- Pubblicazione il 07 Marzo 2019
L’inquinamento atmosferico è un assassino silenzioso ed è responsabile della morte prematura di sette milioni di persone ogni anno, tra cui 600.000 bambini.
L’allarme arriva da Ginevra dove il 4 Marzo si è tenuto il Consiglio dei diritti umani.
David Boyd, relatore speciale per i diritti umani e l’ambiente delle Nazioni Unite, ha sottolineato come “ogni ora 800 persone muoiono, molte dopo anni di sofferenza, di cancro, malattie respiratorie o malattie cardiache causate dalla respirazione di aria inquinata”.
Le principali fonti di inquinamento atmosferico sono rappresentate dalla combustione di composti fossili per ottenere elettricità, dai trasporti e dal riscaldamento, nonchè dalle attività industriali. Altre possibili cause che non si possono dimenticare sono rappresentate da una cattiva gestione dei rifiuti e da pratiche agricole non conformi alla legge.
IL VIDEO: INQUINAMENTO ATMOSFERICO, IL "KILLER SILENZIOSO"
Tra le raccomandazioni chiave esposte da Boyd ci sono il divieto di nuove centrali elettriche a energia fossile e la sostituzione di quelle esistenti entro il 2030, insieme al sostegno per la crescita dei sistemi di generazione di energia rinnovabile distribuiti.
A oggi, 127 paesi hanno adottato una legislazione per regolamentare l’utilizzo dei sacchetti di plastica, 27 paesi hanno promulgato leggi che vietano prodotti specifici di plastica, 27 paesi hanno istituito tasse sulla produzione di sacchetti di plastica, 30 paesi hanno addebitato ai consumatori tariffe per i sacchetti di plastica, 63 paesi hanno aumentato la responsabilità dei produttori sulle materie plastiche monouso, compresi i rimborsi dei depositi, gli obiettivi di restituzione dei prodotti e di riciclaggio, otto Stati hanno bandito le microsfere, che si trovano comunemente nei cosmetici.
Inoltre l’esperto ONU per i diritti umani e l’ambiente ci ricorda come noto che l’inquinamento atmosferico causa malattie respiratorie, asma, cancro ai polmoni, problemi alla nascita e turbe neurologiche. Dalla riflessione dell’esperto sul problema, si evince, quanto questi rischi non siano distribuiti equamente. “Le persone più vulnerabili come i bambini, gli anziani, le comunità autoctone o le donne – inoltre aggiunge – soffrono livelli di esposizione all’inquinamento più elevati”, “e la maggior parte dei decessi – prosegue – si registrano in paesi a basso e moderato reddito”. Pertanto, secondo l’esperto ONU “Non c’è alcun dubbio che la cattiva qualità dell’aria viola numerosi diritti fondamentali, ad esempio quello di ogni essere umano a respirare aria pura”, “L’ONU dunque deve riconoscere il diritto dell’uomo a un ambiente sicuro, pulito, sano e durevole e gli Stati hanno l’obbligo di tutelare i diritti umani dai danni ambientali”.
David Boyd in conclusione, ha indicato sette misure chiave che gli Stati dovrebbero utilizzare per rispettare l’obbligo a garantire un ambiente più sano. “Devono sorvegliare la qualità dell’aria – ha affermato – identificare le cause dell’inquinamento, informare gli abitanti e coinvolgerli nei processi decisionali sul tema, promulgare norme che determinino limiti chiari contro l’inquinamento atmosferico, elaborare piani di azione contro questo grave pericolo e prevedere fondi adeguati per l’applicazione di questi piani antinquinamento, infine valutare i progressi in questo campo”.
Ufficio Stampa AIPO