- Pubblicazione il 29 Marzo 2018
In seguito all’entrata in vigore del decreto ministeriale che sancisce l’obbligatorietà dei vaccini ai fini dell’iscrizione scolastica il 44% dei genitori si è affidato al web per trovare informazioni su questo tema. In particolare, Twitter e Facebook sono stati i luoghi virtuali maggiormente visitati a questo scopo. A dirlo è una ricerca dal titolo “I vaccini per l’infanzia sul web” condotta dall’Health Web Observatory con il sostegno incondizionato di Sanofi Pasteur.
In particolare, la ricerca si è focalizzata sul traffico in rete nei tre mesi successivi all’entrata in vigore del decreto ministeriale (poi legge 119/2917) ovvero dal 1 Agosto al 10 Ottobre 2017.
I ricercatori hanno individuato delle “parole chiave” centrate sul tema dei vaccini obbligatori e hanno analizzato il numero di volte in cui una parola chiave compariva nei posti e negli scambi in rete.
Risultato: sono state trovate 39500 menzioni in tre mesi. Nel caso dei vaccini è stata registrata una media di 556 menzioni al giorno. Per gli addetti ai lavori si tratta di un dato significativo che equivale al doppio della media giornaliera di parole chiave che si registra per alcune patologie.
Per quanto riguarda i social network, il 60% delle menzioni si concentra su questi strumenti virtuali. Il 31% su Twitter e il 20% su Facebook. Il restante 40% riguarda il web con la seguente distribuzione: una spiccata preferenza per i siti di informazioni generalista (85%) contro il 5% dei portali istituzionali.
“Sono dati che ci confermano che i social media sono importanti per influenzare l’opinione pubblica e per questo abbiamo fatto una legge che protegge soprattutto i bambini – dichiara Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Siamo contenti di come è andata la legge che ha dimostrato di funzionare bene soprattutto nella fascia d’età della scuola dell’obbligo”.
“Il volume delle ricerche effettuate in rete ed il numero dei post sul tema analizzati nel periodo di osservazione – dichiara Ketty Vaccaro, Presidente dell’Health Web Observatory - conferma il ruolo crescente di internet come canale di informazione sulla vaccinazione per l’infanzia. Tuttavia, nonostante ricerche e menzioni prendano spunto soprattutto dall’attualità, il riferimento a fonti informative (siti di giornali, istituzionali o scientifici) non è prevalente, anzi è il ruolo dei social a risultare preponderante (23.416 menzioni, pari al 60% del totale)”. Insomma, il ruolo dei social media è ormai innegabile.
“Questi dati – commenta Ricciardi – dimostrano ormai che noi come istituzioni ci dobbiamo stare sui social network e per questo abbiamo lanciato un portale istituzionale dell’Istituto Superiore di Sanità e abbiamo già decine di migliaia di contatti ogni giorno anche sui nostri social media”.
A cercare informazioni sui vaccini obbligatori sono stati soprattutto utenti delle fasce di età intermedie: un terzo ha da 45 a 54 anni, il 23% dai 35 ai 44. Quanto alla produzione di contenuti, i più attivi sono cittadini comuni (37% dei post generati), no-vax (31%) e stampa generalista (25%). Ma l’audience è un’altra storia: se si considera il potenziale pubblico raggiunto (circa 2,7 milioni di utenti al giorno, secondo la ricerca) è la stampa generalista a contare evidentemente su un target più ampio.
Ufficio Stampa AIPO