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La Consulta della Pneumologia mette spalle al muro “i killer del respiro”

Si è svolto il 15 novembre il primo incontro al vertice tra Consulta Pneumologica (che sotto l’egida di AIPO-ITS/ETS e SIP/IRS riunisce Società scientifiche e Associazioni pazienti attive in abito respiratorio) e Regione Lombardia, per mettere a fuoco problemi e trovare soluzioni in merito alla salute respiratoria. Nel mirino polveri sottili, inquinanti, e soprattutto il fumo, che stando al Presidente AIPO-ITS/ETS Claudio Micheletto “Resta il nemico numero 1”.
L’incontro, intitolato “I killer del respiro”, per richiamare l’attenzione sui troppi fattori di rischio che nel territorio lombardo attentano pesantemente alla salute dei nostri polmoni, ha rappresentato il primo tavolo di confronto diretto tra la Consulta e le Istituzioni regionali: circostanza sottolineata in apertura da Francesco Tursi, Direttore UOC Riabilitazione Cardiorespiratoria Pneumologica Basso Lodigiano e Coordinamento Rete Ambulatoriale e di Prossimità Ospedale di Codogno: “La Consulta – ha detto - vorrebbe porsi come grimaldello, facendo leva su un’attenzione alle malattie respiratorie che dopo il COVID sta purtroppo scemando. Nella nostra area i killer del respiro sono imponenti”.
Dopo di lui l’Assessore regionale ai Trasporti e Mobilità Sostenibile Franco Lucente ha rimarcato come a fronte dei quasi 5 milioni di cittadini che ogni giorno in Lombardia si muovono col trasporto pubblico (il 30% degli Italiani), alle casse regionali sia destinato solo il 17% del Fondo Nazionale Trasporti. Senza contare che la situazione della qualità dell’aria è aggravata dalla circolazione aerea (3 gli aeroporti sul territorio – Linate, Malpensa e Bergamo - più lo scalo cargo di Brescia). Eppure qualcosa si muove: Lucente ha infatti annunciato l’acquisto di 214 treni elettrici che porteranno alla completa sostituzione della flotta regionale entro il 2025 grazie a un investimento di 1,7 miliardi, e un investimento di 200 milioni nel prossimo triennio per l’acquisto di 110 bus elettrici.
Sul fronte delle novità, però, la vera notizia è un’altra: la Lombardia sarà la prima Regione italiana ad avere una linea ferroviaria – la Brescia-Iseo-Edolo – alimentata a idrogeno. “Il progetto è partito 2 anni fa, e Ferrovie Nord sta costruendo le infrastrutture per produrre e stivare l’idrogeno in loco, da destinare in futuro anche a bus e auto” ha infatti annunciato Silvio Landonio, Direttore Generale della Direzione Regionale Trasporti e Mobilità Sostenibile, affermando la necessità di un approccio multifattoriale al tema della sostenibilità dei trasporti.
Ma dopo le buone notizie, ecco i problemi: “La situazione della qualità dell’aria in Regione è critica” ha ammesso Dario Fossati, Direttore Generale Direzione Ambiente e Clima della Regione, citando la condanna subita e la procedura di infrazione europea in atto contro la Lombardia, con risvolti giudiziari e penali. “In più nel nostro territorio sono attive alcune class action di cittadini che ci chiedono i danni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria”.

