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Insieme per una Pneumologia della prevenzione

“Credo fermamente che la Pneumologia debba far sentire la sua voce sul fronte della prevenzione, e non solo su quello della fase acuta e della riacutizzazione”: l’impegno di Claudio Micheletto, nuovo Presidente AIPO-ITS/ETS, è chiaro. E dato che “di una buona prevenzione fanno parte stile di vita, attività fisica e alimentazione, ma anche un aspetto vaccinale, uno degli obiettivi per il prossimo autunno, in vista della nuova campagna vaccinale, sarà un documento di indirizzo che AIPO-ITS/ETS proporrà, coinvolgendo altre società scientifiche – prosegue Micheletto - Un documento che raccoglierà l’evidenza dell’utilità delle vaccinazioni nei pazienti con malattie respiratorie, e ne supporterà la diffusione. Penso soprattutto ai malati di BPCO, di insufficienza respiratoria e di fibrosi. Oggi abbiamo a disposizione vaccini efficaci contro l’influenza, lo pneumococco, il COVID e l’Herpes Zoster, quest’ultimo utile in particolare per chi assume steroidi. Quanto al vaccino per il virus respiratorio sinciziale, ha già avuto l’OK dell’FDA e dell’EMA, ed è ora in approvazione in AIFA”.

Micheletto è appena rientrato dalla Tavola Rotonda a porte chiuse svoltasi ieri a Roma per iniziativa di Pfizer e intitolata “Parliamo ancora di COVID? Scenari e criteri della nuova normalità”, organizzata per diffondere il manifesto in otto punti “Insieme per la nuova normalità” (1. Difendiamo il ritorno a una vita normale; 2. Proteggiamo le persone più fragili; 3. Manteniamo alta la guardia contro il COVID; 4. Promuoviamo il valore della ricerca e dell’innovazione; 5. Assicuriamo equità nell’accesso alle cure e alla prevenzione; 6. Supportiamo il Servizio sanitario nazionale; 7. Sosteniamo tutti i professionisti sanitari; 8. Contrastiamo la disinformazione”).

Sotto la lente degli esperti, oltre alle linee guida elencate, il crollo verticale delle vaccinazioni anti-COVID registratosi nella stagione in corso. “Il problema sta nel fatto che dal 2020 in avanti il COVID si è manifestato in diverse ondate, con caratteristiche cliniche e di gestione differenti – commenta il dr. Micheletto – E se è corretto paragonare le attuali forme del virus a un’influenza, quest’anno non è però passato il messaggio che il paziente con fragilità deve continuare a vaccinarsi, in particolare se soffre di BPCO, di insufficienza respiratoria o di patologie similari. Il COVID quest’anno ha fatto registrare circa 4.000 decessi, paragonabili per numero a quelli provocati dal virus influenzale; e come l’influenza può arrivare a impegnare il Sistema sanitario, intasando i reparti di pronto soccorso di persone con la febbre alta. Certo, fortunatamente non vediamo più i 50enni sani intubati in rianimazione, e i decessi si registrano generalmente tra pazienti con problemi complessi. Proprio per questo i malati fragili, in particolare se lo sono dal punto di vista respiratorio, vanno protetti, devono vaccinarsi ed evitare contatti eccessivi. Fortunatamente i mesi più critici stanno per finire”.

Ma a cosa è dovuto il crollo delle vaccinazioni anti-SARS-CoV-2, con dati (About Pharma) che parlano di poco più di 2 milioni di somministrazioni nella stagione vaccinale 2023/24?

“C’è stato innanzitutto un motivo organizzativo – spiega il Presidente AIPO-ITS/ETS – I centri vaccinali non erano più operativi, e non tutti i medici di base né tutte le farmacie offrivano la possibilità di vaccinarsi. Spesso, inoltre, le Asl hanno dato informazioni tardive. L’anno prossimo occorrerà arrivare decisamente più preparati, anche per evitare sprechi di vaccini acquistati e poi non utilizzati”.

In più, è stata la comunicazione, a latitare: “C’è stato un problema di correttezza del messaggio, a fronte del fatto che tra la gente è cessata la paura del COVID, ma il suo posto è stato occupato dalla paura del vaccino – prosegue Micheletto – Invece va detto che la vaccinazione può avere sì effetti collaterali, ma comunque inferiori ai rischi che la malattia può comportare nei pazienti fragili. E in ogni caso parliamo di effetti contenuti”.

Altro fattore che sembra aver giocato un ruolo importante sulla non-fedeltà al vaccino anti-SARS-CoV-2 è una certa stanchezza vaccinale: “Si è diffusa la convinzione che dopo tante dosi ci si possa considerare protetti per sempre, ma questo non è vero – conclude Micheletto – In realtà i vaccini vengono continuamente aggiornati in base alle nuove varianti, e l’ideale sarebbe ripetere il richiamo annualmente. Anche i documenti internazionali sulla gestione delle singole patologie respiratorie vanno in questa direzione: penso ad esempio alle ultime linee guida sulla BPCO, approvate nel novembre scorso”.

E l’ultimo messaggio del Presidente AIPO-ITS/ETS è comunque positivo: “Ha certamente senso tornare a condurre una vita normale, ma occorre mantenere l’attenzione sul problema, con riferimento in particolare ai pazienti fragili dal punto di vista respiratorio”. E su questo fronte la prevenzione può fare davvero la differenza.

Alessandra Rozzi

Ufficio Stampa AIPO-ITS/ETS