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Varato il Manifesto della Riabilitazione Cardiorespiratoria lombarda

Un “Manifesto della Riabilitazione Cardiorespiratoria lombarda” creato e sottoscritto in diretta da oltre 100 rappresentanti di strutture sanitarie è il frutto della Convention 2025 delle Cardiologie e Pneumologie Riabilitative lombarde, organizzata da AIPO-ITS/ETS e ITACARE-P e svoltasi in Regione Lombardia il 13 febbraio scorso.
Obiettivo dell’evento, unico nel suo genere, “mettere a confronto i responsabili delle U.O. cardiologiche e respiratorie che si occupano di Riabilitazione con gli esponenti delle Istituzioni, per fare il punto sulla riforma sanitaria avviata lo scorso anno, mettendo a fuoco l’importanza della riabilitazione cardiorespiratoria in un mondo che sembra considerare solo quella motoria e neurologica, per sottolineare da un lato i bisogni dei pazienti, dall’altro le esigenze degli operatori sanitari attivi in questo settore” spiega Michele Vitacca, Direttore U.O. Pneumologia Riabilitativa ICS Maugeri di Lumezzane (BS), Direttore del Dipartimento Pneumologico ICS Maugeri e promotore dell’iniziativa per parte AIPO-ITS/ETS, dove è componente del Direttivo. 
Detto fatto: durante i lavori i partecipanti si sono rimboccati le maniche e hanno stilato il Manifesto, strutturandolo in due parti – una sui diritti e bisogni del paziente, l’altra sui punti di focus e di lavoro futuro per gli operatori della riabilitazione cardiorespiratoria - limandolo, definendolo e infine firmandolo. Presto sarà portato all'attenzione della Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia e ai vari tavoli istituzionali dove la riforma è in discussione.
Ecco il testo:

  • Di cosa necessitano i pazienti con patologie cardiorespiratorie?
  1. Di essere ascoltati, coinvolti, educati e supportati nella gestione della loro malattia con corretti stili di vita.
  2. Di ricevere cure farmacologiche e non farmacologiche riabilitative adeguate e personalizzate da parte di professionisti qualificati.
  3. Di evitare un peggioramento della funzione cardiaca e polmonare.
  4. Di ridurre i sintomi come mancanza di fiato e dolore al petto.
  5. Di avere la migliore tolleranza allo sforzo.
  6. Di avere il minor numero possibile di riacutizzazioni e di accessi ospedalieri.
  7. Di mantenere una buona qualità di vita e buoni anni di vita con la minima disabilità.
  8. Di essere presi in carico con la propria depressione e ansia.
  9. Di avere una buona qualità del sonno.
  10. Di poter eseguire tutte le attività della vita quotidiana e lavorative.
  • La riabilitazione cardiorespiratoria in Lombardia
  1. La riabilitazione cardiorespiratoria è uno strumento costo efficace in grado di migliorare la funzione cardio-polmonare, la disabilità, la dipendenza, la partecipazione sociale, la prognosi e la qualità della vita.
  2. La crescente domanda di percorsi di riabilitazione e prevenzione non è pienamente soddisfatta.
  3. La conoscenza degli effetti positivi e delle opportunità della riabilitazione nei contesti sanitari per acuti è ancora inadeguata e migliorabile.
  4. Pazienti recentemente ospedalizzati, fragili e con importante disabilità sono i candidati principali.
  5. Risulta cruciale e urgente migliorare la collaborazione tra tutti i nodi della rete ospedaliera/territoriale e i centri di riabilitazione.
  6. Per superare le disparità territoriali è necessario sviluppare soluzioni organizzative nuove per aumentare l’offerta riabilitativa (programmi ibridi, ambulatoriali, comunitari, in telemedicina, di mantenimento.
  7. Il riconoscimento economico per le strutture che erogano percorsi di riabilitazione cardiorespiratoria deve essere adeguato al livello quantitativo e qualitativo delle attività.
  8. La riabilitazione cardiorespiratoria eroga programmi personalizzati e percorsi specifici come risposta alla diversità e complessità dei bisogni.
  9. La ricerca e le buone pratiche sono indispensabili strumenti per certificare standard su indicazioni, valutazioni, qualità dei programmi e percorsi di follow-up.
  10. Il coinvolgimento di tutti gli stakeholder (operatori sanitari, società scientifiche, pazienti, pagatori, aziende di servizio) è imprescindibile per valorizzare la riabilitazione come strumento strategico di prevenzione, cura e raggiungimento di buoni anni di vita senza disabilità.