Prima sessione: Il tumore del polmone
Poi, via con le sessioni scientifiche. La prima, moderata da Massimo Torre, Direttore Dipartimento Cardiotoracovascolare De Gasperis e Direttore S.C. Chirurgia Toracica ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda Milano e Umberto Cariboni, Responsabile Sezione Malattie Oncologiche Avanzate del torace e di Chirurgia della Trachea Istituto Clinico Humanitas Milano.
“Il tumore polmonare è una patologia frequente, prima causa di morte in entrambi i sessi, spesso a causa di ritardi nella diagnosi. Metà dei casi identificati sono già allo stadio di metastasi – ha detto Luca Toschi, Medico Oncologo dell’Unità di Oncologia ed Ematologia IRCCS Humanitas Research Hospital Milano - Nel 2023 le diagnosi sono state 44.000, 30.000 a carico di uomini e 14.000 di donne, con 35.700 morti. E anche se l’incidenza negli anni diminuisce, come del resto – dal 2006 - la mortalità, il colpevole principale resta il fumo: un italiano su 4 tra i 18 e i 69 anni fuma. E la possibilità di sviluppare un tumore è proporzionale all’età in cui si è smesso: solo smettendo prima dei 30 anni si è pari a un non fumatore”.
Toschi ha quindi sottolineato l’importanza degli screening, delle innovazioni farmacologiche, tutte concentrate negli ultimi 20 anni, e delle novità cliniche: l’immunoterapia da un lato e le terapie a bersaglio molecolare dall’altro. “Oggi, grazie all’immunoterapia che blocca e cronicizza la malattia, a 5 anni dalla diagnosi è vivo il 30% dei malati, prima eravamo a zero. Certo, le nuove terapie comportano nuove tossicità, e l’esigenza di una nuova gestione del paziente” ha aggiunto Toschi. Concludendo che il tumore polmonare resta un big killer: “Servono prevenzione antifumo e screening” ha detto. Aggiungendo però che oggi il 20% dei malati è non fumatore, e che le grandi indiziate sono le polveri sottili da inquinamento diffuse nell’aria.

Seconda sessione: Inquinamento, transizione ecologica, politiche e iniziative
Nella seconda sessione, moderata da Tursi e dal Direttore Generale ASST Lodi Guido Griffagnini, Fossati ha evidenziato i problemi posti dalla nuova direttiva europea recentemente entrata in vigore: “Abbassa tutti i limiti, e concede meno giorni di superamento soglie”. E se gli obiettivi 2025 alle nuove condizioni restano lontani, ancora tutto da risolvere è anche il problema dell’ammoniaca da agricoltura: dal gennaio 2025 un primo contributo verrà dal divieto del piatto spruzzatore dei liquami (che causa il 90% della dispersione di ammoniaca nell’aria) e dall’obbligo di interramento degli stessi entro 4 ore dalla produzione. Ed entro il 2025 sarà emanato dalla Regione il nuovo Piano per la Qualità dell’Aria, imposto dal DL 21/2022.
Ma a fronte delle promesse istituzionali, a riportare l’uditorio coi piedi per terra ha pensato Pierachille Santus, Direttore Struttura Complessa Pneumologia ASST Fatebenefratelli Ospedale L. Sacco Milano: “Gli inquinanti impattano sull’epitelio bronchiale e sugli alveoli polmonari, causando meccanismi infiammatori e distruttivi del polmone – ha detto – Esiste una correlazione diretta tra PM10 e funzione ventilatoria, la spirometria lo dimostra in modo eclatante”. Uno studio del 2012 sugli accessi in Pronto Soccorso a Milano nei giorni di forte inquinamento ha dimostrato che il monossido di carbonio e il biossido di azoto riacutizzano BPCO e asma, e che quest’ultima risente anche dell’ozono, mentre uno studio pubblicato su Lancet nel 2014 ha stabilito significative correlazioni tra PM2,5 e N0X da un lato e aumento della mortalità dall’altro: correlazione esistente anche a fronte di bassi livelli di sostanze per la genesi, che avviene comunque, del processo infiammatorio.

