- Pubblicazione il 19 Giugno 2018
Pubblicati i risultati dell'indagine conoscitiva promossa da AIPO e AAIITO sull'utilizzo dei Biomarcatori all'interno degli ambulatori di Asma Grave.
La Survey, inserita tra le numerose attività di sensibilizzazione promosse da AIPO e AAIITO, è stata condivisa tra i Centri Nazionali aderenti al Registro Asma Grave allo scopo di verificare le abitudini degli Allergologi e dei Pneumologi Italiani nella gestione ambulatoriale quotidiana sull’utilità dei biomarcatori per la diagnosi ed il monitoraggio dell’asma severo.
I risultati di questa indagine, che ha visto l'adesione totale degli esperti coinvolti, ha confermato l’importanza dei biomarcatori per poter attuare una medicina di precisione nell’asma grave. La quasi totalità dei centri (87,85%) usa infatti dei biomarcatori nella pratica clinica quotidiana, ma soprattutto li ritengono utili nella diagnosi di asma bronchiale severa (99,07%).
Eosinofili ematici (97,78%), dosaggio IgE totali (85,56%) ed ossido nitrico esalato (72,22%) sono i tre biomarcatori più usati nella diagnosi ma anche nella gestione dell’asma grave.
Le IgE elevate definiscono il fenotipo, nell’opinione dei partecipanti, che potrebbe essere idoneo ad un trattamento con Omalizumab, che ha indicazione nell’asma atopico non controllato, con positività ad allergeni perenni.
Una conta cellulare > 300 cellule/ml identifica invece il fenotipo idoneo per un trattamento con un anticorpo monoclonale in grado di ridurre l’attività dell’interleuchina-5 e, di conseguenza, della flogosi Th2. In particolare tale soglia è identificata per Mepolizumab.
Per i Pazienti che potrebbero trarre beneficio dalla termoplastica, nell’opinione dei partecipanti a questa survey, non vi è un profilo preciso, o meglio si caratterizzano per bassi valori di eosinofili e di IgE.
Il dosaggio della periostina e dell’interleuchina-5 in particolare sono considerati biomarcatori potenzialmente interessanti.
Gli ambulatori gestiscono una media di 35 Pazienti affetti da asma grave e la maggioranza sono autorizzati all’uso di anticorpi monoclonali (84,5%).
L’argomento suscita grande interesse in prospettiva, visto che la maggior parte di coloro che gestiscono gli ambulatori dell’asma grave si attendono in futuro ulteriori biomarcatori che possano essere utili per la diagnosi, per la fenotipizzazione e per il monitoraggio.