- Pubblicazione il 19 Maggio 2017
Garantire prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione e un’attenta programmazione sanitaria. Verificare la qualità delle cure, dell’assistenza sanitaria e della ricerca scientifica in ambito medico, biomedico ed epidemiologico. Questi gli obiettivi dei sistemi di sorveglianza e dei registri di patologia introdotti dal Dpcm "Identificazione dei sistemi di sorveglianza e dei registri di mortalità, di tumori e di altre patologie, in attuazione del Decreto legge n. 179 del 2012".
Il suddetto Decreto Del Presidente Del Consiglio Dei Ministri (Dpcm), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 Marzo scorso, individua 31 sistemi di sorveglianza, in buona parte sotto l’egida dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) mentre alcuni fanno capo al Ministero della Salute, e 15 registri di patologia di rilevanza nazionale.
Per alcune patologie come l’endometriosi, la talassemia e le altre coagulopatie per le quali sino a oggi si avevano solo dati di prevalenza, i registri rappresenteranno validi strumenti che consentiranno di censire i pazienti.
“Finalmente con i registri sarà possibile avere una raccolta sistematica di dati anagrafici, sanitari ed epidemiologici, trattati secondo le norme che garantiscono la privacy. Il decreto stabilisce rigidamente il tipo di dati che si possono raccogliere, chi può averne accesso e le misure per garantirne la sicurezza, esigenza indispensabile come dimostrano gli allarmi per attacchi informatici di questi giorni, che non a caso hanno avuto tra i bersagli primari proprio le strutture sanitarie” commenta Walter Ricciardi, Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità.
“Questa attività di sorveglianza identifica ancora di più e ancora una volta l’Istituto con la sua missione di tutela della salute pubblica, ed è uno dei più importanti risultati ottenuti nel contesto della riorganizzazione” chiosa Walter Ricciardi.
Come riportato nel testo del Decreto “I sistemi di sorveglianza e i registri sono istituiti allo scopo di garantire un sistema attivo di raccolta sistematica di dati anagrafici, sanitari ed epidemiologici per registrare e caratterizzare tutti i casi di rischio per la salute, di una particolare malattia e dei suoi trattamenti ed esiti o di una condizione di salute rilevante in una popolazione definita”.
Nell’epoca dei big data questa iniziativa va a collocarsi nell’ambito di una più ampia progettualità volta a garantire al Paese un sistema informativo sanitario adeguato, stabile e pronto a rispondere alle esigenze di una società in continua evoluzione.
Ufficio Stampa AIPO