III Sessione: I virus, Come è cambiata Regione Lombardia
La terza sessione, moderata da Fabiano Di Marco, Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università degli Studi di Milano, Direttore UOC Pneumologia ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo e Presidente SIP/IRS, e da Paola Rogliani, Direttore UOC Malattie dell’Apparato Respiratorio di Emergenza e Accettazione Policlinico e Direttore Scuola di Specializzazione Malattie dell’Apparato Respiratorio Università Tor Vergata Roma, ha avuto come relatore Andrea Gori, Ordinario di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Milano e Direttore Unità di Malattie Infettive ASST Fatebenefratelli Ospedale L. Sacco Milano, incaricato di parlare dei virus. “Tra i major killer il COVID resta un problema, anche se abbiamo sempre più casi e sempre meno morti a causa dell’immunità indotta dall’infezione, dal vaccino e per la presenza di farmaci efficaci: di COVID muore oggi l’over 65 fragile, con patologie polmonari croniche, su cui il vaccino ha scarsa efficacia”.
In tema di virus il Sacco è un ospedale all’avanguardia, e ha offerto ai nosocomi dell’area metropolitana i suoi specialisti: le strutture che non hanno al loro interno reparti di Infettivologia o Malattie Infettive hanno infatti a disposizione una squadra di infettivologi del Sacco che fanno visite, danno assistenza telefonica, forniscono know-how, condividono l’uso del laboratorio analisi, in una grossa innovazione nel nome dell’equità delle cure e dell’offerta terapeutica.
Quanto al virus influenzale, “Ad oggi solo l'8% delle forme respiratorie gravi è da influenza, più del 40% è causata da rhinovirus” ha detto Gori. Poi, l’invito a vaccinarsi. Quest’anno, comunque, l’adesione alla campagna vaccinale antiinfluenzale è migliore rispetto al 2023 (+10%).
Terzo killer nel mirino, il VRS, Virus Respiratorio Sinciziale, che causa 3,6 milioni di ospedalizzazioni nel mondo, e in Italia un terzo dei ricoveri per insufficienza respiratoria grave (nel 2023 sono finiti in ospedale 3.000 bambini al di sotto dei 12 mesi di età). Al netto della protezione esercitata dal latte materno, “la patologia è peggiorata dopo il COVID anche per l’inquinamento” ha detto Gori. Illustrando le caratteristiche del vaccino proteico, non adiuvato, da praticare alla mamma in attesa, che protegge nel 70% delle forme gravi ma causa +3,7% parti prematuri e aumento (5,1% vs 4,4%) di peso inferiore del neonato alla nascita. Va da sé che alle mamme non piaccia e che in Lombardia (ma questa è anche la scelta della Regione, che l’ha già somministrato a 20.000 neonati) si preferisca l’anticorpo monoclonale, che ha un’efficacia del 75% senza le complicazioni di cui sopra.
Poi, di nuovo parola alla Regione. Con Alberto Ambrosio, Direttore Generale Vicario della Direzione Welfare regionale, che ha esaminato il quadro della Sanità lombarda, definendola “la maggiore azienda italiana".
Ecco i dati:
- 146.000 unità di personale
- 204 ospedali, metà dei quali dotati di Pronto Soccorso
- 666 RSA, 100 RSD
- 5.616 Medici di Medicina Generale
- 1.094 Pediatri di Libera Scelta
- 828 ambulatori specialistici
- 10 milioni di cittadini assistiti
- 19 IRCCS su 52 totali esistenti in Italia
- 2/3 dei trials clinici italiani sono coordinati da un centro lombardo
Ma ecco anche le criticità: tempi di attesa lunghissimi, inappropriatezza prescrittiva, sovraccarico dei Pronto Soccorsi, eccesso di prestazioni a carico delle famiglie, personale infermieristico carente. “Il tutto a fronte di una spesa che in 10 anni è passata da 24,7 a 25,4 miliardi: la sfida è garantire standard e sostenibilità” ha detto.

