- Pubblicazione il 09 Aprile 2020
E’ l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a dare l’ok per l’avvio di uno studio clinico volto a valutare l’efficacia di un nuovo protocollo terapeutico che prevede l’impiego della colchicina, farmaco utilizzato nella gestione di attacchi gottosi e pseudogottosi e di altre patologie auto-infiammatorie, nel trattamento di pazienti affetti da infezione da COVID-19.
L’intuizione è nata fra le corsie del reparto di Reumatologia del Dipartimento di Medicina dell’Università degli Studi di Perugia. Lo studio partirà nei prossimi giorni sotto l’egida dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO-ITS), della Società Italiana di Reumatologia (SIR), della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e sarà coordinato dal gruppo della Reumatologia di Perugia, coadiuvati nella gestione tecnica dal Centro Studi della Sir e da AIPO Ricerche che opererà come Contract Research Organization (CRO).
Lo studio clinico, di fase 2, multicentrico e randomizzato, prevede l’arruolamento di pazienti affetti da polmonite da COVID-19 con deficit di saturazione dell’ossigeno e che richiedono assistenza in regime di ricovero. I promotori dello studio intendono valutare l’efficacia della colchicina, somministrata però in una fase precoce della malattia, partendo dalle sue proprietà antivirali e antinfiammatorie, nel ridurre il tasso di peggioramento clinico inteso come necessità di ventilazione meccanica, ricovero in terapia intensiva e mortalità.
In particolare, l’attenzione dei ricercatori si concentrerà sulla valutazione dell’efficacia del farmaco nella prevenzione dei gravi danni organici, in particolare polmonari, provocati dalla cascata di citochine ad azione pro-infiammatoria, che causano il ricovero in terapia intensiva e l’alta letalità dell’infezione.
Nei prossimi giorni verrà aperta la piattaforma per la raccolta dei dati ottenuti dai centri che parteciperanno allo studio. Essendo il quadro epidemiologico e clinico della malattia in continua evoluzione ed estremamente variabile, è evidente che il protocollo sperimentale potrà subire modifiche, integrazioni e/o variazioni.
L’augurio è che i risultati di questo studio possano fornire dati importanti circa l’efficacia di questo trattamento sperimentale nonché supportare e orientare i medici nei processi decisionali insiti nella gestione di questa terribile e devastante infezione.
Per maggiori informazioni contattare
AIPO RICERCHE
Contract Research Organization (CRO)
Claudia Diana
Cell: 346 8561506