- Pubblicazione il 30 Settembre 2024
Un nuovo percorso di certificazione delle competenze si affaccia al panorama pneumologico italiano grazie ad AIPO-ITS/ETS, la cui vocazione educazionale, ormai unanimemente riconosciuta, si conferma una volta di più.
Il percorso, che condurrà alla certificazione in “Esperto in Supporti REspiratori Non invasivi
nell’Insufficienza respiratoria Acuta (SIRENA)” e all’iscrizione al relativo Registro Nazionale degli Esperti, al di là della suggestione mitologica nel nome si avvale di una Commissione Scientifica di peso - Annalisa Carlucci, Lara Pisani, Teresa Renda e Raffaele Scala i componenti -, di una serie di passaggi cardine, e di una data già fissata per l’inizio della prima edizione: il 27 febbraio 2025.
Il Percorso di Formazione per la Certificazione prevede, in quest’ordine:
1. Frequenza al Corso Nazionale SIRENA I, Milano
2. Frequenza al Corso Nazionale SIRENA II, Milano
3. Frequenza di 55 ore totali con tutor presso uno dei Centri Pneumologici dedicati (divisibili in 35 ore in presenza e 20 ore di formazione remota anche presso un Centro diverso)
4. Esame finale
Per saperne di più abbiamo intervistato Raffaele Scala, in forze all’U.O.C. PNEUMOLOGIA E UTIP dell’Azienda USL Toscana Sud Est - P.O. San Donato di Arezzo, membro della Commissione Scientifica
Dottor Scala, il nuovo percorso di certificazione AIPO-ITS/ETS si affianca a quelli già esistenti sui DRS (Disturbi Respiratori del Sonno) e sulla Pneumologia Riabilitativa. Perché si è scelto proprio SIRENA?
“Quella dei supporti respiratori non invasivi nell’Insufficienza Respiratoria Acuta (IRA) costituisce una parte strategica della Pneumologia, nella quale servono sia competenze fisiopatologiche sia competenze pratiche. Per questo, accanto a noi della Faculty, al percorso di formazione interverranno esperti in discipline e tecnologie differenti, che contribuiranno ad offrire un quadro completo della situazione. AIPO-ITS/ETS è tradizionalmente attiva sul fronte educazionale, soprattutto incrementando le conoscenze teorico-pratiche in Pneumologia al di là dell’offerta della formazione accademica. E quello dei Supporti è un tema su cui c’era necessità di agire: spesso in Italia, come accade in molti Paesi Europei, non è prevista una formazione approfondita ad hoc che consenta allo specialista di poter gestire in autonomia questi supporti; le competenze in materia si acquisiscono molto spesso in ritardo direttamente sul campo, lavorando, con rischi di inappropriatezza e inadeguatezza applicativa che possono non garantire i risultati che la letteratura scientifica ci trasmette. L’importanza di acquisizione di tale competenza può apparire più evidente se consideriamo che i supporti non invasivi rappresentano la principale tecnica di assistenza respiratoria impiegata nelle UTIP, l’Unita’ di Terapia Intensiva Pneumologica, dove viene gestito l’attacco respiratorio così come quello cardiaco è preso in carico in UTIC”.
Si tratta quindi di un’esperienza-pilota in Italia?
“In ambito pneumologico nel nostro Paese esiste solo un master post-universitario con sede a Bologna, già attivo da qualche anno. Si tratta però di un percorso più ampio, dedicato alla Terapia Intensiva e Semi-intensiva nel suo insieme, nell’ambito del quale vengono certamente affrontati anche i temi riguardanti i supporti respiratori non invasivi nell’Insufficienza Respiratoria Acuta. Nel percorso AIPO-ITS/ETS, però, ci focalizziamo sullo specifico, con un’offerta integrata che ha lo scopo di soddisfare esigenze destinate altrimenti a restare insoddisfatte. In questo senso è la prima volta che in Italia viene offerto un percorso di formazione avanzata sui supporti respiratori non invasivi certificati da una società scientifica pneumologica. In più la partecipazione al Percorso è aperta, oltre che agli Pneumologi, a Cardiologi, Anestesisti, Medici riabilitatori ed esperti in Medicina d’urgenza”.
Perché i supporti respiratori non invasivi nell’IRA sono così importanti? E quali competenze richiede il loro uso corretto?
“In Pneumologia i supporti non invasivi sono fondamentali, e per dirla in parole semplici costituiscono una modalità di assistenza respiratoria preventiva e alternativa all’intubazione per il paziente con attacco respiratorio acuto, la cui vita è messa in pericolo da un grave malfunzionamento dell’apparato respiratorio causato da molte malattie polmonari e non. La particolarità di questi supporti consiste nel garantire un efficace aiuto alla funzione respiratoria applicando un’“interfaccia” (casco, maschera, cannule nasali) che non “invade” le vie aeree. In questo senso l’uso corretto e tempestivo dei supporti non invasivi può certamente salvare vite umane. Anche l’intubazione lo fa, ma trattandosi di una procedura invasiva, espone chi la subisce alla possibilità di complicanze legate al posizionamento e al mantenimento di una “interfaccia” invasiva, quale un tubo all’interno della trachea.
