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Come cambierà la sanità lombarda dopo la pandemia? Se ne è parlato al webinar organizzato da AIPO-ITS Lombardia

Si è tenuto il 21 ottobre scorso il primo webinar organizzato da AIPO-ITS Lombardia dal titolo “Come cambierà la sanità lombarda dopo la pandemia”.

A introdurre i lavori è stato Sergio Harari, Presidente AIPO-ITS Lombardia, che ha spiegato come la società scientifica abbia voluto organizzare due webinar per discutere e approfondire gli aspetti più importanti della riforma della sanità lombarda che è in discussione in questi giorni in Consiglio Regionale.

Si tratta di una vera e propria riorganizzazione della sanità lombarda che avrà ripercussioni su tutto il mondo sanitario. I webinar organizzati da AIPO-ITS rappresentano un’opportunità per rispondere ai numerosi interrogativi su una riforma che prevede la creazione di nuove strutture ed enti.

In questo primo webinar AIPO-ITS Lombardia ha incontrato Carlo Borghetti, Vice Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia III Commissione permanente - Sanità e politiche, che ha descritto i punti cardine della riforma.

“La proposta dell’Assessore Letizia Moratti” spiega Carlo Borghetti “recepisce le indicazioni di Agenas sulla legge 23 del 2015, la cosiddetta “riforma Maroni” che era stata approvata come sperimentazione per 5 anni e che verteva sulla sostituzione delle ATS e ASST al posto delle ASL. La riforma recepisce inoltre le novità introdotte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) introducendo le case di comunità e gli ospedali di comunità per il rilancio della sanità territoriale. Queste nuove realtà saranno gestite dalle ASST locali con il rischio di diventare ostaggio di una filiera di comando della sanità lombarda che ha la sua centralità negli ospedali. Saranno infatti i Direttori Generali degli ospedali a dover rilanciare la sanità territoriale attraverso le case e gli ospedali di comunità, meglio sarebbe stato affidare tale gestione alle ASL”.

“Il rischio è che queste strutture non vengano collocate in percorsi di governance adeguati e che quindi rimangano prive di una regia di comando ben definita” continua Borghi. “Se si vogliono cambiare le cose che non vanno ci vorrebbero più chiarezza e più coraggio. Basti pensare che le case di comunità sono strutture pensate per avere al loro interno medici di medicina generale, specialisti, infermieri ma anche psicologi e assistenti sociali per fornire un’assistenza non solo puramente medica ma anche sociale. Non si sa però con precisione chi lavorerà in queste strutture. Manca chiarezza. La riforma prevede la costituzione di 100 case di comunità in un primo tempo. Per quanto riguarda gli ospedali di comunità, questi rappresentano dei preziosi elementi intermedi di cui la Regione Lombardia ha profondamente bisogno in quanto faranno da ponte fra gli ospedali per acuti e il domicilio. Potranno ospitare dai 20 ai 40 letti e saranno a gestione infermieristica e, insieme alle case di comunità, verranno inseriti in strutture ospedaliere già esistenti oppure rimandati nella loro collocazione a una seconda fase di ragionamento.”

All’intervento di Carlo Borghetti sono seguite numerose domande e interventi di approfondimento in un formati altamente interattivo guidato da Sergio Harari e Michele Vitacca, rispettivamente Presidente Regionale AIPO-ITS Lombardia e Vice Presidente.

Puoi riascoltare il webinar al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=d26gjLH2DO8

 Ufficio Stampa AIPO-ITS