- Pubblicazione il 24 Ottobre 2014
Il 15 Ottobre è stato un giorno importante per la lotta alle malattie respiratorie croniche. Infatti, delegati di Società Scientifiche italiane ed europee e rappresentanti delle Associazioni di Pazienti insieme ai responsabili di Gruppi di Lavoro del Ministero della Salute che si occupano di patologie respiratorie si sono riuniti in attorno al tavolo organizzato da GARD Italia (GARD-I).
Dopo una serie di incontri preliminari, fra il 2004 e il 2005, la Global Alliance against Chronic Respiratory Diseases (GARD) viene presentata per la prima volta ufficialmente a Pechino nel 2006. GARD-I vede la luce in Italia nel 2009 per volontà dell’allora Direttore Generale del Ministero della Salute Fabrizio Oleari. L’obiettivo dell’alleanza è quello di disegnare una strategia globale per la prevenzione, il controllo e la sorveglianza delle malattie respiratorie.
Il 15 Ottobre, presso la sede del Ministero della Salute, a Roma, si è svolto il primo Workshop europeo organizzato dalla componente italiana dell’alleanza GARD.
L’iniziativa va a collocarsi fra quelle pianificate nell’ambito del semestre europeo a guida italiana ed è stata moderata da Giselda Scalera, Dirigente della prevenzione,
Dipartimento della sanità pubblica e dell’innovazione presso il Ministero della Salute e Giovanni Viegi, Direttore dell’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche di Palermo.
La decisione di organizzare un evento di tale portata è stata presa per dare un seguito al Meeting of Chief Medical, Nursing and Dental Officers svoltosi presso il Ministero della Salute il 6 e 7 Ottobre scorsi nel quale, come rappresentante della comunità pneumologica italiana Giovanni Viegi, ha tenuto un intervento dal titolo:”Burden of Respiratory Diseases in Europe”, Grete Christen della European Federation of Nurses (EFN) ha presentato il contributo del personale infermieristico nella gestione delle patologie respiratorie e Paola Pisanti Direttore Generale della Programmazione del Ministero della Salute ha delineato le politiche italiane di intervento nella cura delle malattie non comunicabili, ovvero le patologie cardiovascolari, i tumori, il diabete e le patologie dell’apparato respiratorio, con un particolare focus su queste ultime.
“Le malattie respiratorie croniche sono state descritte dalla presidenza italiana come una priorità per la sanità pubblica europea e inserite nel documento finale che la presidenza italiana presenterà a dicembre al termine del mandato” commenta Giovanni Viegi. “Il fatto che le malattie respiratorie abbiano assunto un ruolo prioritario agli occhi dei decisori politici è un grande risultato per la comunità dei pazienti e degli operatori pneumologici. Le malattie respiratorie croniche sono ancora sotto-diagnosticate e necessitano di uno sforzo integrato tra gli operatori sanitari territoriali ed ospedalieri per la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura e la riabilitazione” conclude Giovanni Viegi.
Numerosi sono stati gli interventi di elevato spessore che hanno animato il workshop del 15 ottobre. Fra questi quello di Pasqualino Rossi, Dirigente medico presso la Direzione Generale per i Rapporti con l'UE e per i Rapporti Internazionali del Ministero della Salute che ha illustrato il progetto “Mattone Internazionale”, attività pianificata nell’ambito dell’European Innovation Partnership on Active and Healthy Ageing. Il progetto nasce per rispondere all'esigenza condivisa di portare la sanità delle Regioni in Europa e l'Europa nei Sistemi Sanitari delle Regioni italiane, nel quadro di una collaborazione sinergica con il Sistema Paese. Sotto la regia del Ministero della Salute, la Regione del Veneto ne è coordinatore affiancata dalla Regione Toscana.
L’intervento di Francesco Cicogna, Dirigente medico presso la Direzione Generale per i Rapporti Europei e Internazionali del Ministero della Salute, ha messo in evidenza le attività ministeriali italiane nell’ambito del Global Action Plan for the Prevention and the Control of NCD (non communicable disease) per il periodo temporale compreso fra il 2013 e il 2020. Il piano presentato prevede una serie di azioni condivise che dovranno essere implementate dagli stati membri nel periodo di tempo sopra indicato al fine di ottenere alcuni obiettivi ben definiti. Fra questi vi è la riduzione del 25% della mortalità legata alle patologie non comunicabili entro il 2025.
Samantha Walker ha illustrato ciò che è stato attuato in UK nell’ambito dell’European Innovation Partnership for Asthma con un particolare focus su quelle che sono le attività educazionali e formative messe in atto nel Regno Unito. Attività possibili anche grazie alla forte sinergia fra la classe medica e le fondazioni no profit che in quei paesi operano nell’ambito delle patologie respiratorie croniche.
