- Pubblicazione il 05 Maggio 2020
Pubblicato nei giorni scorsi sulla prestigiosa rivista Tumori Journal uno studio multicentrico osservazionale, trasversale, volto ad accrescere le conoscenze circa l’impatto della sigaretta elettronica nei pazienti che si rivolgono ai Centri Antifumo per smettere di fumare.
L’iniziativa ha preso le mosse dal protocollo d’intesa siglato fra l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO-ITS) e l’ Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN) finalizzato ad arricchire e implementare le conoscenze sull’abitudine tabagica e contrastare l’insorgenza di malattie fumo correlate nella collettività.
In quest’ottica, il Centro Studi dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri-Italian Thoracic Society (AIPO-ITS) ha svolto un ruolo importante nel coinvolgimento dei Centri Antifumo a conduzione pneumologica, nel processo di raccolta delle adesioni e nel supportare l’IRFMN nella produzione della documentazione necessaria all’avvio della ricerca.
Coinvolti nello studio 12 Centri Antifumo dislocati sull’intero territorio nazionale, isole comprese, che, fra il 2016 e il 2018, hanno selezionato 395 fumatori, di età superiore ai 18 anni, e consumatori abituali, occasionali ed ex utilizzatori di sigarette elettroniche, comunemente dette e-cig.
“Si tratta di uno studio focalizzato sulle abitudini tabagiche di fumatori attuali o pregressi di sigarette elettroniche” spiega Paola Martucci, Dirigente Medico presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, fra i firmatari dello studio.
“Dei 395 soggetti, il 12,4% erano regolari utilizzatori di sigarette elettroniche intendendo per regolare il consumo in 5 o più giorni negli ultimi 30 giorni, il 9,4% utilizzatori occasionali (meno di 5 giorni di utilizzo nell’ultimo mese) e il 78,2% utilizzatori pregressi di e-cig (non nell’ultimo mese)” continua Paola Martucci. “Abbiamo potuto calcolare che circa Il 22% del campione totale era formato da dual users ovvero utilizzatori di sigarette tradizionali e di sigarette elettroniche.”
“Non abbiamo riscontrato differenze di genere: uomini e donne sono rappresentati in percentuali pressocchè simili nel campione di fumatori presi in esame. Il periodo medio di consumo della e-cig era pari a 3-4 mesi e la quasi totalità dei consumatori usava liquidi di ricarica a base di nicotina” continua Paola Martucci. “Il dato nuovo che è emerso in maniera evidente riguarda il numero consistente (3 su 4) di fumatori che hanno utilizzato la e-cig in almeno 1 ambiente in cui è vietato fumare. Per quanto riguarda la scelta degli ambienti destinati allo svapo, il 53,7% degli intervistati ha dichiarato di fumare nel luogo di lavoro, il 50% in ristoranti e bar, il 33,5% in aereo porti, stazioni di treni e di metro. Si tratta di ambienti in cui, secondo la legge Sirchia è proibito fumare le sigarette tradizionali ma in Italia mancano norme chiare circa il consumo delle sigarette elettroniche. L’88,9% ha poi dichiarato di utilizzare sigarette elettroniche presso il proprio domicilio, il 58,6% in auto private anche in presenza di bambini e il 70,8% a casa di parenti o amici.”
Quasi la metà dei partecipanti allo studio ha riferito almeno un effetto collaterale legato all’uso delle e-cig. In particolare, il 19,5% ha riferito tosse secca, il 12% secchezza delle fauci, il 7,6% irritazione di bocca e gola mentre nell’1,8% degli intervistati sono state riscontrate anche aritmie.
“Comparando i risultati del presente studio con quelli riportati da studi precedenti condotti in Giappone, USA, Australia e Spagna, possiamo affermare che in Italia la proporzione di utilizzatori di sigarette elettroniche che svapano almeno in un ambiente dove vige il divieto di fumo, è decisamente più elevato. Questo dato potrebbe però essere riconducibile alla tipologia di campione considerato (fumatori che si rivolgono ad un Centro Antifumo) e non necessariamente all’uso che ne fa la popolazione generale continua Martucci.
Nel 2013 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva diffuso raccomandazioni circa la necessità di regolamentare il consumo di sigarette elettroniche in ambienti dove il fumo non è consentito. Nonostante ciò, ad oggi, 14 su 28 stati membri dell’Unione Europea ne hanno parzialmente regolato l’uso negli ambienti smoke-free, mentre solo 4 paesi hanno promulgato norme di divieto in tal senso e l’Italia non è fra questi.
“Ci auguriamo che l’Italia si adegui presto alle indicazioni fornite dall’OMS in materia di divieto di utilizzo di sigarette elettroniche in ambienti liberi da fumo” ha concluso Paola Martucci.
Ufficio Stampa AIPO-ITS