“Tutti, anche se tra luci e ombre, riescono ad accedere alle cure – commenta Vitacca – Sulla parte riabilitativa, invece, il discorso è più complesso: Lombardia a parte, dove abbiamo una tradizione forte, con U.O. dedicate, PDTA, azioni scientifiche, e dove si concentra il 50-60% di ciò che è prodotto a livello nazionale in quest’ambito, il resto del Paese vive una realtà a macchia di leopardo, e la riabilitazione cardiorespiratoria in alcune Regioni non è nemmeno nell’ordine del giorno dei programmi organizzativi sanitari. Ma la Lombardia è da sempre un esempio per modelli che una volta approvati sono esportabili, e questo il Ministero lo sa”.
Veniamo allora alla situazione lombarda, perché anche qui c’è molto da fare.
La riabilitazione cardiorespiratoria, infatti, si rivolge a due grandi gruppi di pazienti: quelli che hanno subito un ricovero per acuzie e hanno poi bisogno di riabilitazione – il Papa, con l’evento acuto della broncopolmonite bilaterale sovrapposta a un substrato di cronicità preesistente è in un certo senso il testimonial perfetto -, e i pazienti non ospedalizzati ma affetti da una patologia cronica invalidante e disabilitante, che da un lato hanno bisogno di recuperare fiato e qualità di vita, e dall’altro possono prevenire future riospedalizzazioni.
“Serve un percorso virtuoso di continuità assistenziale che può, e dovrebbe, diventare la spina dorsale fondamentale della riforma sanitaria in fieri – commenta ancora Vitacca – Da noi, a differenza di quanto accade in altri Paesi, la riabilitazione cardiorespiratoria non sempre viene considerata nelle scelte organizzative ed economiche. Ma una sua valorizzazione, naturalmente nell’ambito di una visione di territorio, alleggerirebbe un Servizio Sanitario Nazionale sempre più in affanno”.
La riabilitazione cardiorespiratoria è infatti, oltre che utile, costo-efficace: “Troppo spesso ce la si cava con un semplice: ‘Fai un po' di ginnastica’, ma nel nostro caso c’è molto altro – prosegue il promotore della giornata in Regione – E c’è, nello specifico, un aspetto farmacologico, un aspetto educazionale, la presa in carico di problematiche ansioso-depressive, la questione del recupero motorio, dell’allenamento allo sforzo, del miglioramento delle secrezioni e del rientro nella vita quotidiana: un vero e proprio percorso di recupero grazie a attività di training in grado di ridurre i costi sociali e di garantire al paziente anni-vita con il minimo di disabilità”.
Ovvio che si ponga, anche in quest’ambito, un problema di appropriatezza riabilitativa: “Il paziente ideale non dev’essere troppo lieve ma neanche troppo grave, i letti costano e per i pazienti terminali si apre il capitolo, tutto diverso, della palliatività – spiega ancora Vitacca – E poi la riabilitazione cardiorespiratoria si fa in ospedale per i pazienti più gravi, ma può essere svolta ambulatorialmente in day-hospital, e a domicilio attraverso modelli di teleriabilitazione: all’approccio per via telematica siamo quasi pronti, e con la sua adozione cambieranno molte cose. Sempre in attesa della riorganizzazione territoriale basata sulle Case della Salute, con i MMG che dovranno sempre più coordinare i bisogni e raggiungere il domicilio dei propri pazienti”.
Infine, un altro nodo reale sul fronte dell’appropriatezza riabilitativa riguarda la necessità di un network, finora inesistente, tra i sanitari che lavorano con pazienti acuti da un lato e sanitari riabilitatori dall’altro, per concordare tempi e modi nei trasferimenti dei pazienti. Anche questo punto è tra i filoni operativi presenti nel Manifesto.

 

Alessandra Rozzi
Ufficio Stampa AIPO-ITS/ETS

 

Allegati:
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