- Pubblicazione il 02 Luglio 2014
Amplificare la risposta immunologica dell'organismo alla malattia colpendo i cosidetti check point immunologici. Questa la nuova strategia terapeutica per la cura del cancro al polmone che prende il nome di immunoterapia. Se ne è parlato durante la IV Conferenza Internazionale di Oncologia Toracica (AIOT) che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma.
"Il tumore al polmone - ha detto Cesare Gridelli, presidente Aiot - fa registrare ogni anno in Italia 38.000 nuove diagnosi causando il 2,4% della mortalita' per malattie. Nonostante l'altissima incidenza, molti passi in avanti sono stati fatti dal punto di vista terapeutico e oggi il tumore puo' essere sconfitto nel 20 per cento dei casi grazie all'innovazione apportata dai nuovi farmaci. Oggi questa neoplasia non viene considerata soltanto dal punto di vista istologico, ma anche da quello genetico e molecolare. Trattamenti personalizzati e nuove terapie a bersaglio molecolare sono le armi con cui si cerca di sconfiggere la malattia"
La ricerca ha individuato precisi bersagli molecolari: PD-1 e PDL-1. Si tratta di strutture molecolari che ingannano la risposta immunitaria dell'organismo alla malattia consentendo alle cellule tumorali di sopravvivere e di moltiplicarsi. Bloccare questo meccanismo significa permettere all'organismo di attivare una risposta immunologica adeguata.
L’interesse della comunità scientifica si è pertanto concentrato su due classi di farmaci: gli inibitori PD-1 e PDL-1 che, in fase sperimentale, hanno portato al 70% di regressione tumorale in pazienti che esprimono i bersagli recettoriali di tali farmaci.
Ufficio Stampa AIPO