- Pubblicazione il 05 Febbraio 2025
Importante passo avanti per la telemedicina italiana: Agenas, l'Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali, ha presentato ieri a Roma la Piattaforma nazionale per la telemedicina, in attuazione dei disposti del PNRR. A fare da sfondo alla notizia, il debutto della nuova sede centrale dell’Agenzia, in via Toscana, a due passi da Via Veneto, nel palazzo storico per anni sede della Croce Rossa Italiana, acquistato nel dicembre 2022 e sottoposto a corposi lavori di ristrutturazione.
"In queste settimane si è avviata con successo la fase di popolamento dati da parte delle Regioni e Province Autonome che permetterà, entro dicembre 2025, l’assistenza di almeno 300mila pazienti attraverso gli strumenti di telemedicina – sottolinea Agenas in una nota - Tale numero continuerà ad aumentare fino a circa 790.000 pazienti, come previsto dal Dm Salute 28 settembre 2023.
Implementare i servizi minimi di telemedicina in modo da prospettare un numero simile di televisite e teleconsulti non è stato semplice : “Sono state effettuate due gare mediante le regioni capofila Lombardia e Puglia. La prima per le acquisizioni delle Infrastrutture regionali di telemedicina (Irt) legate all’erogazione dei servizi minimi (finanziata con 340.819.917 euro ripartiti tra le Regioni e Province autonome con fondi Pnrr); la seconda per l’acquisto delle postazioni di lavoro e la relativa logistica (finanziata con 186.281.702 euro ripartiti tra le Regioni e Province autonome con fondi Pnrr)" spiegano all’Agenas. Quanto alle Regioni che non hanno aderito alla gara della Lombardia, hanno individuato al proprio interno i servizi minimi per l’erogazione delle prestazioni.
Ed eccoci ai numeri degli operatori sanitari coinvolti nell’utilizzo della strumentazione e delle postazioni di telemedicina: medici del ruolo unico, 42.674; medici specialisti, 121.969; pediatri di libera scelta, 6.650; infermieri, 99.161; professionisti sanitari, 121.597.
Operatività e tecnologie
Sul fronte operativo, molti i dettagli forniti da Agenas: "Dal punto di vista tecnologico, la Piattaforma nazionale di telemedicina si compone di un’Infrastruttura nazionale di telemedicina (Int) di livello centrale e di 21 Infrastrutture regionali di telemedicina (Irt) nelle Regioni e Province preposte all’erogazione dei servizi minimi di telemedicina – spiegano all'Agenzia- La Int, attuata da Agenas, mette a disposizione 'servizi abilitanti' per lo sviluppo, l’armonizzazione e il monitoraggio dei servizi di telemedicina. Inoltre, grazie all’adozione di standard internazionali, governa e permette l’interoperabilità tra i servizi delle diverse Regioni, con l’obiettivo di migliorare la qualità e la quantità dell’offerta sanitaria. Sempre in tale ottica di cooperazione, la Int è allineata con le altre infrastrutture e iniziative europee, supportando la strategia di utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione in ambito sanitario per migliorare la salute e l'assistenza dei cittadini, nonché la creazione dell’Ee Health Data Space".
Ancora più in dettaglio, "L’operatività della Int è assicurata mediante lo sviluppo di un apposito linguaggio - curato dai professionisti Agenas - che permette di descrivere le attività da svolgere per erogare prestazioni e servizi sanitari in telemedicina. Tale linguaggio - precisa l'Agenzia - è utilizzabile e leggibile sotto forma di grafici dagli operatori del sistema, trasformato in istruzioni informatiche subito eseguibili dalle piattaforme regionali, e interoperabile con il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 e con l’Ecosistema dei dati sanitari (Eds). L’introduzione di un linguaggio uniforme consente di implementare sistemi di telemedicina su tutto il territorio nazionale caratterizzati da un elevato livello di confrontabilità, tracciabilità e verificabilità, ma al contempo con un’ampia capacità di personalizzazione. Ciò consente di fornire al professionista sanitario uno strumento di supporto organizzativo all’utilizzo della telemedicina comune su tutto il territorio nazionale, e agli attori coinvolti a vario livello nel governo dei servizi di accedere a funzionalità utili per finalità di governo e ricerca".
