- Pubblicazione il 30 Gennaio 2018
Nel numero 6 di Rassegna troviamo in apertura un Articolo di revisione di Thomas Galasso dedicato all’aspergillosi, infezione fungina causata da Aspergillus spp., micete filamentoso ubiquitario al quale è legata la possibilità di sviluppare diverse patologie respiratorie in rapporto alla situazione immunitaria dell’ospite ed alla carica aspergillare. Sebbene siano state identificate 250 specie di Aspergillus, le patologie aspergillari sono causate da una minoranza di patogeni (A. fumigatus, più frequente, flavus, terreus, niger). L’Autore evidenzia come entità cliniche diverse possano coesistere o possedere segni clinicoradiologici sovrapponibili e analizza l’epidemiologia, la patogenesi, la diagnosi e la terapia delle diverse forme di aspergillosi polmonare (invasiva, cronica, sub-acuta, tracheobronchiale, allergica), sottolineando come la corretta diagnosi delle malattie polmonari da aspergillo sia talora complessa.
Per la Serie Malattie respiratorie occupazionali troviamo un lavoro di Consuelo Buttigliero e Silvia Novello sui tumori polmonari professionali, neoplasie alla cui genesi ha agito come causa o concausa un’attività lavorativa con esposizione ad agenti cancerogeni. Nell’articolo vengono riportati i dati relativi a diversi agenti chimici/fisici, fra i primi l’amianto e l’arsenico e attività, quali la verniciatura, che aumentano il rischio di neoplasia polmonare. Le Autrici sottolineano l’esistenza di una forte sottostima dell’incidenza di tumori professionali dovuta all’impossibilità a distinguere clinicamente i tumori professionali dalle altre neoplasie, al lungo periodo di latenza tra esposizione e insorgenza neoplastica e alla difficolta di identificare tutte le sostanze con le quali il lavoratore è venuto a contatto.
Per la Serie Ipertensione polmonare, l’articolo di Patrizio Vitulo e Marco Morsolini, attraverso la presentazione di un caso clinico, tratta l’argomento dell’ipertensione polmonare cronica tromboembolica (CTEPH) la cui diagnosi può essere problematica poiché spesso dall’episodio acuto di embolia polmonare clinicamente rilevabile, all’esordio dei sintomi, possono trascorrere anni. Gli Autori descrivono i fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza della patologia, i procedimenti diagnostici e i trattamenti terapeutici chirurgici e medici.
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Ufficio Stampa AIPO