- Pubblicazione il 08 Gennaio 2019
Ridurre gli esami di laboratorio di routine nei pazienti ricoverati in ospedale. A lanciare il monito è la Fondazione Gimbe che sul tema ha realizzato, previa revisione sistematica della letteratura scientifica, un Position Statement, disponibile online (www.evidence.it/riduzione-test-laboratorio) che vuole fornire a professionisti e ospedali strumenti utili al fine di ridurre gli sprechi legati a una inutile ripetizione di esami di routine.
In base alle evidenze scientifiche – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – oggi possiamo affermare sia che la continua ripetizione dei test di laboratorio nei pazienti ospedalizzati genera sprechi e danni, sia che la loro riduzione non ha alcun impatto negativo sulla sicurezza dei pazienti”.
Dall’analisi realizzata dalla Fondazione Gimbe emerge infatti come “anche se gli esami di laboratorio rappresentano meno del 5% della spesa ospedaliera, l'impatto economico è molto più elevato perché i loro risultati influenzano circa 2/3 delle decisioni cliniche relative a ulteriori test diagnostici o interventi terapeutici".
Il fenomeno è "molto complesso - osserva Cartabellotta - perché le prescrizioni ripetute di esami di laboratorio nei pazienti ospedalizzati conseguono alla variabile interazione di vari fattori: medicina difensiva, incertezza diagnostica, sottostima degli effetti avversi, scarsa consapevolezza dei costi, mancato feedback sulla prescrizione dei test, differente background formativo dei medici".
Nel documento della Fondazione vengono anche individuati gli interventi da attuare al fine di ridurre i test di laboratorio che vengono ripetuti in maniera inappropriata in corsia. Una riduzione che non deve chiaramente comportare conseguenze avverse come mancate diagnosi, re-ospedalizzazioni o mortalità.
Tre, secondo l'analisi, gli interventi efficaci per ridurre la ripetizione inappropriata di test di laboratorio di routine nei pazienti ricoverati: la formazione, l'audit e feedback ai professionisti sull'appropriatezza delle prescrizioni e la loro restrizione tramite cartella clinica informatizzata. "Nonostante l'efficacia dei singoli interventi - precisa Cartabellotta - una riduzione significativa e prolungata dei test superflui si ottiene dalla loro combinazione multifattoriale, coinvolgendo opinion leader clinici e decisori per promuovere il cambiamento nell'organizzazione ed estendendo gli interventi a tutti i professionisti sanitari e non solo ai medici prescrittori".
"In base alle evidenze scientifiche - conclude il presidente di Gimbe - oggi possiamo affermare sia che la continua ripetizione dei test di laboratorio nei pazienti ospedalizzati genera sprechi e danni, sia che la loro riduzione non ha alcun impatto negativo sulla sicurezza dei pazienti. Auspichiamo che il Position Statement venga utilizzato dagli ospedali e dai medici, sia per ridurre una pratica costosa e rischiosa, sia per il potenziale impatto culturale, visto che ridurre pratiche dal basso 'value' migliora la sicurezza, l'efficacia e la costo-efficacia dell'assistenza e contribuisce alla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale".
Ufficio Stampa AIPO