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In Australia, in base a dati scientifici solidi e a un processo democratico, è recentemente stata bandita la pietra artificiale. Tutto ciò sottolinea la tossicità di questo materiale e aumenta la consapevolezza di un problema di salute globale ed europeo.
La silicosi associata a pietra artificiale (detta anche quarzo artificiale o quarzo-resina), detta anche “artificial-stone silicosis” (AS silicosis) è un problema di salute emergente da circa 20 anni. La AS silicosis è provocata dall’inalazione di polvere di cristalli di silice generati durante la produzione e il processamento (taglio, smussatura, lucidatura etc.) di questo materiale. Il quarzo artificiale è infatti un materiale composto da elevate quantità di silice (oltre l’80%), resine artificiali e altre componenti quali i pigmenti, e viene usato in particolare per la produzione di piani di cucine e bagni, e per le pavimentazioni. Una quota significativa delle particelle di silice prodotte durante la lavorazione del quarzo artificiale è ultrafine o nanometrica, e può penetrare in profondità nelle vie respiratorie. La silicosi accelerata che si sviluppa nei lavoratori esposti a questo tipo di silice, spesso giovani e sani, è caratterizzata da una interstiziopatia polmonare fibrosante rapidamente progressiva con rapido declino della funzionalità respiratoria, anche dopo interruzione dell’esposizione. Oltre alla AS silicosis, l’esposizione alle polveri di quarzo artificiale ha causato l’insorgenza di malattie autoimmuni con grave coinvolgimento polmonare, inclusa la sclerosi sistemica.
Il 13 dicembre 2023 il governo australiano è stato il primo al mondo a bandire il quarzo artificiale, con decorrenza dal 1 luglio 2024. Questa decisione, drastica quanto inusuale, è basata su dati scientifici raccolti a partire dal 2019 da esperti di patologie respiratorie e occupazionali (NDDT – National Dust Disease Taskforce) e da un’agenzia governativa indipendente dedicata (SWA - Safe Work Australia).
Il bando riguarda tutti i quarzi artificiali, indipendentemente dal contenuto in silice cristallina, dal momento che non è stata individuata una soglia di contenuto in silice che sarebbe sicura dal punto di vista tossicologico.
Il pericolo legato alla lavorazione del quarzo artificiale potrebbe essere legato, oltre che all’elevato contenuto di silice, anche a un “effetto cocktail” di resine e ossidi di metalli, utilizzati – rispettivamente - come leganti e pigmenti all’interno dei materiali; alcuni di questi, infatti sono potenzialmente carcinogeni (es. stirene e naftalene) o pro-infiammatori (es. alluminio).
La silice è classificata come carcinogeno del gruppo 1 dall’Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ormai dal 1997. Le norme europee (es. Direttiva 2022/431) prevedono, quando tecnicamente possibile, la sostituzione dei materiali nocivi con sostanze meno dannose, e sia i piani da lavoro sia i pavimenti possono essere prodotti con diversi materiali alternativi.
Il bando australiano di questo materiale dovrebbe incrementare la consapevolezza a livello mondiale sul tema del quarzo artificiale. A livello europeo, in compenso, questo materiale viene attivamente prodotto e utilizzato in diversi Paesi, tra cui anche l’Italia, e non a caso i primi casi di AS silicosis sono stati segnalati proprio in Europa, dove vengono tuttora diagnosticati casi di AS silicosis e di malattie autoimmuni legate all’esposizione al quarzo artificiale.
La direttiva EU 2017/2398, pur riconoscendo la carcinogenicità dei cristalli di silice, ha stabilito un valore soglia limite (TLV–Threshold Limit Value) di esposizione media pesata per tempo (TWA – Time Weighted Average) pari a 0,1 mg x m3 in 8 ore lavorative, che era già stata ritenuta troppo elevata da esperti della commissione scientifica europea e anche da esperti indipendenti. In Australia il livello soglia era già fissato a 0,05 mg x m3 nel 2020, e si sta ipotizzando di ridurlo ulteriormente a 0,025 mg x m3, il che comunque non proteggerebbe in senso assoluto dai rischi correlati all’esposizione alla silice: è infatti dimostrato che l’esposizione a una tale quantità di silice per un tempo di 45 anni è associato a un rischio incrementato di mortalità da cancro o di altre malattie legate all’esposizione alla silice pari ad almeno 3 per 1000 lavoratori esposti.
Inoltre, essendo stati dimostrati i rischi legati all’esposizione al quarzo artificiale, è necessaria una maggiore attenzione a tutte le lavorazioni inerenti questo tipo di materiali, a prescindere dai valori di TLV-TWA, con monitoraggio costante delle condizioni di lavoro e dei livelli di esposizione, non solo nelle lavorazioni del quarzo artificiale, ma di tutti i prodotti contenenti silice.
Gli autori ritengono che, seguendo l’esempio australiano, anche l’Europa debba urgentemente riflettere sul cosiddetto “valore statistico della vita”, inteso come il rapporto rischio/beneficio tra la salvaguardia del lavoro e la salute del lavoratore, nel contesto dei rischi da esposizione alla silice, e anche più ampiamente in tutte le problematiche di salute e sicurezza sul lavoro.

Bibliografia di riferimento

  • Cullinan P, Muñoz X, Suojalehto H, et al. Occupational lung diseases: from old and novel exposures to effective preventive strategies. Lancet Respir Med 2017;5:445-55.
  • De Matteis S, Heederik D, Burdorf A, et al. Current and new challenges in occupational lung diseases. Eur Respir Rev 2017;26:170080.
  • León-Jiménez A, Hidalgo-Molina A, Conde-Sánchez MÁ, et al. Artificial stone silicosis, rapid progression following exposure cessation. Chest 2020;158:1060-68.