IV Sessione: Il fumo
Infine, ultima sessione dedicata al grande nemico, il fumo. Con Danilo Cereda, Dirigente Unità Organizzativa Prevenzione della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia, che ha ricordato come il fumo stesso causi 93.000 morti/anno in Italia, e 15.000 nella sola Lombardia (16% del totale). Di più: oggi fuma il 23% dei maschi, il 15% delle femmine, vero è che negli anni ‘70 il 50% dei maschi fumava, ma le donne aumentano. Ed è SOS tumori: “Il 60% dei morti per tumore al polmone viene dal fumo – ha detto Cereda - In Lombardia abbiamo 7.800 nuovi casi/anno, e il tumore al polmone è la prima causa di morte nei Paesi Occidentali, oltre ad essere la terza in Italia”.
Tra le domande dei moderatori, Francesco Blasi, Professore di Medicina Respiratoria Università degli Studi di Milano e Responsabile Dipartimento di Medicina Interna, Unità Respiratoria e Centro Fibrosi Cistica Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, e da Claudio Micheletto, Direttore UOC Pneumologia Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e Presidente AIPO-ITS/ETS, del fumo e dei suoi pericoli ha parlato infine Roberto Boffi, Dirigente Medico Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: “Il fumo è un’epidemia, un terzo degli abitanti dei Paesi industrializzati fuma – ha esordito Boffi – e il risultato sono 7 milioni di morti l’anno, che diventeranno un miliardo in tutto il XXI secolo. Solo nel 2020 sono stati 10 milioni. E il primato negativo dei fumatori è degli adolescenti, delle donne, dei Paesi in via di sviluppo”.
I numeri si sono sprecati: l’aumento del 24% nel tasso di donne fumatrici dal 2016 al 2017, le oltre 7.000 sostanze sprigionate da una sola sigaretta (tra cui polveri sottili e monossido di carbonio), 69 delle quali certamente cancerogene. La nicotina che è prima nella classifica delle sostanze che causano dipendenza, seguita a distanza da sostanze killer come eroina, cocaina, alcol, caffeina e marijuana. E proseguendo negli incredibilia, nel fumo “non esiste modica quantità: chi fuma 1 sigaretta al giorno ha rischio d’infarto solo dimezzato rispetto a chi ne fuma 20 – ha ammonito Boffi - È la sostanza, a far danni, non la quantità: quindi è peggio fumare 10 sigarette per 40 anni che 20 sigarette per 10 anni”.
E per aggiungere allarme all’allarme, ecco le statistiche dei fumatori per patologia. Risulta infatti fumatore: il 55% dei post infartuati, il 20% dei pazienti oncologici, il 33% dei pazienti IPF, il 50% dei pazienti BPCO e il 25% degli asmatici”.
Ma i problemi non sono limitati al fumo “classico”: “Le E-Cig sono ormai arrivate alla 5^ generazione, e si basano su liquidi o tabacco riscaldati fino a 350°C. Il problema sono i giovanissimi: negli USA il 25% dei ragazzi fuma le juules, e ora sono state immesse sul mercato le puff bar: hanno un elevato contenuto di nicotina, e i sali di nicotina che esalano creano quattro volte più dipendenza rispetto alla nicotina standard – ha ammonito Boffi – A stare peggio sono i fumatori duali, che usano sia sigarette tradizionali sia e-cig: ebbene, hanno quattro volte più probabilità di sviluppare un tumore polmonare rispetto a chi si limita al fumo tradizionale”.
E “svapare” non è certo a basso rischio: “Si assorbe formaldeide, altamente cancerogena – ha aggiunto Boffi – Per non citare i 2.000 casi di Evali, la polmonite interstiziale causata da un eccipiente delle e-cig, le quali in ogni caso provocano danno cardiovascolare, disfunzione erettile e alterazioni epigenetiche”.
Infine, ecco le proposte della Consulta per ridurre il consumo di tabacco, e-cig e tabacco riscaldato:
- aumentare fortemente il prezzo delle sigarette
- aumentare gli spazi liberi dal fumo
- vietare la pubblicità delle e-cig
- aumentare il sostegno ai Centri antifumo (uno su tre ha chiuso con il COVID)
- aumentare il sostegno alla ricerca indipendente

(Nella foto, il Presidente AIPO-ITS/ETS Claudio Micheletto e il Presidente SIP/IRS Fabiano Di Marco durante l'incontro)


Alessandra Rozzi
Ufficio Stampa Aipo-ITS/ETS