- Pubblicazione il 14 Luglio 2015
La riabilitazione polmonare è efficace nel migliorare la qualità di vita e la resistenza all’esercizio fisico in pazienti con bronchiectasie non dovute a fibrosi cistica.
A dirlo è lo studio “Effects of Pulmonary Rehabilitation in Patients with Non-Cystic Fibrosis Bronchiectasis: A Retrospective Analysis of Clinical and Functional Predictors of Efficacy”, pubblicato sulla rivista Respiration.
Le linee guida internazionali raccomandano la riabilitazione respiratoria nei processi di gestione di pazienti che abbiano le suddette caratteristiche ma, fino alla pubblicazione di questo studio, vi erano dati contrastanti a supporto di un’evidente efficacia.
Lo studio ha coinvolto 135 pazienti che sono stati sottoposti a un programma di riabilitazione polmonare per tre settimane. Parametri quali la tolleranza allo sforzo fisico, la dispnea e la qualità di vita sono stati valutati prima e dopo l’avvio del programma.
“La riabilitazione polmonare è un’indicazione fondamentale nei processi di gestione di patologie respiratorie croniche quali la BPCO, le malattie polmonari interstiziali, l’asma grave e le bronchiectasie” commenta Andrea Zanini, Responsabile del Laboratorio di Biologia dell’Apparato Respiratorio e di Farmacologia Clinicapresso la Fondazione Maugeri di Tradate e primo autore dello studio. “Abbiamo concentrato la nostra attenzione sull’effetto della riabilitazione polmonare nella patologia bronchiectasica, non particolarmente diffusa e spesso poco studiata. Abbiamo pertanto avviato uno studio retrospettivo che ha coinvolto pazienti ricoverati presso il nostro istituto.”
“L’obiettivo del nostro lavoro” continua Andrea Zanini “è stato quello di verificare se vi fossero indicatori di efficacia della riabilitazione polmonare a partire da parametri quali il grado di compromissione della funzionalità polmonare, il livello dei sintomi e la frequenza delle riacutizzazioni.”
“Sono emersi risultati interessanti: la riabilitazione polmonare ha migliorato la qualità di vita e ha aumentato la tolleranza allo sforzo fisico soprattutto a carico dei pazienti maggiormente compromessi sia dal punto di vista clinico che della funzionalità respiratoria” commenta Andrea Zanini.
“I pazienti che infatti hanno tratto maggior beneficio dalla riabilitazione polmonare sono stati i soggetti di sesso maschile, con alta frequenza di riacutizzazioni e con una funzionalità respiratoria molto compromessa. I dati emersi dallo studio forniscono pertanto indicazioni circa l’opportunità o meno di includere un certo tipo di pazienti in programmi di riabilitazione polmonare: non dobbiamo escludere a priori i pazienti più gravi pensando che non possano ottenere i risultati sperati” conclude Andrea Zanini.
Ufficio Stampa AIPO