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Presentazioni

In questo numero...
In this issue...
Mirco Lusuardi
... di Rassegna che chiude l’estate troviamo in apertura un Editoriale di Federico Perozziello di presentazione al contributo di Corrado Viafora per la rubrica Medical Humanities e Pneumologia sul documento “Grandi insufficienze d’organo end stage: cure intensive o cure palliative?” prodotto da SIAARTI e condiviso da diverse Società Scientifiche tra cui AIPO. Nel suo contributo il Prof. Viafora analizza la proposta di cui il Documento si fa portatore, suggerendo alcune indicazioni di ordine sia culturale che etico per rinforzarne la consistenza teorica. I due Autori nei rispettivi contributi introducono elementi di discussione che pur partendo da un tema specifico come il fine vita finiscono per investire tutta la problematica della evoluzione culturale della Medicina moderna, in un rimpallo tra aspetti tecnici ed aspetti filosofici che negli ultimi anni ha visto i primi prevalere a discapito dei secondi con conseguenze molto negative sul ruolo del medico e sul reale impatto del suo agire nel percorso di cura del paziente.
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Editoriale

Scienza e coscienza
Science and consciousness
Federico E. Perozziello
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Articoli di revisione

Nuove prospettive terapeutiche nella BPCO: il ruolo della N-acetilcisteina
New therapeutic perspectives in COPD: role of N-acetylcysteine
Gennaro D'Amato, Carolina Vitale, Alessandro Sanduzzi, Gennaro Liccardi, Anna Stanziola, Antonio Molino, Maria D'Amato
Abstract. La BPCO è la più comune malattia respiratoria cronica nel mondo ed è gravata da elevati costi socio-economici destinati a crescere nei prossimi decenni. Nella patogenesi e nella progressione della BPCO gioca un ruolo chiave lo stress ossidativo che è strettamente legato all’infiammazione; l’evento infiammatorio iniziale colpisce le piccole vie aeree ed esita nella distruzione delle stesse, unitamente ad una riduzione della sezione trasversale delle restanti vie respiratorie. I dati presenti in letteratura suggeriscono che l’attenuazione dello stress ossidativo, attraverso agenti antiossidanti, sarebbe in grado di ridurre il danno polmonare. Attualmente l’unico antiossidante disponibile per il trattamento di pazienti con BPCO è l’N-acetilcisteina (NAC), un farmaco noto da tempo per avere sia effetti mucolitici che proprietà anti infiammatorie/antiossidanti. Recentemente diversi studi hanno fornito dati oggettivi sull’efficacia del trattamento a lungo termine e ad alte dosi (1200 mg/die) della NAC nei pazienti con BPCO in fase stabile; la NAC si è dimostrata in grado di ridurre significativamente la frequenza delle riacutizzazioni e di migliorare altre variabili quali, ad esempio, la funzionalità delle piccole vie respiratorie. Recenti evidenze indicano che la diagnosi precoce della BPCO potrebbe rivelarsi molto utile ai fini terapeutici. Sembra infatti che il periodo di più rapido declino della funzione polmonare si verifichi negli stadi iniziali della BPCO, ossia molto prima di quanto si pensasse in passato; ciò suggerisce che nelle fasi iniziali della BPCO, oltre alla cessazione del fumo, l’adozione di un trattamento farmacologico potrebbe rallentare la progressione della malattia, prevenendo la distruzione delle piccole vie aeree di conduzione e l’instaurarsi dell’enfisema. Ulteriori studi sono necessari per comprendere se la diagnosi e il trattamento farmacologico precoce della BPCO siano realmente in grado di modificare la storia naturale della malattia e di incidere sulle morbilità e la mortalità ad essa associate.
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La comunicazione in Pneumologia, con particolare riguardo alle cattive notizie
Communicating in Pulmonology, bad news in particular
Luigi Portalone, Cristina Cinti, Margherita Neri, Silvia Portalone
Abstract. La comunicazione è diventata fondamentale nel rapporto medico paziente. Gli AA esaminano le difficoltà nell’atto di comunicare in campo pneumologico con particolare riguardo alla comunicazione delle cattive notizie. Propongono una linea di comportamento sulla scorta dell’esperienza personale e della letteratura. Dall’analisi emerge come sia necessario preparare il medico anche a questo non facile compito, unendo alla tecnica una maggiore sensibilità umana.
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Serie - "La Medicina Interna vista dallo Pneumologo" a cura di Gian Luca Casoni

