- Pubblicazione il 07 Novembre 2017
Nonostante i progressi della scienza e della medicina la tubercolosi rimane il primo killer infettivo nel 2016 ed è la principale causa di decesso negli individui affetti da HIV. Nel 2016 ci sono stati 10,4 milioni di nuovi casi in tutto il mondo, il 10% dei quali sono persone affette da HIV. A rendere noti questi dati è il Global TB Report rilasciato in questi giorni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Inoltre la forma di tubercolosi resistente ai farmaci rappresenta una vera e propria emergenza sanitaria e minaccia per la salute pubblica.
Questi temi saranno al centro di un corso di formazione dal titolo “Tubercolosi da Stop TB a End TB”, organizzato dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), che si svolgerà a Parma l’8 e il 9 Novembre prossimi presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma, Padiglione Rasori.
Scarica il programma
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità per contrastare l’epidemia è necessaria un’azione globale in grado di coinvolgere non solo il settore sanitario ma, più in generale, i percorsi di cura e gli investimenti economici atti a sostenerli.
Per quanto concerne gli interventi di natura preventiva, questi sono per lo più rivolti a due gruppi di persone considerati maggiormente a rischio: i malati di HIV e i bambini al di sotto dei 5 anni. Tuttavia la maggior parte delle persone che sarebbero destinatarie del trattamento preventivo non vi accede.
“I dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dicono che, nonostante i numeri sempre troppo alti, la tubercolosi è in leggero calo rispetto al 2015” commenta Pier Anselmo Mori della UOC Pneumologia ed Endoscopia Toracica Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma, fra i responsabili scientifici dell’evento di Parma. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato una strategia per ridurre il numero di morti causate dalla TBC denominata End TB. I paesi più a rischio sono l'India in testa, seguita da Indonesia, Cina, Filippine, Pakistan, Nigeria e Sudafrica. In queste zone l’incidenza della malattia è più alta e l’accesso alle cure più difficile.”
“Non dimentichiamo inoltre un altro aspetto critico” continua Mori. “La forma di tubercolosi multi resistente ai farmaci è in aumento. Si registrano 290 mila nuovi casi all’anno. Di questi il 45% in India. Nell’ex Unione Sovietica il numero di casi di tubercolosi è in leggero calo ma aumentano i casi di tubercolosi multi resistente. Se consideriamo i flussi migratori che da questi paesi portano in Italia possiamo facilmente comprendere come questo fenomeno rappresenti una minaccia anche per la salute pubblica italiana.”
In Italia la situazione è sotto controllo e contenuta. “La tubercolosi è in calo” commenta Mori “Sono circa 4.000 i nuovi casi di tubercolosi all'anno, ma non dimentichiamo un centinaio di casi non individuati per inefficienza delle diagnosi".
“Al di là dei numeri il Report emanato dall’OMS riporta un messaggio importante: è necessario il coinvolgimento dei decisori politici affinchè mettano in atto delle strategie volte a intervenire nei paesi più poveri e maggiormente deficitari di cure e di assistenza per i malati. In molti dei paesi dove l’incidenza di tubercolosi è più alta i malati non hanno accesso ai farmaci che sono molto costosi. Inoltre in questi contesti sono carenti le misure igieniche così come le più essenziali forme di assistenza. La prima conferenza mondiale organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla tubercolosi avrà luogo a Mosca il 16 e 17 novembre prossimi. Si tratta di un momento estremamente importante che vedrà riuniti i ministri della salute pubblica di tutto il mondo, i rappresentanti delle istituzioni di natura politica ed economica per un confronto sullo stato dell’arte del progetto “End TB”. L’evento di Mosca testimonia che, per la prima volta, qualcosa si sta muovendo e che le forze politiche si stanno interessando al problema” chiosa Mori.
Scarica il Global Tuberculosis Report 2017
Ufficio Stampa AIPO