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La salute al centro delle scelte politiche. Se ne è parlato al Congresso Nazionale della Pneumologia Italiana

I temi della salute sono rimasti in secondo piano per decenni rispetto ad altri temi. La pandemia ha riportato il tema della salute al centro dell’attenzione politica. Se ne è parlato nel corso della sessione “PNRR e nuova sanita: prossimità, rete ospedaliera, rapporto con la medicina generale” durante il XXII Congresso Nazionale della Pneumologia Italiana in corso a Milano presso il Milano Convention Centre.

“Dare alla salute centralità nelle scelte politiche” questo il messaggio lanciato da Pasqualino Rossi della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute.

 “L’impatto di certe scelte politiche sulla salute delle persone deve essere il primo fattore da valutare. Abbiamo realizzato progetti importanti volti a valutare gli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane. Abbiamo valutato le correlazioni fra temperature e inquinanti al nord, centro e sud Italia e abbiamo visto come i livelli di PM10 e Ozono siano fortemente legati alle temperature. Cosa che non si può dire per NO2. E’ importante avere un sistema di sorveglianza che ci consenta di intervenire in maniera precoce. Un altro importante progetto finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito della valutazione dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute umana all’interno di una visione di Planetary Health è la Rete Italiana Ambiente e Salute (RIAS). Si tratta dell’integrazione istituzionale, formazione e valutazione di impatto ambientale e sanitario, con l'obiettivo di superare la settorialità dei processi valutativi e formativi e la frammentarietà delle discipline che concorrono a delineare il tema complesso del rapporto salute e ambiente. E’ importante integrare i dati sanitari e quelli ambientali. La messa in rete dei sistemi di prevenzione con istituti come ARPA e strutture che monitorano gli indicatori del benessere ambientate” ha dichiarato Rossi.

“Dalla pandemia è emersa una nuova Pneumologia” ha commentato Mauro Carone Presidente Eletto AIPO. “Consapevole del proprio ruolo, sempre più orientata alla razionalità piuttosto che all’empirismo. Vi è una forte necessità di passare dall’approccio tradizionale dell’indagine clinica (osservazione e categorizzazione descrittiva) a un maggiore contributo alla medicina di precisione grazie ai progressi della genomica molecolare e delle – omiche- in generale ovvero metabolomica, trascrittomica, proteinomica) dalla velocità di calcolo alla bioinformatica.”

“Ricordiamo inoltre” ha continuato Carone “che la Pneumologia spazia più di altre specialità in modo trasversale in infettivologia, oncologia, fisiologia, fisiopatologia, farmacologia, intensivistica, interventistica, immunologia e riabilitazione. Dobbiamo cogliere le opportunità di sviluppo che si presentano di volta in volta dal territorio alla pneumologia interventistica. Ogni crisi determina possibilità per rinascere e modificare situazioni che sembravano non modificabili” ha concluso Mauro Carone.

“Abbiamo di fronte un’opportunità unica” ha dichiarato Luca Richeldi, Direttore UOC Pneumologia alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio all’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Le società scientifiche AIPO e SIP hanno il dovere di collaborare con le istituzioni affinché il tema della salute ritorni a essere al centro delle scelte politiche. La comunità scientifica deve dare un supporto anche educativo. L’interazione fra salute e ambiente deve trovare spazio nei percorsi formativi degli specialisti. C’è un lavoro da fare ma la strada è segnata. Come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza avremo più specialisti, il triplo degli attuali. Dobbiamo trovare delle vie di implementazione della salute respiratoria al fine di trovare una corretta collocazione per questi nuovi specializzati. Serve inoltre una rete territoriale di specialisti la cosiddetta “specialistica di comunità”. Quella respiratoria è importante anche per le sue implicazioni con i temi ambientali. Abbiamo nuove opportunità anche grazie all’ingresso di nuovi farmaci che stanno entrando in commercio e che dovranno essere impiegati con attenzione. La nostra disciplina non è adeguatamente responsiva rispetto alle tecnologie diagnostiche nell’ambito della pneumologia interventistica o in altre sotto specialità. Il PNRR ci fornisce le risorse economiche starà a noi utilizzarle in maniera adeguata riconoscendo le giuste priorità di investimento che possono avere impatto sulla salute respiratoria” ha concluso Richeldi.

 Ufficio Stampa AIPO-ITS