- Pubblicazione il 25 Maggio 2020
Nei giorni scorsi si è tenuto il webinar dal titolo “COVID fase 2. Monitoraggio e percorsi riabilitativi a distanza” organizzato da AIPO-ITS e tenuto dal dott. Michele Vitacca degli Istituti Maugeri di Lumezzane.
Nel corso del webinar è emerso come l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus SARS-CoV-2 abbia dato spazio a modelli di telemedicina già noti ma rivisti in una nuova ottica.
Il dott. Vitacca ha infatti mostrato, con estrema chiarezza e completezza di informazioni, progetti virtuosi di riabilitazione respiratoria, realizzata a distanza, forieri di soddisfazioni per il paziente e per il medico curante. Lo tzunami COVID ha travolto con violenza la nostra vita. La medicina e l’assistenza a distanza saranno una nuova sfida perché rappresentano un valido aiuto nella gestione clinica multidisciplinare, nell’accesso ai programmi di riabilitazione, nel facilitare l’abbattimento delle liste d’attesa. Questo tipo di approccio garantisce evidenti vantaggi. Consente infatti sessioni individuali o anche in gruppo, permette di curare un maggior numero di persone e soprattutto di raggiungere quelle che vivono in zone isolate con garanzia di sicurezza per gli operatori sanitari. Il dottor Vitacca ha però sottolineato come la medicina a distanza non potrà mai sostituire l’approccio face to face, potrà solo integrarlo e dovrà essere rimborsata e meglio regolamentata.
Il webinar si è aperto con un excursus su quello che sappiamo e che abbiamo approfondito negli ultimi mesi sulla sanità digitale. La sanità digitale è la convergenza di una serie di rivoluzioni sulla salute, sul modo di vivere e di comportarci fra sanitari e cittadini e rappresenta un tentativo di migliorare le condizioni di salute del paziente, andando a ridurre le inefficienze del sistema sanitario, a migliorare l’accesso ai percorsi di cura cercando di ridurre i costi e, nel contempo, a migliorare la qualità delle prestazioni.
Quanto la telemedicina può essere utile al tempo del COVID?
Può innanzitutto ridurre i livelli di ansia, stress nei pazienti e negli operatori sanitari, può facilitare la diffusione e la condivisione delle informazioni sul COVID e fornire strumenti in grado di tenere monitorata la sintomatologia dei pazienti.
Questi strumenti infatti ci possono essere d’aiuto nel monitorare una serie di parametri che in tempo di COVID sono indispensabili per una corretta diagnosi. Basti pensare temperatura, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e modalità di respirazione, tosse, analisi orofaringea svolta avvicinando la telecamera, modalità di respirazione, presenza o meno di linfo adenopatie.
Tra i vantaggi, la rapidità di informazione, la rapidità di triage, la possibilità di supplire a visite dirette, la possibilità di ridurre il contatto paziente-medico con conseguente riduzione del rischio di contagio.
Alcuni pazienti che hanno contratto il COVID hanno riportato danni legati alla disabilità motoria e/o respiratoria con necessità di percorsi molto strutturati, una vera e propria tele riabilitazione.
In era di COVID si sono sviluppati consulti in remoto di tipo specialistico, in particolare, pneumologi che hanno prontamente risposto ai pazienti che erano stati dimessi oppure pazienti COVID free ma molto preoccupati perché tagliati fuori dai percorsi di cura che seguivano prima dell’emergenza sanitaria.
Il dottor Vitacca ha riportato una significativa esperienza maturata presso l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) di Lodi dove è stato messo in piedi un ambulatorio dedicato al COVID presso il quale è stato sviluppato un software per il triage. Oltre agli esami di routine, veniva somministrato al paziente un questionario che andava a indagare i sintomi tipici del COVID e, a seconda dei colori ottenuti, i medici riuscivano a distinguere i pazienti che dovevano essere ricoverati da quelli che potevano tornare a casa.
Nel corso del webinar viene poi riportata un’esperienza virtuosa di video coaching realizzata in ospedale. Pazienti, in fase post acuzie ma ancora positivi al tampone, hanno seguito percorsi riabilitativi al video stando nella loro stanza di ospedale. Si è trattato di un’esperienza che ha dato grandi soddisfazioni sia ai pazienti sia ai sanitari.
Il dottor Vitacca ha poi ricordato l’esperienza di Tele Nursing o anche Tele Covid infermieristica nell’ambito della quale è stato proposto ad alcuni pazienti COVID, dimessi, di essere seguiti per 30 giorni da un’infermiera di riferimento. Durante questo periodo hanno avuto la possibilità del consulto pneumologico e di mettersi in contatto anche tramite il medico di medicina generale, con l’ospedale. Questo approccio consente di valutare e ottimizzare le cure nella fase post COVID. In questo percorso di assistenza, durato 30 giorni, venivano attivati 12 contatti telefonici. Sono stati arruolati 90 pazienti ed è stato somministrato loro un questionario, la cosiddetta COVID card, in cui vengono fatte domande e date le consegne di tipo infermieristico dal punto di vista assistenziale, della diagnosi infermieristica, dell’intervento infermieristico e della pianificazione delle attività paziente per paziente.
Esistono poi tantissime applicazioni che possono essere scaricate sugli smartphone che consentono di realizzare dei veri e propri programmi di coaching, finalizzati a orientare il paziente all’esecuzione dell’esercizio, a dare le corrette informazioni sugli stili di vita e sulle patologie che lo affliggono. Alcune di queste consentono inoltre di raccogliere feedback dal paziente stesso.
In sintesi, le opportunità offerte dalla telemedicina nell’ambito della riabilitazione respiratoria sono molteplici e significative. Sta a noi saperle cogliere e valorizzarle al meglio soprattutto in un momento come quello attuale.
Ufficio stampa AIPO-ITS