- Pubblicazione il 11 Dicembre 2015
Bocciato il Sistema Sanitario Italiano. Il 43% degli italiani si dichiara profondamente insoddisfatto della qualità dei servizi erogati dalla sanità italiana. Al Sud il malcontento sale al 64%. Inoltre, il 55,5% considera inadeguato il Servizio sanitario regionale, quota che sale all'82,8% nel Mezzogiorno.
A rivelarlo il 49 esimo Rapporto Censis sullo stato sociale del Paese che denuncia una situazione di declino del livello qualitativo delle prestazioni garantite dalla sanità italiana. Il Rapporto, presentato a Roma nelle scorse settimane dal Censis, dà voce al disagio degli italiani. Tra le criticità segnalate liste d’attesa troppo lunghe e scarsa informazione al paziente.
Secondo il Rapporto “la spesa sanitaria privata, a carico delle famiglie, dal 2007 al 2014 è passata da 29,6 a 32,7 miliardi, raggiungendo il 22,8% della spesa sanitaria totale” e “sono 7,7 milioni le persone che si sono indebitate o hanno chiesto un aiuto economico per pagare cure sanitarie”.
Per quanto riguarda le politiche sociali, secondo il Censis, l’andamento del Fondo nazionale “testimonia il progressivo ridimensionamento dell’impegno pubblico, nonostante il parziale recupero degli ultimi tre anni: 1.565 milioni di euro nel 2007, 43,7 milioni nel 2012, 400 milioni nel 2015 (-74,4% nell’intero periodo)”. Un andamento simile riguarda anche il Fondo per la non autosufficienza, che “nel 2012 non è stato neanche finanziato, per poi salire a soli 400 milioni di euro nell’ultimo anno”.
Il confronto pubblico-privato, in relazione ai tempi di attesa e ai costi, spiegherebbe il ricorso alle strutture private “va considerato il trade off tra costo e tempi di attesa che, con la capacità del privato di offrire prestazioni a prezzi sostenibili e la lunghezza delle liste di attesa nel pubblico, si risolve spesso nella scelta dei cittadini di pagare per intero di tasca propria le prestazioni”.
Per quanto riguarda le liste d’attesa, “tra le persone che hanno effettuato visite specialistiche e accertamenti diagnostici, rispettivamente il 22,6% e il 19,4% ha dovuto attendere perché privo di alternative. E quando l'attesa c'è stata, è stata consistente: in media, 55,1 giorni prima di effettuare una visita specialistica e 46,1 giorni per un accertamento” dice il rapporto.
Secondo il documento elaborato dal Censis, gli italiani “ribadiscono l'importanza del ruolo svolto dal medico di famiglia: il 57,3% afferma che dovrebbe essere sua la responsabilità di dare informazioni circostanziate ai pazienti e guidarli verso le strutture più adatte”. Il 42,6% però “ritiene che gli Uffici relazioni con il pubblico e gli sportelli delle Asl dovrebbero offrire informazioni più precise e articolate”.
Altro tema complesso rilevato nel documento riguarda il livello di informazione dei cittadini sul tema delle vaccinazioni. Il Censis mostra come il livello di informazione sulle vaccinazioni dei genitori “è solo apparentemente elevato. Si tratta di una informazione superficiale e incerta che gli stessi genitori non sempre giudicano soddisfacente: il 30,4% avrebbe voluto saperne di più e la quota sfiora il 40% al Sud”.
Per approfondimenti Leggi il Rapporto