- Pubblicazione il 08 Giugno 2018
Importanti novità nella gestione dell’asma da moderato a grave arrivano dalle pagine del New England Journal of Medicine. Le pagine della prestigiosa rivista ospitano infatti i risultati di due importanti studi clinici di fase 3, il QUEST e il VENTURE, che dimostrano come Dupilumab abbia portato a un significativo miglioramento della funzionalità respiratoria, diminuito la dipendenza da corticosteroidi orali e ridotto in maniera importante il rischio di riacutizzazioni gravi in un’ampia popolazione di pazienti con asma non controllato. I dati sono stati presentati contemporaneamente al Congresso annuale dell’American Thoracic Society.
Il farmaco in questione è il Dupilumab, una molecola in grado di inibire l’attività di agenti che scatenano risposte infiammatorie allergiche di tipo 2, quelle alla base dell’insorgenza di patologie come l’asma, la dermatite atopica, la poliposi nasale, la rinite allergica e l’esofagite eosinofila.
In particolare, Dupilumab inibisce l’attività delle citochine IL-4 e IL-13. In Europa, il Dupilumab ha ricevuto l’autorizzazione dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) per il trattamento di adulti con dermatite atopica da moderata a grave candidati alla terapia sistemica a settembre 2017.
A beneficiare maggiormente degli effetti del Dupilumab sono stati i pazienti con livelli più elevati di marcatori dell’infiammazione di tipo 2 come gli eosinofili e l’ossido nitrico esalato (FENO).
Entrambi gli studi clinici hanno messo in evidenza un miglioramento della funzionalità respiratoria a due settimane dall’inizio del trattamento con Dupilumab. Miglioramento mantenuto per 52 settimane.
Nello studio clinico VENTURE, i pazienti trattati con Dupilumab hanno ridotto sostanzialmente l’uso di corticosteroidi orali e, tuttavia, hanno registrato un numero inferiore di riacutizzazioni e un miglioramento della funzionalità respiratoria rispetto a placebo.
“Il trattamento biologico dell’asma grave rappresenta una nuova sfida per la pneumologia”, sottolinea il dr. Claudio Micheletto, Direttore della Pneumologia di Legnago, “finalmente abbiamo a disposizione delle armi molto efficaci per questi pazienti. Fino a poco tempo fa eravamo costretti ad usare frequenti cicli di cortisonici sistemici per risolvere le riacutizzazioni. Questi farmaci hanno un impatto importante in termini di effetti collaterali: osteoporosi, aumento di peso, diabete, ipertensione arteriosa. Le riacutizzazioni hanno poi un impatto importante sulla qualità di vita e determinano pesanti limitazioni. I nuovi farmaci biologici ci ricordano innanzitutto che l’asma non è un’unica malattia, che il compito dello Pneumologo è di definirla con precisione per assegnare il giusto trattamento.”
“Oltre a Omalizumab, farmaco che blocca le IgE (immunoglobuline responsabili della reazione allergica) e Mepolizumab, che blocca l’interleuchina 5 (responsabile dell’aumento delle cellule infiammatorie eosinofili), a breve avremo a disposizione anche Dupilumab, nuovo anticorpo monoclonale in grado di bloccare l’interleuchina 4 e l’interleuchina 13” spiega Micheletto. “Si tratta di un nuovo meccanismo, i due nuovi studi pubblicati ne hanno confermato l’efficacia, sia in termini di riduzione delle riacutizzazioni che dell’uso dei cortisonici, per coloro che ne fanno un uso regolare. L’efficacia di Dupilumab è poi confermata dall’effetto sulla funzione respiratoria. I pazienti che hanno ottenuto i migliori risultati sono quelli che avevano elevati valori di infiammazione eosinofilica, misurata con l’ossido nitrico esalato.”
“Dupilumab rappresenterà un’ulteriore opzione terapeutica nel trattamento biologico dell’asma grave, spetterà agli Pneumologi definire se effettivamente si tratta di asma grave, se vi sono delle comorbidità non trattate, a quale specifico fenotipo appartiene il paziente e quale è il giusto trattamento biologico” conclude l’esperto.
Ufficio Stampa AIPO