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E-cig, dubbi e perplessità sui danni alla salute. L'intervista a Rosastella Principe

Diciotto morti confermate, centinaia di persone colpite da malattie polmonari.  In America le e-cigarettes stanno diventando un vero e proprio problema di salute pubblica. Per questo, alcune settimane fa, Donald Trump ha comunicato l’intenzione di ritirare dal mercato tutte le sigarette elettroniche aromatizzate. La possibilità di arrivare a un simile e drastico provvedimento nasce in seguito alle morti avvenute quest’estate negli Stati Uniti per una misteriosa patologia polmonare e agli oltre duecento casi di infezioni connesse all’uso di sigarette elettroniche. Dalle prime analisi, sembra che i pazienti avessero usato le e-cig per svapare liquidi contenenti THC, il principio attivo della marijuana ma la preoccupazione è anche che, attraverso il web, si stiano diffondendo sostanze dannose o che i malesseri siano dovuti al confezionamento “fai da te” del dispositivo.

Di fronte a ciò che sta accadendo negli Stati Uniti, in Italia crescono dubbi e perplessità sui danni alla salute. La comunità scientifica concorda sull’esigenza di effettuare studi e ricerche ma il dibattito divide gli esperti: c’è chi sostiene che siano meno dannose rispetto a quelle tradizionali e chi invece, come la dottoressa Rosastella Principe – medico pneumologo e Responsabile del centro antifumo dell’ospedale San Camillo Forlanini di Roma – mette in guardia sui rischi e pericoli di questo nuovo trend che impazza sui social e colpisce i giovani che non hanno mai fumato e che iniziano con l’e-cig considerandole, erroneamente, innocue.

Nate per gli adulti che vogliono smettere di fumare, sembrano affascinare più i giovanissimi, anche grazie ai liquidi aromatizzati e alla bellezza estetica con luci colorate di design. Nell’intervista a Sanità Informazione, la dottoressa Principe consiglia di fare molta attenzione con questi dispositivi, utilizzare questi prodotti sotto controllo e indicazione del medico, non acquistare i liquidi sul web ma in farmacia e nei negozi autorizzati.

Dottoressa, facciamo chiarezza: qual è la differenza tra le sigarette elettroniche e le sigarette a tabacco riscaldato?

«Le sigarette elettroniche sono uscite anni fa e permettono di inalare vapore attraverso liquidi aromatizzati – con o senza nicotina – e che raggiungono l’apparato respiratorio senza che ci sia combustione del tabacco. Già questo, ha creato allarme, perché si tratta di liquidi aromatizzati ai diversi gusti e sapori che vanno al polmone profondo e di cui noi non conosciamo l’effetto a livello polmonare. Negli ultimi tempi, poi, proprio perché le sigarette elettroniche presentavano un certo calo di vendite, si è pensato di introdurre i prodotti a “tabacco riscaldato”: riscaldano ma non bruciano. Si è tornati, quindi, alle sigarette tradizionali: in poche parole, sono sigarette più piccole che contengono tabacco che però non va incontro alla combustione e questo determina un minore assorbimento di sostanze cancerogene».

Si può parlare, secondo lei, di prodotti a rischio ridotto?

«Bisogna fare attenzione quando si parla di prodotti a “rischio ridotto”. Noi non conosciamo la suscettibilità di ogni individuo a queste sostanze. Inoltre, molto spesso, questi liquidi vengono venduti e comprati attraverso il web: esistono oltre tremila campioni di liquidi ed è per noi impossibile analizzarli tutti e generare uno studio. In più, c’è da dire che i ragazzi giovani che si approcciano per la prima volta al fumo e che scelgono le sigarette elettroniche con nicotina, vanno comunque incontro alla dipendenza. È la nicotina infatti, a indurre dipendenza. Questo è molto pericoloso perché la prima sigaretta tradizionale può risultare spiacevole o piacevole; queste elettroniche aromatizzate possono essere da subito ben gradite ai giovani e innescare più facilmente la dipendenza. È un’esperienza più gentile: molti di noi, da giovani, hanno provato la prima sigaretta e non ne sono rimasti particolarmente attratti, anzi, a volte disgustati dal sapore della nicotina. Adesso la nicotina viene proposta con liquidi aromatizzati e questo lo trovo, per i ragazzi, un grosso pericolo».

Esistono studi che hanno individuato la presenza di sostanze cancerogene nelle sigarette elettroniche?

«Sì, non è vapore acqueo. Diversi studi hanno segnalato la presenza di sostanze potenzialmente dannose in tutte le sigarette elettroniche. Anche se in quantità ridotta, ci sono. Ci sono già studi che hanno riscontrato nelle sigarette a tabacco riscaldato sostanze cancerogene: aldeidi, metalli e altri elementi irritanti. Noi non sappiamo ancora però, perché non abbiamo studi a venti, trent’anni, se sono in grado di sviluppare neoplasie anche se assunte in quantità ridotta. Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità, nell’ultimo rapporto OMS 2019 sull’epidemia globale da tabacco, chiede di regolamentare questi nuovi dispositivi e li definisce “indubbiamente dannose che pongono rischi per la salute”. Nei polmoni delle persone ricoverate negli Usa sono state trovate sostanze oleose all’interno dei macrofagi, cellule spazzino per ripulire i polmoni. Ma la domanda è questa: erano presenti nel liquido – di cui spesso non si conosce la provenienza – o negli oli a base di marijuana? È difficile oggi dare una risposta definitiva, ci vorranno studi istologici proprio sui polmoni.  È un campo da tenere sotto attenzione. Ancora non c’è evidenza che la sigaretta elettronica o quelle a tabacco riscaldato facciano smettere di fumare; per questo, quello che mi sento di dire a chi vuole smettere di fumare è che deve rivolgersi a centri antifumo dove vengono usati farmaci di provata efficacia sotto il controllo del medico e di fare molta attenzione con questi dispositivi».

Come si può avere il controllo di quanto si è fumato con le sigarette elettroniche?

«Non si ha il controllo. Quando al centro antifumo arrivano persone che usano questi prodotti, il processo di cessazione dal fumo è ancor più complicato perché non capiamo quante “svapate” fanno. Non le contano più, possono fumare dappertutto, anche negli spazi al chiuso e questo non solo produce una dipendenza che, ripeto – nei giovani soprattutto – è pericolosa, ma non gli permette di controllare più di quanto effettivamente fumano».

Se si decide di svapare le sigarette elettroniche, dove vanno acquistati i liquidi per stare sicuri?

«In farmacia e nei negozi e rivenditori autorizzati. Non fidarsi dei prodotti a costo ridotto venduti su internet perché il controllo non è possibile. Se si usano per smettere di fumare, bisogna sempre rivolgersi ad un centro antifumo. Se parliamo di giovani, a maggior ragione i ragazzi devono essere seguiti perché il pericolo di sviluppare la dipendenza da nicotina è uguale a quello che dà la sigaretta tradizionale. Noi nei centri antifumo curiamo la dipendenza dal fumo e la provocano entrambe. La sigaretta elettronica deve essere proposta se il paziente desidera questo approccio e nega gli altri, sotto la guida di personale esperto che sa dire al paziente come e quanto si deve usare per arrivare ad una riduzione e poi a una cessazione.

I liquidi italiani sono controllati?

«Di quelli che compriamo in farmacia o nei negozi autorizzati ne conosciamo la provenienza. Ma il rischio c’è perché queste sostanze vengono vendute anche sul web».

Centro Antifumo San Camillo Forlanini di Roma 06-58704336

Fonte: Sanitainformazione.it