- Pubblicazione il 26 Febbraio 2019
Si è tenuta sabato 23 Febbraio a Roma, per la prima volta nella storia italiana, l’assemblea congiunta dei rappresentanti delle Federazioni Nazionali e degli Ordini delle professioni sanitarie e sociali che hanno espresso preoccupazione in relazione al progetto di regionalismo differenziato che rischia di mettere in serio pericolo i principi di equità, uguaglianza e solidarietà che dovrebbero essere garantiti dal Sistema Sanitario Nazionale sin dal suo concepimento.
Erano presenti i rappresentanti di 1,5 milioni di professionisti della salute quali Infermieri, Medici, Tecnici Sanitari, Psicologi, Farmacisti, Biologi, Assistenti Sociali, Veterinari, Ostetriche, Clinici e Fisici.
I dieci Ordini professionali (Fnopi, Fnomceo, FnoTsrm-Pstrp, Cnop, Fofi, Onb, Fnovi, Fnopo, Fncf e il Cnoas) hanno elaborato un manifesto unitario, che ne sancisce l’unione d’intenti, in cui si impegnano nel perseguire specifici obiettivi e, nel contempo, chiedono allo Stato, alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano, di intensificare la collaborazione tra le professioni sanitarie e sociali e i loro enti.
Attraverso il manifesto i professionisti sottolineano come “Le autonomie locali devono essere uno strumento che facilita l’erogazione dell’assistenza e non un ostacolo per l’universalità e l’equità del SSN; a tutti i cittadini va garantito il diritto alla salute, nello stesso modo e negli stessi termini, in ossequio agli articoli 3 e 32 della nostra Costituzione”.
E inoltre “Le differenze regionali – rilevano i professionisti - sono uno dei problemi maggiori del sistema sanitario nazionale e, secondo l'Ocse il sistema sanitario italiano è caratterizzato da un alto livello di frammentazione e mancanza di coordinamento dell'assistenza erogata dai diversi professionisti e da una bassa e disomogenea diffusione sul territorio nazionale; sempre secondo l'Ocse ci sono in Italia 21 sistemi sanitari regionali con differenze notevoli sia per quanto riguarda l'assistenza che gli esiti, con un elevato numero di pazienti che si spostano da regione a regione”.
Gli Ordini chiedono inoltre l’attivazione di un tavolo di confronto permanente tra le Professioni Sanitarie e Sociali, il Governo e le Regioni, in seno alla Conferenza Stato-Regioni, con il coinvolgimento dei rappresentanti dei cittadini.
Sempre nel documento i professionisti sottolineano come “occorre mettere in primo piano gli obiettivi di salute tra i quali la prevenzione, favorire concretamente la partecipazione dei cittadini e mettere i professionisti nelle migliori condizioni di perseguire tali obiettivi”.
Ufficio Stampa AIPO