“GARD Italia è uno dei membri più importanti dell’alleanza” ha commentato Jean Bousquet del Dipartimento di Pneumologia dell’Università di Montpellier, per 8 anni presidente di GARD Internazionale, “Attualmente sono a capo di un gruppo di lavoro all’interno dell’European Innovation Partnership on Active and Healthy Ageing che si occupa principalmente di patologie croniche e, fra queste, di malattie respiratorie. Il mio intervento durante il workshop è stato finalizzato alla presentazione di un modello integrato di cura chiamato AIRWAYS ICPs (Integrated care pathways) che prevede la raccolta dati di good practices sviluppate all’interno di ciascun paese e la diffusione di queste informazioni in maniera tale da sviluppare una strategia integrata” spiega l’esperto.
“In Italia, ad esempio, il Ministero della Salute ha dato vita a un repository dei siti di riferimento per tutte le attività che riguardano l’invecchiamento attivo e in salute. La prevenzione è un altro punto molto importante. Aiutare l’Europa a creare un modello di prevenzione condiviso al fine di controllare fattori di rischio quali il fumo di sigaretta, l’inquinamento ambientale e domestico, è indubbiamente un obiettivo importante dell’alleanza” conclude Jean Bousquet.
“Il meeting del 15 Ottobre al Ministero della Salute, è stato di indubbio interesse, con un confronto di medici e di rappresentanti di pazienti nel contesto delle patologie dell'apparato respiratorio” commenta Gennaro D’Amato, Responsabile del gruppo di lavoro GARD “Ambiente, clima e salute respiratoria” del Ministero della Salute.
“Si è cercato di implementare gli aspetti educazionali e formativi per aumentare la conoscenza della problematica sanitaria e sociale connessa con le patologie croniche dell'apparato respiratorio, in particolare quelle che vengono definite "ostruttive" (l'asma bronchiale, le broncopneumopatie croniche ostruttive e l'enfisema polmonare), in quanto ostruiscono, in vario modo e con varia entità, il flusso aereo all'interno dei bronchi, inducendo la comparsa di sintomi come tosse e affanno. Ovviamente la lotta a queste patologie va di pari passo con la lotta al fumo, che costituisce la principale causa di insorgenza e/o di aggravamento di queste patologie e con la lotta all'inquinamento atmosferico delle città con intenso traffico veicolare. Inoltre, nonostante le strategie per contenere inquinamento e cambiamenti climatici siano indubbiamente di natura politica, i cittadini, la classe medica e le società scientifiche devono partecipare attivamente ai processi decisionali in maniera tale da dare il loro contributo a livello nazionale e internazionale” conclude D’AMATO.
“La riunione è stata importante non solo per conoscersi ma soprattutto per condividere esperienze. Quello che è emerso in maniera evidente è una problematica comune: la sostenibilità economica dei sistemi sanitari pubblici” commenta Franco Falcone, Responsabile del Dipartimento per i rapporti istituzionali e le politiche sanitarie in pneumologia dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO).
“E’ necessario identificare le priorità di costo critico e, fra queste, rientrano sicuramente malattie respiratorie quali la BPCO e l’insufficienza respiratoria, condizioni da poco inserite fra le cronicità individuate dal tavolo di lavoro di recente creato dal Ministero della Salute. Si tratta di condizioni che richiedono assistenza e organizzazione e che sono pertanto fonti di spesa importante. Migliorare la gestione di queste patologie significa migliorare l’efficienza delle risorse investite” continua Franco Falcone.
“La difficoltà di mantenere elevati livelli di welfare nati come modello europeo di qualità è una esperienza condivisa fra gli stati membri dell’Unione. La cronicità rappresenta un problema che va affrontato razionalizzando i metodi di diagnosi e di cura, razionalizzando gli interventi riabilitativi e gli interventi sulla persona. Un fronte molto importante sul quale lavorare è rappresentato dalla prevenzione. I fattori di rischio che possono causare malattie respiratorie croniche sono ampiamente noti e su questi dobbiamo intervenire. Il diritto alla salute va garantito sempre più attraverso meccanismi preventivi. Da questo punto di vista il ruolo del medico di medico di famiglia diventa centrale. Quest’ultimo sarà chiamato a orientare il proprio lavoro non tanto verso i pazienti che vede in ambulatorio, mossi da un bisogno occasionale o già noto come cronico, quanto su quelli che sono esposti a potenziali fattori di rischio o che presentano sintomi sottovalutati ma che possono rappresentare dei campanelli d’allarme. Il medico di famiglia dovrà quindi affidarsi sempre più a strumenti di diagnosi precoce, quali la spirometria nel caso delle patologie respiratorie. Gli specialisti, dal canto loro, dovranno avvicinarsi sempre più a una nuova organizzazione centrata sul territorio. L’ospedale deve divenire il luogo dove vengono affrontate le condizioni acute e gravi ma, una volta superata la crisi, la condizione deve essere trattata nel territorio. La vita del paziente è nel territorio e lì va mantenuta, non solo perché costa meno da un punto di vista meramente economico ma perché è il paziente a beneficiare di questo tipo di approccio da un punto di vista sociale e psicologico” conclude Franco Falcone.
Ufficio Stampa AIPO