Il punto di vista del tisiologo e del filosofo sul futuro della Tisiologia
The phthysiologist and philosopher's point of view on Phthysiology perspectives
Pietro Emanuele, Salvatore Rossitto, Giorgio Besozzi
Abstract. Quale sarà il futuro della tubercolosi? In che modo la globalizzazione ne modificherà patogenesi ed espressione clinica? In che modo ricerca e prassi medica potranno interagire per mantenere la centralità del paziente e tutelare la comunità? Il nuovo pericolo della tubercolosi multi-resistente (MDR-TB) ed estremamente-resistente (XDR-TB) è in incremento, esso è sostenuto da trattamenti antitubercolari inadeguati che hanno selezionato ceppi farmaco-resistenti di Mycobacterium tuberculosis oggi difficilmente aggredibili. Nel XIX secolo le epidemie tubercolari in assenza di terapie antibiotiche hanno probabilmente consentito la sopravvivenza di soggetti geneticamente resistenti al morbo ma suscettibili ad altre malattie che si sono così diffuse. Allo stesso modo la nuova epidemia potrebbe influenzare la futura epidemiologia delle malattie internistiche. Per contrastare un tale cambiamento possiamo soltanto impegnarci per trattare adeguatamente tutte le forme tubercolari farmaco-sensibili e per fare questo abbiamo bisogno di una rete di competenze che affronti contemporaneamente gli aspetti sociali, psicologici, etici e le politiche sanitarie e sia in grado di sensibilizzare la popolazione e formare il personale. Tisiologi e filosofi hanno avviato le loro considerazioni partendo dal concetto Husserliano di “mondo della vita” cioè il mondo vivente dell’umanità effettiva, percepibile ed esperibile solo dalla nostra coscienza, in contrasto con il mondo “reale” che è una sovracostruzione teoretico-logica. Il mondo della vita del malato tubercolare è caratterizzato dallo stigma che fa del malato un soggetto indesiderabile e discriminato. Inoltre l’attuale tendenza della Medicina – guidata dalla Tecnica – a guardare il malato come un entomologo guarderebbe un insetto rende il mondo della vita del tubercolotico ancora più opprimente e frena ogni sua richiesta di aiuto al proprio medico così impedendo che una malattia contagiosa venga curata. L’umanizzazione del sistema di controllo della tubercolosi dovrebbe essere il nuovo obbiettivo dei tisiologi.
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Articoli originali

