- Pubblicazione il 04 Maggio 2017
La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, del 18 marzo 2017, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana (DPCM) sui nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA) è stata definita una tappa storica per la sanità italiana.
La Fondazione GIMBE in una nota invita a non abbandonarsi a eccessivi entusiasmi sollevati dal clamore mediatico e richiama ad un sano realismo sottolineando come l'accessibilità alla maggior parte delle prestazioni incluse nei nuovi Lea potrebbe essere ancora un lontano miraggio per cittadini e pazienti.
Nella nota della Fondazione si evince un doveroso riconoscimento all’operato del Ministro Lorenzin che è riuscita a raggiungere un obiettivo tanto agognato e sofferto dopo un iter amministrativo e burocratico durato quasi dieci anni.
In un’analisi svolta nell’ambito delle attività dell’Osservatorio per la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale, la Fondazione ha messo a fuoco luci e ombre del decreto.
Abbiamo chiesto un commento a Fausto De Michele, Past President dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) che sta seguendo da vicino, e con grande impegno, l’evoluzione del documento al fine di dare un forte contributo, come rappresentante AIPO, ai processi di aggiornamento e rivisitazione dei LEA.
Cosa cambia per i pazienti affetti da malattie polmonari con l’introduzione dei nuovi LEA?
“Effettivamente qualche riflessione può essere fatta rispetto al riconoscimento avuto dalle malattie dell’apparato respiratorio nei nuovi LEA. In questo caso le luci sembrano essere maggiori delle ombre e questi sono i principali punti del testo in cui si fa riferimento al malato “respiratorio” :
- Alle pagine 9 e 12 (articoli 23 e 31) dove si fa riferimento a “cure palliative domiciliari” certamente vi sono spunti che riguardano nostri pazienti più gravi;
- Alla pagina 18 (articoli 44 e 45), dove si parla delle attività di riabilitazione, ci sono riferimenti alla pneumologia riabilitativa
- Alle pagine 64,67, 87,96,97,98,99,100,135,140, sono elencate le prestazioni specialistiche erogabili ai nostri pazienti; non sempre le dizioni sono precise e complete, ma vi è una complessiva discreta copertura delle effettive operatività, pur persistendo alcune evidenti discrasie nella assegnazione ad altre specialità di competenze proprie della Pneumologia;
- Pagine 221-224 – Allegato 5 “nuovi ausili respiratori” – In questo allegato, a seguito di una proficua collaborazione con gli organi ministeriali, un gruppo di lavoro dell’AIPO (costituito assieme ai colleghi Insalaco, Marchese, Scala) ha consentito non solo l’inserimento di una serie di presidi precedentemente non previsti, ma, seppur in maniera molto sintetica, l’elenco è stato integrato con alcune indicazioni di appropriatezza prescrittiva che potrebbero favorire una migliore utilizzazione delle risorse ed una maggiore garanzia di efficacia nel trattamento dei pazienti;
- Alla pagina 243, viene ribadito che la BPCO rimane DRG “a rischio inappropriatezza” e vi è quindi un richiamo a trasferire nel setting ambulatoriale molte prestazioni per questi pazienti;
- Alla Pagina 266: nell’ambito delle malattie croniche invalidanti riconosciute, si aggiunge a quelle già precedentemente previste ( Asma: codice 007 pacchetto di prestazioni pag. 283, IRC : codice 024 pacchetto di prestazioni pag. 294, TBC attiva : cod.055 pacchetto di prestazioni pag. 311), la BPCO: codice 057 pacchetto di prestazioni erogabili pag. 312, limitatamente alle forme moderate, gravi e molto gravi.
Ma come andremo a definire il livelli di gravità della malattia che determinano un riconoscimento con relativa esenzione?
“Questo ultimo punto richiama ad un impegno particolare la specialità, infatti, tenendo che nei documenti ufficiali (ad es. nel documento GOLD) non è prevista una stratificazione di gravità della BPCO corrispondente a quanto indicato nei LEA, sarebbe auspicabile che siano i PDTA regionali, opportunamente aggiornati, a dare indicazioni uniformi in tale senso per evitare che l’accesso alla esenzione sia differente in diverse aeree del paese.”
Per quanto riguarda i nomenclatori della specialistica ambulatoriale e protesica, la fondazione GIMBE segnala che mancano le tariffe.
I commi 2 e 3 dell'art. 64 precisano che l'entrata in vigore dei nomenclatori dell'assistenza specialistica e protesica è subordinata all'operatività dei provvedimenti che fisseranno le tariffe massime delle prestazioni, ovvero un «decreto del Ministro della Salute di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, sentita l'Agenzia per i servizi sanitari regionali, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome». Sulla definizione delle tariffe sta lavorando un’apposita commissione ministeriale.
Sempre la Fondazione GIMBE ricorda che, per quanto riguarda le malattie rare, il Decreto ha portato a un’estensione dell’elenco delle patologie considerate “rare”. Il comma 4 dell'art. 64, precisa che le disposizioni in merito entreranno in vigore 180 giorni dopo la data di pubblicazione del Dpcm. Gli studiosi della Fondazione Gimbe si chiedono se le tempistiche siano davvero compatibili con un reale adeguamento delle Regioni in termini di organizzazione dei registri e delle reti di assistenza e, soprattutto, cosa accadrà ai pazienti che vivono in Regioni inadempienti e che quindi non sapranno sfruttare in maniera positiva le novità introdotte dal decreto.
“A tal proposito dobbiamo comunque segnalare che nell’elenco delle malattie rare pneumologiche viene riconosciuta oltre alle “malattie polmonari interstiziali primitive”, la “sarcoidosi nelle sue forme persistenti” sottolinea De Michele.
Un problema aperto è quello della erogazione uniforme delle prestazioni dei nuovi Lea su tutto il territorio nazionale, tanto auspicata e voluta dai promotori del decreto, ma il processo di standardizzazione necessario viene rimandato ad azioni successive le cui tempistiche rimangono ad oggi sconosciute.
“E’ comunque importante che sia stata costituita una Commissione per l’aggiornamento costante di Lea” continua Fausto De Michele.
L’analisi della Fondazione Gimbe sottolinea come la suddetta Commissione avrebbe dovuto formulare una prima proposta di revisione dei Lea ma le tempistiche di consegna non sono state rispettate. Secondo gli studiosi tali ritardi e inadempienze sono da imputare all’assenza di una metodologia esplicita per l'inserimento/esclusione delle prestazioni dei Lea. Tale carenza rende estremamente complesso effettuare l'aggiornamento annuale delle prestazioni in un contesto caratterizzato da risorse limitate.
“Rimane comunque la strada aperta per possibili correzioni ed integrazioni da poter apportare in futuro” commenta De Michele.
“L’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) riconosce i molteplici aspetti positivi del complesso lavoro svolto dal Ministro e si rende disponibile a collaborare in futuro ai processi di revisione dei Lea fornendo il proprio contributo” chiosa Fausto De Michele.
Ufficio Stampa AIPO