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Vaccinarsi è vita: presentato a Milano il Documento nazionale AIPO-ITS/ETS, SIMIT, SIP/IRS, SItI

È stato presentato oggi in conferenza stampa a Milano il Documento nazionale Strategie di vaccinazione nelle malattie respiratorie. Raccomandazioni di AIPO-ITS/ETS, SIMIT, SIP/IRS e SItI, pubblicato nei giorni scorsi da Respiration. Al tavolo dei relatori, in rappresentanza delle quattro Società scientifiche coinvolte, il Presidente AIPO-ITS/ETS Claudio Micheletto, il Presidente SIMIT Roberto Parrella, il Delegato SIP/IRS Fabrizio Luppi e il Segretario Generale SItI Luigi Vezzosi. A moderare l’incontro, il Direttore UO Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe Multimedica IRCCS di Milano, Sergio Harari.

Il Documento, come ha illustrato in apertura di lavori Harari “è frutto dell’impegno e della collaborazione di quattro Società scientifiche sul fronte della prevenzione, e nasce dall’esigenza di combattere i pregiudizi nei confronti delle vaccinazioni, molti dei quali di recente insorgenza: qui abbiamo cercato di smontarli, valutando le categorie maggiormente a rischio di effetti collaterali a fronte di un evento infettivo. Non dimentichiamo che in Italia ci sono tre milioni di pazienti BPCO, con un impatto forte non solo sulla mortalità, ma anche sulle ospedalizzazioni, e quindi sulla sanità pubblica”.

“Dopo il COVID l’argomento vaccinazioni è entrato in un’area grigia, per questo abbiamo voluto mettere dei paletti chiari e fermi – ha infatti spiegato Micheletto – Anche la collaborazione tra diverse Società scientifiche nasce dall’esigenza di una visione globale sull’argomento. La prima lezione che il COVID ci ha insegnato, infatti, è quanto i pazienti respiratori, nel corso di episodi infettivi, siano a rischio di riacutizzazioni, ospedalizzazioni e morte. Proprio quest’anno, a fronte del picco di infezioni virali, abbiamo avuto difficoltà nei ricoveri, pronto soccorso intasati, e anche risultati negativi su pazienti già a rischio. Prevenire il prevenibile è fondamentale, i vaccini sono sicuri (per ognuno di quelli presi in esame il Documento esamina i possibili effetti collaterali) e il mondo della Pneumologia, negli ultimi anni, ha fatto passi da gigante in termini di prevenzione. Non dimentichiamo – ha aggiunto il Presidente AIPO-ITS/ETS – che la BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) è la terza causa di morte nel mondo; BPCO e asma insieme interessano il 15% della popolazione globale, considerando anche fibrosi, bronchiettasie e oncologici arriviamo al 20%”.

Giocato sulla necessità di una prevenzione possibile, “e quindi doverosa anche da un punto di vista etico” l’intervento di Parrella: “Oggi ci troviamo a difendere l’importanza delle vaccinazioni perché il COVID ha creato delle resistenze. Non dimentichiamo, però, che la peste bovina e il vaiolo sono stati debellati dai vaccini, e che in Texas assistiamo a diversi episodi di mortalità infantile in bambini non vaccinati”. Secondo il Presidente SIMIT, però, l’importanza delle vaccinazioni è più generale: “Occorre tener presente che la popolazione invecchia, e affronta necessariamente patologie respiratorie: la vaccinazione deve far parte di un percorso di anticipo delle patologie attraverso la prevenzione. È una scommessa sul futuro, e anche se siamo lontani dai target previsti dall’Agenda 2030 dell’OMS, le vaccinazioni oggi risentono di una barriera di scetticismo che tuttavia non considera completamente i rischi connessi alle patologie”.

A nome di SIP/IRS, Luppi ha quindi citato “l’eccesso di polmoniti da virus influenzale in over 65 non vaccinati, anche se privi di comorbidità, nella stagione in corso, a fronte di un virus quest’anno particolarmente virulento”, sottolineando come le vaccinazioni abbiano ormai raggiunto un livello di sicurezza dimostrato da moltissimi studi, e come oltre alle capacità preventive la medicina abbia migliorato anche le sue facoltà diagnostiche e terapeutiche: “Basti pensare al tampone naso-faringeo tanto comune durante il COVID, che oggi è utilizzato per diagnosticare il VRS (Virus Respiratorio Sinciziale) o l’influenza: per alcuni virus, infatti, esistono terapie antivirali mirate che, iniziate presto, danno ottimi risultati” ha detto.

Infine, gli aspetti di Salute Pubblica: “Prima del COVID tutte le forme respiratorie erano considerate influenza, mentre oggi le migliori capacità diagnostiche ci permettono di identificare virus diversi – ha spiegato Vezzosi – Nella stagione in corso 15 milioni di italiani - un quarto della popolazione - hanno sofferto di patologie respiratorie, solo una parte delle quali di tipo influenzale: nel 14% dei casi il virus implicato era l’RSV, nel 4% dei casi il COVID. I vaccini, nei fragili e negli anziani sono importanti, ma c’è anche un altro aspetto da sottolineare: prevenire i virus respiratori può evitare sovrainfezioni batteriche, e quindi contribuire a combattere l’antimicrobico-resistenza sempre più diffusa e decisamente preoccupante”.
Qualche dato: in Italia – con un 53% di vaccinati - siamo ben lontani dagli obiettivi vaccinali OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) del 75% sulla popolazione over 65, anche se la diffusione dell’antiinfluenzale è a macchia di leopardo e registra un record in Lombardia, un aumento in Veneto e Lazio, e un calo in altre Regioni. Quanto all’RSV, “abbiamo buoni dati di immunizzazione relativi all’anticorpo monoclonale pediatrico, che ha interessato l’80% dei neonati – ha illustrato il Segretario Generale SItI – mentre la situazione negli adulti è ferma: il vaccino non è inserito in alcun piano vaccinale né nei LEA, mentre sarebbe opportuno vaccinare i pazienti fragili come già accade nel Regno Unito, in Germania e negli USA, dove la vaccinazione è prevista per gli over 75 e per gli over 60 con fragilità. L’efficacia? Superiore all’80%, e uno studio scozzese mostra una riduzione delle ospedalizzazioni pari al 60%”.
Per altri vaccini la situazione è ancora più complessa: “La vaccinazione contro Herpes Zoster previene il fuoco di Sant’Antonio e le sue complicanze, evitando un peggioramento della situazione respiratoria frequente in chi ne è colpito. Ma come per la vaccinazione anti-Pneumococco non abbiamo dati di copertura nazionale, che sono certamente bassi anche se in alcune Regioni dov’è stata sperimentata la chiamata attiva i risultati sono stati positivi” ha concluso Vezzosi.

Alessandra Rozzi
Ufficio Stampa AIPO-ITS/ETS