Il Direttore Generale ci chiese di trasferire la Pneumologia all’ospedale di Castel San Giovanni” racconta il primario di Pneumologia. “In 36 ore dovevamo aprire la terapia intensiva respiratoria andando a occupare le sale operatorie e realizzando una vera e propria riorganizzazione per intensità di cura dell’intero ospedale. I numeri della pandemia ci hanno però colti impreparati e, nonostante l’impegno profuso senza riserve, la realtà ha superato anche gli scenari più catastrofici. Anche noi medici ci siamo ammalati. Io stesso mi sono ammalato e sono stato ricoverato.”
La Direzione Generale dell’ospedale ha apprezzato oltre misura la qualità del lavoro svolto dalla Pneumologia non solo in ambito puramente respiratorio ma anche in quello legato alla rianimazione dei pazienti.
“Quando si è trattato di rivedere l’organizzazione dei reparti il Direttore Generale ha riconosciuto il lavoro svolto dalla Pneumologia assegnando nuovi posti letto e creando l’Unità di Terapia Intensiva Respiratoria la cosiddetta UTIR” racconta Cosimo Franco. “Potremo lavorare in un reparto nuovo dotato di 17 posti letto. Da questi, in sole tre ore potremo ricavare 14 posti letto di terapia intensiva. E’ stato anche garantito un adeguamento dell’organico con aumento di medici e del personale infermieristico. Il 5 ottobre saremo operativi in un nuovo reparto creato per rispondere ai bisogni di cura dei cittadini con lo scopo di impedire loro di finire in terapia intensiva. Ogni letto avrà un ventilatore e un sistema di monitoraggio, la strumentazione che ci consentirà di seguire anche i pazienti più gravi. Possiamo dire che siamo preparati ad affrontare la tanto temuta seconda ondata.”
“Come pneumologi che lavorano in Emilia Romagna non ci siamo mai sentiti soli” commenta Cosimo Franco. “La Pneumologia della Regione ha fatto squadra e ha dato prova di grande efficienza. Voglio ringraziare tutti gli pneumologi della Regione. Fra colleghi c’è stato un contatto continuo. Siamo stati supportati sia professionalmente che moralmente. La Pneumologia dell’Emilia Romagna ha saputo lavorare bene, restando unita e compatta ad affrontare un nemico invisibile” ha concluso Cosimo Franco.
Ufficio Stampa AIPO-ITS