Fino a una trentina d’anni fa al paziente in IRA veniva tradizionalmente somministrato ossigeno, e poi – a seconda dell’esito di questa operazione – si optava per il trasferimento in Terapia Intensiva e per l’intubazione. Ora i supporti non invasivi (pressione positiva continua applicata alle vie aeree-CPAP, ventilazione meccanica non invasiva-NIV, alti flussi-HFNC) offrono diversi vantaggi: un intervento in fase più precoce, il trattamento dell’IRA al di fuori delle Terapie Intensive classiche, la possibilità di effettuare precocemente altre procedure invasive che consentono una diagnosi – e quindi una cura – più tempestiva. Si pensi, ad esempio, ai pazienti in IRA con quadri clinici complessi: i supporti non invasivi consentono l’effettuazione rapida di una broncoscopia, spesso utile a chiarire la causa dell’attacco respiratorio. Oppure alla possibilità di somministrare farmaci direttamente nelle vie aeree bronchiali attraverso i circuiti dei dispositivi stessi: un asmatico o un broncopatico ostruttivo grave in IRA, impossibilitati a usare il loro spray broncodilatatore, riescono così a ricevere velocemente la terapia più adatta. Ed è interessante notare come questo Percorso vada a interfacciarsi con gli altri due percorsi di certificazione AIPO-ITS/ETS esistenti: si pensi ai quadri acuti importanti legati ai DRS e alla Pneumologia riabilitativa: in entrambi i casi, infatti, i supporti non invasivi svolgono un ruolo cruciale per le specifiche finalità”.
Un percorso a 360° dunque. Ma perché la scelta della Certificazione?
“Per lo Pneumologo le conoscenze e le competenze fisiopatologiche e tecnologiche alla base dell’applicazione clinica dei supporti non invasivi nell’IRA costituiscono un background culturale indispensabile. Il percorso ha l’obiettivo di rendere sempre più omogenee le procedure di assistenza respiratoria migliorando così la pratica medica, la qualità delle cure e i benefici per i pazienti, ed evitando la malpractice dovuta a criticità formative in termini di background fisiopatologico, operatività tecnica, indicazioni cliniche, monitoraggio e follow-up nel contesto delle UTIP e delle Pneumologie moderne.
A volte, come è accaduto durante il COVID, si è costretti a guidare un’auto senza patente, ma è bene sapere che questi supporti – se male utilizzati – possono provocare parecchi danni. Esiste una letteratura, sull’argomento, soprattutto di origine anglosassone: c’è uno studio condotto su 10.000 pazienti che presentavano la riacutizzazione di un BPCO. Ebbene, nonostante dalla letteratura sappiamo che l’uso dei supporti non invasivi riduce il rischio di intubazione e di decesso in ospedale, nell’esperienza britannica di vita reale un loro utilizzo non adeguato, per competenza si traduceva in un fallimento con addirittura un raddoppio della mortalità rispetto all’applicazione del solo ossigeno. I ventilatori, il casco, i circuiti devono infatti essere conosciuti in modo approfondito nel loro funzionamento, in modo da poter essere utilizzati nel modo migliore caso per caso in ogni singolo paziente e a fronte delle diverse patologie che portano all’attacco respiratorio acuto. In particolare, l’interfaccia deve essere scelta con attenzione, i ventilatori applicati con giuste pressioni durante il ciclo respiratorio, e occorre tenere le curve generate costantemente sotto controllo per garantire una buona sincronia tra respiro del paziente e il supporto integrato dal ventilatore. Inoltre, a differenza dell’intubazione, dove il paziente è per forza di cosa passivo, con i supporti non invasivi il paziente è cosciente, e occorre saperne ottenere la collaborazione, altrimenti si strapperà via il supporto non tarato correttamente. Anche il dispositivo ad alto flusso, con le sue cannule nasali che portano ossigeno e aria, è sì meglio tollerato, ma va comunque settato correttamente per evitare problemi di adattabilità ed efficacia”.
La certificazione di Esperto in SupportI REspiratori Non invasivi nell’Insufficienza respiratoria Acuta (SIRENA) e l’iscrizione nell’apposito Registro Nazionale hanno una durata di cinque anni, dopo i quali sono richiesti la ripetizione di almeno uno dei due corsi e un esame di rinnovo. L’elenco degli Esperti certificati viene aggiornato costantemente sul sito AIPO-ITS/ETS.
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Alessandra Rozzi
Ufficio Stampa AIPO-ITS/ETS