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Fumo di terza mano: il commento di Antonella Serafini su Corriere Salute Online

Le microparticelle contenute nel fumo di sigaretta che, giorno dopo giorno, si depositano sugli abiti, sulle superfici domestiche e nella polvere di casa sono pericolosi cancerogeni. I danni sulla salute, soprattutto a lungo termine, sono assai gravi anche se l’assorbimento delle particelle non avviene per ingestione ma per via cutanea. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Environment International che, per la prima volta, dimostra il potere cancerogeno della polvere che si trova sulla superficie dei mobili anche in ambienti in cui non si è fumato. È il cosiddetto “fumo di terza mano”. Hanno partecipato alla ricerca studiosi che lavorano presso i Wolfson Atmospheric Chemistry Laboratories di York (Gran Bretagna), il National Centre for Atmospheric Science inglese e i gruppi di ricerca del Chromatography and Environmental Applications dell’Università Rovira i Virgili, in Spagna.

Il confronto tra le polveri domestiche

Gli autori hanno raccolto campioni di polvere prelevata dalle case di fumatori e di non fumatori. Attraverso la valutazione della composizione della polvere domestica hanno valutato il potere cancerogeno dei campioni. In particolare, l’attenzione dei ricercatori si è concentrata sulla presenza delle sostanze cancerogene specifiche del tabacco chiamate N-nitrosammine e nitrosammine (TSNAs). Tali sostanze si formano tramite alcune reazioni che avvengono a partire dalla nicotina e da composti ad essa correlati. Si formano per esempio quando la nicotina in fase gassosa reagisce con acido nitroso e antiossidanti atmosferici classificati come fortemente cancerogeni per l’uomo. Stimando il rischio di cancro in base all’esposizione ai livelli di TSNAs presenti nei campioni, i ricercatori hanno scoperto che nei bambini di età compresa fra 1 e 6 anni, il livello massimo di rischio raccomandato dalla US Environmental Protection Agency (EPA) veniva superato nel 77% delle abitazioni di fumatori e nel 64% delle abitazioni di non fumatori. In altre parole, i campioni di polvere prelevati contenevano livelli preoccupanti di TSNAs anche nelle abitazioni dei non fumatori. «I rischi di esposizione al tabacco non terminano di certo quando viene spenta una sigaretta. Inoltre il rischio non deve essere trascurato, ma anzi la sua conoscenza deve essere diffusa attraverso programmi educativi e pubblici» ha commentato Jacqueline Hamilton che ha condotto la ricerca.

N-nitrosammine sotto accusa

«Che le N-nitrosammine specifiche del tabacco fossero presenti nel fumo di terza mano era cosa nota - ha dichiarato Noelia Ramirez, ricercatrice che lavora presso i York’s Wolfson Atmospheric Chemistry Laboratories -. La novità di questo lavoro consiste nell’aver dimostrato, per la prima volta, che questa sostanze si trovano nelle polveri raccolte nelle case di fumatori e di non fumatori. Le N-nitrosammine specifiche del tabacco permangono nell’ambiente in cui si è fumato per molto tempo e vengono successivamente trasportate in ambienti abitati da non fumatori» conclude l’esperto. «Lo studio costituisce un’ulteriore conferma all’importanza che il fumo di terza mano riveste per la salute nel campo del problema tabagismo, considerando che è già definito il ruolo negativo dell’esposizione passiva alla cosiddetta terza mano di fumo a partire addirittura dall’esposizione fetale durante la vita intra-uterina - commenta Antonella Serafini, responsabile del Gruppo di Studio “Educazione, Prevenzione ed Epidemiologia” dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) -. È pertanto fondamentale impegnarsi attivamente al fine di promuovere non solo programmi di prevenzione primaria nelle scuole, in particolare tra gli adolescenti, ma anche di prevenzione secondaria tra i pazienti tabagisti adulti» conclude la pneumologa.

 

Fonte: http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/14_luglio_28/fumo-terza-mano-chi-aspira-puo-rischiare-davvero-cancro-adc4c268-1634-11e4-a64f-72b5237763b1.shtml