Storia della Piattaforma
La Piattaforma nazionale per la telemedicina non nasce, naturalmente, dall’oggi al domani: Agenas, attraverso "una procedura di partenariato pubblico privato, e con la collaborazione preventiva di Anac (l’Autorità Nazionale Anti Corruzione) finalizzata a verificare la conformità degli atti, ha affidato la progettazione, la realizzazione e la gestione della Piattaforma nazionale di telemedicina in concessione a Pnt Italia Srl, società costituita per il 60% da Engineering Ingegneria Informatica Spa e per il 40% da Almaviva Spa, per la durata complessiva di 10 anni. Il contratto è stato siglato alla presenza del ministro l’8 marzo 2023".
Il 16 gennaio scorso il Garante per la protezione dei dati personali ha quindi espresso "parere favorevole sullo schema di decreto del ministero della Salute recante la disciplina dei trattamenti di dati personali nell’ambito dell’infrastruttura Piattaforma nazionale di telemedicina. Si tratta di un provvedimento - da adottare di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze e con il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’innovazione tecnologica - che modifica anche il decreto del ministero della salute del 7 settembre 2023 e lo schema di decreto sull’Ecosistema Dati Sanitari (Eds) – conclude la nota diffusa da Agenas - I prossimi passaggi per l’approvazione definitiva dello schema di decreto prevedono il parere dell’Agenzia per la cybersicurezza oltre che della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano".
Per vedere la registrazione della presentazione Agenas cliccare QUI.
Telemedicina, settore in crescita
I commenti sul debutto della Piattaforma nazionale di telemedicina parlano di un punto di svolta. Tra i tanti, eccone uno: “Un momento da celebrare perché segna, anche simbolicamente, uno spartiacque: da oggi la diagnostica in tele-refertazione, il teleconsulto e gli altri servizi in telemedicina sono strumenti primari di salute diretti al cittadino e a favore di una riduzione concreta delle liste d’attesa. Un traguardo di salute e sostenibilità prima ancora che di tecnologia – dice Vincenzo Telesca, CEO di MedEA, uno dei gruppi leader di telemedicina in Italia e in Europa accreditato presso il Servizio Sanitario Nazionale - La tecnologia si valuta per il suo impatto e, con una popolazione fragile e anziana che supera già il 24% (Istat 2023) e un numero di medici specialisti in calo, la diagnostica da remoto è una delle chiavi per il futuro delle cure universali: per rispondere alla crescente domanda di salute senza esaurire le risorse del SSN, portando prevenzione e diagnosi specialistiche sul territorio”. Sulla crescita della telemedicina nel nostro Paese, secondo Telesca, non ci sono dubbi: “Sebbene frammentari, i numeri della telemedicina in Italia parlano di un Paese in forte crescita e capace di rispondere positivamente all’innovazione. Nel solo 2024 sono state erogate più di 900mila prestazioni di telemedicina in Farmacia (dati Federfarma e MedEA). Per dare il metro dell’incremento, bisogna considerare che sono state 1,6 milioni tra 2014 e 2023. Solo il gruppo MedEA ha effettuato 240.000 diagnosi in tele-refertazione nel 2024 con una crescita del 75%, e nei nostri centri di refertazione certificati ha analizzato per esempio, oltre 182mila immagini di sola teledermatologia. In cardiologia, sempre secondo un'indagine di Federfarma, il 52% delle farmacie italiane offre servizi di ECG, il 50% di holter pressorio e il 46% di holter cardiaco”.
E chissà che proprio da questo settore non venga una spinta verso la ripresa del malandato (e maltrattato) Sistema Sanitario Nazionale italiano.
Alessandra Rozzi
Ufficio Stampa AIPO-ITS/ETS