Mortalità per malattie respiratorie in Italia (1990-2010). Parte I: Metodi e tassi grezzi nazionali e per regione
Mortality rates for respiratory disorders in Italy (1990-2010). Part I: Methods and crude rates at national and regional levels
Marzia Simoni, Sandra Baldacci, Sara Maio, Sonia Cerrai, Giuseppe Sarno, Patrizia Silvi, Laura Carrozzi, Francesco Pistelli, Giovanni Viegi
Abstract. Negli anni ’70 e ’80, in Italia, si evidenziava un leggero ma costante decremento della mortalità per malattie dell’apparato respiratorio (MAR, tumori esclusi) e un incremento della mortalità per broncopneumopatia cronica ostruttiva. Scopo del presente lavoro è valutare l’andamento della mortalità per MAR, e in particolare per malattie respiratorie croniche (MRC), negli anni ’90 e nel primo decennio del nuovo millennio. I risultati sono presentati in due report distinti. Nel presente report (Parte I) si osserva che nel periodo 1990-2010, in Italia, si è avuto un progressivo aumento di decessi per MAR e MRC. I tassi grezzi di mortalità per MAR, dopo andamento altalenante fino all’inizio del nuovo millennio, tendono a lieve incremento. A livello di macro-aree geografiche, i tassi sono più elevati al Nord e meno elevati al Sud e, nel periodo in esame, tendono a calare in maniera evidente nelle Isole ed a crescere in maniera altrettanto evidente nel Centro. I tassi grezzi si sono mantenuti abbastanza stabili sia nel Nord sia nel Sud. In generale, i tassi grezzi di mortalità per MRC, in calo fino all’inizio del nuovo millennio, tendono poi a lieve incremento. Contrariamente a quanto accade per le MAR, i tassi di mortalità per MRC risultano più elevati nel Sud (specialmente) e nelle Isole che nel Centro e nel Nord. Nell’ultimo ventennio si registra un lieve decremento del tasso di mortalità per MRC in tutte le macroaree geografiche, eccetto che nel Centro. Per una corretta valutazione dell’andamento della mortalità in Italia è necessario considerare anche l’effetto confondente dell’età. Tassi standardizzati, oltre ad un confronto con l’Europa, e conclusioni sono riportati nel nostro secondo report sulla mortalità in Italia (Parte II).
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Mortalità per malattie respiratorie in Italia (1990-2010). Parte II: Tassi standardizzati, confronto con l'Europa e conclusioni
Mortality rates for respiratory disorders in Italy (1990-2010). Part II: Standardized rates, comparison to Europe and conclusions
Marzia Simoni, Sandra Baldacci, Sara Maio, Sonia Cerrai, Giuseppe Sarno, Patrizia Silvi, Laura Carrozzi, Francesco Pistelli, Giovanni Viegi
Abstract. Scopo del presente lavoro è valutare l’andamento della mortalità per MAR, e in particolare per malattie respiratorie croniche (MRC), negli anni ’90 e nel primo decennio del nuovo millennio. I risultati sono presentati in due report distinti. Nel primo report (Parte I) è stato messo in evidenza un aumento di decessi, nel periodo analizzato, con tassi grezzi in lieve incremento nel nuovo millennio. Nel presente report (Parte II), dopo standardizzazione per età, si osserva un calo di mortalità per MAR e MRC in tutte le macro-aree geografiche, in entrambi i sessi ed in tutte le classi di età. L’apparente contraddizione tra aumento di decessi e diminuzione di mortalità si spiega con l’incremento dell’indice di invecchiamento della popolazione (rapporto anziani/ giovani), che è cresciuto dal 90% nel 1990 fino al 144% nel 2010. Il calo di mortalità appare più evidente nel Sud e nelle Isole che nel Centro-Nord, nei maschi, e nei soggetti della classe d’età 65-74 anni. Riguardo alla mortalità per MAR, tra 41 paesi europei, l’Italia si trova al 31° posto per i maschi e al 33° posto per le femmine. Riguardo alla mortalità per MRC, tra 34 paesi europei, si piazza al 19° e al 21° posto (per maschi e femmine, rispettivamente). Il calo di mortalità, particolarmente elevato nei maschi, può essere dovuto in parte al decremento nell’abitudine al fumo di tabacco. Dal 1957 al 1990 la prevalenza di fumatori maschi è scesa da 65 a 38% e la differenza tra la percentuale di fumo attivo negli uomini e nelle donne è scesa da circa 60 a 13%. Tra i maschi, i residenti al Sud e nelle Isole hanno tassi standardizzati di mortalità superiori al valore medio nazionale in tutto il ventennio considerato. Tra le femmine, ciò avviene fino al 2000; successivamente, le donne residenti al Nord tendono ad avere valori più elevati.
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Caso clinico

Carcinoma sarcomatoide del polmone
Sarcomatoid carcinoma of the lung
Maria Grazia Rosa Stella, Massimiliano Spada, Francesco Caronia, Laura Basile, Rosario Squatrito
Abstract. Il carcinoma sarcomatoide del polmone è una forma neoplastica rara, appartenente alla famiglia del tumore non a piccole cellule, la cui incidenza è stimata intorno allo 0,3-1,3% di tutti i tumori maligni del polmone. Ha un decorso clinico aggressivo e la maggiore difficoltà nella diagnosi preoperatoria è dovuta alla eterogeneità morfo-biologica. Riportiamo, di seguito, il caso clinico di un paziente di 78 anni, affetto da carcinoma sarcomatoide del polmone, descrivendo le principali caratteristiche della patologia.
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Immagini in Pneumologia Interventistica

Tracheobroncopatia osteocondroplastica
Tracheobronchopatia osteochondroplastica
Massimiliano Sivori, Pier Aldo Canessa
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Medical Humanities e Pneumologia

Grandi insufficienze d'organo end stage: cure intensive o cure palliative?
End stage organ failure: intensive or palliative care?
Corrado Viafora
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Serie - "Flow-chart diagnostiche nelle pneumopatie infiltrative diffuse" a cura di Marco Dottorini, Claudio Tantucci e Venerino Poletti

Il pattern reticolare
Reticular pattern
Claudia Ravaglia, Sara Tomassetti
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Radiology: tips & tricks

Simili a "bolle"
Bubble-like lucencies
Giorgia Dalpiaz
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