- Pubblicazione il 03 Novembre 2016
Si è tenuto a Parma nei giorni scorsi il corso dal titolo: “Tubercolosi emergenza sanitaria globale” organizzato dalla Scuola di Formazione Permanente in Pneumologia dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO).
“La tubercolosi è la più grave e diffusa infezione a livello mondiale” spiega Bruno del Prato, Responsabile Gruppo di Studio AIPO Patologie Infettive Respiratorie e Tubercolosi e Direttore della Pneumologia Interventistica dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, nonché Responsabile Scientifico dell’evento “La tubercolosi che per anni è stata dimenticata, deve essere considerata un problema per la sanità pubblica italiana.”
Numerosi gli argomenti trattati durante la due giorni parmense, dai gruppi maggiormente a rischio di contrarre l’infezione ai test per la diagnosi per arrivare poi a discutere delle forme multiresistenti dell’infezione che rappresentano un grosso problema sia dal punto di vista terapeutico che di gestione e assistenza del malato.
“Oggi abbiamo presentato una survey promossa ed elaborata da AIPO sulla gestione delle patologie respiratorie da micobatteri non tubercolari. AIPO, tramite l’invio della survey a tutti i Centri Pneumologici italiani, intende fotografare la reale situazione epidemiologica di queste patologie” chiosa Del Prato. Guarda la video intervista
“Negli ultimi vent’anni l’incidenza della tubercolosi in Italia è stabile” commenta Giorgio Besozzi Presidente di Stop TB Italia Onlus. “Siamo attorno ai 5-6-7 casi su 100.000 abitanti. Una situazione che possiamo definire privilegiata rispetto al resto dell’Europa. Il fenomeno degli sbarchi ha aggravato la situazione. E’ importante mettere in atto dei sistemi di monitoraggio dei nuovi arrivi attraverso adeguati screening.”
“La Stop TB Italia Onlus, associazione di cui sono Presidente, lavora sulla popolazione generale attraverso l’informazione Vogliamo fare capire che la malattia esiste ancora, vogliamo sensibilizzare le persone più giovani che non ne hanno mai sentito parlare” spiega Besozzi.
“Lavoriamo inoltre attraverso la formazione della classe medica e degli operatori sanitari perché sappiano come mettere in atto tutte le procedure preventive. Supportiamo i pazienti con un’assistenza di tipo sociale ed economica. Stiamo inoltre lavorando in Africa e in Senegal con un programma che ricalca quello che si faceva in Italia negli anni ’20. L’esperienza della tisiologia italiana va valorizzata ed esportata nei paesi che ne hanno bisogno” conclude Giorgio Besozzi. Guarda la video intervista
“La tubercolosi è quasi una malattia orfana” commenta Alessandro Sanduzzi Zamparelli, Direttore della Clinica Pneumotisiologica e Scuola di Specializzazione Università Federico II di Napoli “non perché non abbia terapia ma perché orfana di attenzione da parte delle istituzioni e dei decisori politici. Anche il rapporto con i mezzi di comunicazione è scarso.
“E’ importante precisare che l’aumento dei flussi migratori non è correlato a un aumento di incidenza della malattia” spiega Sanduzzi Zamparelli. “I migranti che arrivano in condizioni disperate in Italia provengono da paesi ad alta prevalenza di tubercolosi. Possono avere un’infezione latente ma pochi di loro sono malati. Sono le scarse condizioni socio-economiche ed igieniche che trovano nel nostro paese a favorire l’insorgenza della malattia. Si ammalano qui. Non vengono con la malattia, tranne rari casi “conclude il professore. Guarda la video intervista
Ufficio Stampa AIPO