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Scomparso Giuseppe De Donno. Il ricordo commosso e partecipato dei colleghi

Nel pomeriggio del 27 luglio scorso ci ha lasciato il Dott. Giuseppe De Donno, ex primario di Pneumologia dell'Ospedale Carlo Poma di Mantova, uno dei più accaniti sostenitori della terapia anti-COVID-19 basata sulle trasfusioni di plasma iperimmune. De Donno, 54 anni, si era dimesso dall'ospedale di Mantova nei primi giorni di giugno per cominciare, lo scorso 5 luglio, la nuova professione di medico di base a Porto Mantovano.

Lo ricordiamo con le parole del Dott. Massimiliano Beccaria, Direttore F.F. SC di Pneumologia e UTIR Responsabile SS di Assistenza Respiratoria Domiciliare (ADR) del Carlo Poma di Mantova:

"Tutti i colleghi che lo hanno conosciuto sono rimasti increduli per la precoce ed inattesa scomparsa dell’amico Giuseppe De Donno.

Lo vogliamo ricordare per la sua completa abnegazione per l’attività medica in reparto sia da medico prima che da primario poi, con una attenzione quasi spasmodica alle necessità ed il benessere dei pazienti non solo dal punto di vista clinico ma soprattutto umano, facendoli in qualche modo essere parte di una famiglia allargata… quello che era per lui la Pneumologia.

Giuseppe si è sempre interessato alla vita “sociale” della nostra Pneumologia ed è stato un membro attivo di AIPO-ITS, sia come socio che come attore nelle campagne e nei progetti portati avanti in questi anni. Non si è mai risparmiato nel tentare di coinvolgere quanti più pneumologi per arrivare a parlare con una voce sola.

Nel suo percorso professionale ha sempre dato molta importanza al rapporto diretto con il paziente e i caregiver, come testimoniano le sue partecipazioni alle attività del territorio e la sua attività come responsabile del servizio di assistenza respiratoria domiciliare per più di 10 anni. Questa attenzione lo ha portato nei mesi scorsi a prendere la decisione di abbandonare l’attività ospedaliera, a cui teneva e a cui aveva dato gran parte della sua vita professionale, arrivando ad occupare la posizione di vertice, per tornare a fare “il medico” in ambulatorio, senza preoccupazioni che non fossero il benessere e la salute dei suoi assistiti.

Lo vogliamo ricordare con il suo sorriso, le sue battute, il suo entusiasmo nello studiare i casi e nel trovare le risposte a tanti dubbi, anche la sua profonda delusione quando qualche paziente nonostante tutto non ce la faceva, vissuta spesso come un insuccesso personale. Giuseppe era così, a momenti solare e in altri ombroso perché disilluso da qualcosa o indispettito o arrabbiato per non essere riuscito a fare quello che sperava per i pazienti. Per fortuna erano più i successi che gli insuccessi e questo era in gran parte merito della sua caparbietà, che ha dimostrato bene nel periodo così drammatico della pandemia ma che in parte lo ha profondamento logorato e stancato, come è accaduto a molti di noi ma forse a lui più che a tutti.

Sarà difficile non poterlo più sentire, confrontarsi con lui, semplicemente mangiare una pizza insieme…. Ci mancherà.

Speriamo che ora possa trovare quella pace e quella serenità che gli sono mancate qui.

Lo ricorderemo sempre e saremo sempre disponibili per i suoi cari".


Ufficio Stampa AIPO-ITS