- Pubblicazione il 26 Aprile 2018
E’ stato pubblicato nelle scorse settimane sulla rivista 'New England Journal of Medicine' uno dei più grandi studi mai condotti in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva con una storia di esacerbazione.
Si tratta dello studio IMPACT che dimostra la superiorità della triplice combinazione (fluticasone furoato/umeclidinio/vilanterolo, 'FF/UMEC/VI' 100/62,5/25 mcg) rispetto alle due differenti classi di doppia combinazione, fluticasone furoato/vilanterolo (FF/VI) e umeclidinio/vilanterolo (UMEC/VI) per quanto riguarda l’endpoint primario ovvero la riduzione del tasso annuale di riacutizzazioni moderate/gravi in corso di trattamento e una serie di altri risultati clinicamente importanti, tra cui la funzionalità polmonare e la qualità della vita.
I risultati di ulteriori endpoint secondari e di altri pubblicati in questi giorni includono: una riduzione statisticamente significativa del 34% dei ricoveri per Bpco (riacutizzazioni gravi) ottenuta con la triplice rispetto ad umeclidinio/vilanterolo (0,13 vs 0,19 all'anno, p <0,001), ed una riduzione del 13% rispetto a fluticasone furoato/vilanterolo non statisticamente significativa (0,13 vs 0,15; p = 0,064).
Una riduzione significativa del rischio di mortalità per tutte le cause durante il trattamento è stata osservata per entrambi i bracci contenenti corticosteroidi inalatori, rispetto alla combinazione umecludinio/vilanterolo. Una riduzione del 42,1% del rischio di mortalità per tutte le cause durante il trattamento è stata osservata per la triplice, rispetto sempre alla combinazione umeclidinio/vilanterolo (1,20% vs 1,88%, p = 0,011).
Il profilo di sicurezza della triplice in un singolo inalatore si è dimostrato coerente al profilo di sicurezza dei singoli componenti. Gli eventi avversi più comuni nei gruppi di trattamento sono stati l'infezione virale del tratto respiratorio superiore, il peggioramento della Bpco, l'infezione del tratto respiratorio superiore, la polmonite e il mal di testa. Coerentemente con studi precedenti, l'incidenza di polmonite come evento avverso grave è stata del 4%, 4% e 3% rispettivamente per FF/UMEC/VI, FF/VI e UMEC/VI.
“Nei prossimi anni i Pazienti affetti da BPCO potranno essere trattati con diverse strategie terapeutiche”, sottolinea il dr. Claudio Micheletto, Segretario Nazionale AIPO e Direttore dell’UOC di Pneumologia dell’Ospedale di Legnago, “i broncodilatatori in monoterapia nei casi più lievi, l’associazione con una duplice broncodilatazione LABA/LAMA, l’associazione LABA/ICS, e prossimamente una triplice associazione LABA/LAMA/ICS. Sarà compito degli specialisti pneumologi definire nel miglior modo possibile le caratteristiche della malattia e personalizzare il trattamento. La triplice rappresenta una ulteriore opportunità, lo studio IMPACT migliora la comprensione della gestione della BPCO. Lo studio chiarisce infatti quale tipologia di Pazienti può ottenere il massimo beneficio da questo trattamento: coloro che sono sintomatici nonostante un trattamento, che presentano una severa ostruzione con frequenti riacutizzazioni”.
Ufficio Stampa AIPO