- Pubblicazione il 27 Luglio 2017
La spesa farmaceutica territoriale pubblica è stata di 13,874 miliardi (che corrisponde a circa 228,7 euro pro capite), con un aumento del +3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I farmaci per l’apparato cardiovascolare sono al primo posto per spesa (55,3 euro pro capite) e consumi (468,1 dosi ogni 1000 abitanti al giorno) nell’ambito dell’assistenza farmaceutica convenzionata, seguiti da quelli per l’apparato gastrointestinale e metabolismo.
A dirlo è il Rapporto Osmed 2016, pubblicato sul sito dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che fornisce una fotografia della spesa legata al consumo dei farmaci e all’assistenza farmaceutica nel nostro Paese. Vai al Rapporto
Il documento è frutto dell’analisi di dati provenienti da differenti fonti: il nuovo sistema informativo sanitario del Ministero della Salute (MdS/NSIS), il flusso della tracciabilità del farmaco (alimentato dalle aziende farmaceutiche), il flusso della distribuzione diretta e per conto e dei consumi ospedalieri (alimentati dalle Regioni).
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) precisa però che si tratta di analisi provvisorie in quanto l’agenzia stessa, il ministero della Salute e dell’Economia hanno chiesto alle aziende e alle Regioni una revisione e il completamento dei dati che saranno inoltrati al sistema entro l’8 settembre 2017.
Nel 2016 la spesa farmaceutica territoriale pubblica è stata di 13.874 milioni di euro (che corrisponde a circa 228,7 euro pro capite), con un aumento del +3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In calo, invece, il numero di ricette (-1,5%) e quello delle confezioni erogate in regime di assistenza convenzionata (-1,2%) rispetto al 2015. In media, ogni giorno sono state utilizzate 1.134,2 dosi di medicinali ogni mille abitanti, con un incremento del +1,7% rispetto all’anno precedente e sono state dispensate 1.117 milioni di confezioni (circa 18,3 confezioni per abitante).
Se i farmaci dell’apparato cardiovascolare sono al primo posto per la spesa, gli antineoplastici ed immunomodulatori rappresentano invece la prima categoria a maggiore incidenza in termini di spesa (70,2 euro pro capite) e la quinta in termini di dosi medie prescritte (9,1 DDD/1000 ab die) nell’ambito dell’assistenza farmaceutica erogata dalle strutture sanitarie pubbliche. Seguono per spesa i farmaci antimicrobici per uso sistemico (59 euro pro capite), al sesto posto in termini di consumi (8,6 DDD/1000 ab die). Relativamente agli antibiotici, nell’ambito dell’erogazione di medicinali in regime convenzionale, si registra una riduzione dei consumi rispetto al 2015, in particolare nei fluorochinoloni (-7,5%) e nei macrolidi (-6,7%). Ma per quanto riguarda l’utilizzo nelle strutture sanitarie pubbliche, il rapporto certifica un incremento della spesa del +9,5%, associata a un notevole aumento dei consumi (+18,2%).
I farmaci a brevetto scaduto rappresentano nel 2016 il 56,1% della spesa convenzionata e il 2,1% della spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, costituendo complessivamente il 22% della spesa farmaceutica Ssn. I dati del 2016 hanno confermato l’incremento dell’incidenza del consumo di tutti i farmaci biosimilari. L’incidenza del consumo dei farmaci biosimilari rispetto all’originator ha raggiunto il 90% per i fattori della crescita e quasi il 60% per le epoetine. Inoltre, nel corso del 2016 ha avuto inizio la commercializzazione dei biosimilari dell’insulina glargine e dell’etanercept.
La spesa per i farmaci orfani è stata nel 2016 pari a 1.393 milioni di euro, pari al 6,1% della spesa Ssn, corrispondente ad un consumo pari a 11,4 milioni di DDD. Nel 2016 l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha autorizzato ben 14 molecole con la qualifica di farmaco orfano.
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Ufficio Stampa AIPO