- Pubblicazione il 30 Maggio 2017
In questo articolo di revisione gli Autori analizzano 5 articoli (tra i 1.500 pubblicati in un anno da settembre 2015 ad agosto 2016) nel campo delle Diffuse Parenchymal Lung Diseases (DPLDs) che ritengono essere di maggior impatto clinico e di ricerca sull’argomento.
Il primo articolo (1) riguarda l’analisi delle Interstitial Lung Anormalities (ILAs) quale aspetto pre-clinico di DPLDs, particolarmente di Idiopathic Pulmonary Fibrosis (IPF). I dati riportati sono tutti epidemiologici e ricavati da 4 grandi studi riguardanti altre patologie, BPCO, malattie cardiovascolari e screening per il tumore polmonare per un totale di 11.691 pazienti. I pazienti con ILAs muoiono più frequentemente per malattie respiratorie (13%) rispetto a coloro non ILAs (4%). Tra i 970 individui con ILAs, 95 hanno sviluppato nel corso del follow-up di sei anni una ben definita fibrosi. Il punto critico è chiarire quando ILA può trasformarsi in una DPLD, se possa essere considerata uno stadio preclinico di IPF e quali ILAs debbano essere considerate clinicamente rilevanti: età giovanile, familiarità, aspetti genetici (ad esempio il genotipo MUC5B è stato recentemente associato a progressione delle ILAs) potrebbero essere i dati su cui basare una sorveglianza dei pazienti per poter effettuare diagnosi precoci di PDLDs.
Il secondo articolo preso in esame (2) riguarda la diagnosi multidisciplinare delle DPLDs. Il Gruppo Multidisciplinare (GMD) è gold standard secondo le linee guida ATS/ERS, ma sicuramente deve essere considerato un processo “per approssimazione” alla ricerca della diagnosi più condivisa: è noto come la concordanza diagnostica tra GMD di diverse nazionalità sia buona per IPF e DPLD correlate a malattie connettivali, ma bassa per altre patologie quali Non Specific Idiopathic Pneumonia (NSIP) e polmoniti da ipersensibilità: tema molto discusso (3). Sia Walsh che Tomassetti evidenziano come sia indispensabile codificare delle linee guida sulla natura del GMD e su criteri condivisi per uniformare la costituzione e la riproducibilità.
Il terzo articolo riguarda la criobiopsia (4). La capacità diagnostica della criobiopsia è dimostrata da una letteratura ormai molto ricca ed internazionale, e considerata elemento essenziale nella diagnosi multidisciplinare. Un passo più avanti dovrebbe essere la possibilità di eseguire indagini molecolari sulle criobiopsie che consentano di stratificare i pazienti dal punto di vista prognostico. L’aspetto biologico e molecolare che si può studiare anche su una piccola biopsia può essere prevalente rispetto a differenze evidenziate radiologicamente o ad aspetti istologici poco differenziati o di patologie coesistenti.
Il quarto articolo di Oldham (5) riprende i criteri della diagnosi di Interstitial Pneumonia with Autoimmune Features (IPAF) definendo la diagnosi secondo i criteri clinici, patologici e sierologici e correlando questi dati con la diagnosi solo pneumologica, e cioè Organizing Pneumonia, IPF, Usual Interstitial Pneumonia (UIP) non classificabile o Pneumopatie Infiltrative Diffuse (PID) correlata a malattia connettivale. Il dato importante è che l’outcome di una IPAF correlata a UIP è simile a quello della IPF e che probabilmente debba essere trattata come IPF.
Il quinto ed ultimo articolo (6) riguarda new therapeutic strategies for scleroderma-related lung fibrosis. Studi precedenti hanno dimostrato l’efficacia del micofenolato (MMF) sulla capacità polmonare forzata pari a quella della ciclofosfamide (CTX) e, considerando gli effetti collaterali della CTX sulla ematopoiesi, il MMF viene considerato una terapia adeguata per la patologia polmonare nella sclerodermia. Lo studio LOTUSS ha recentemente dimostrato come il pirfenidone nella sclerodermia possa essere usato con un profilo di tollerabilità accettabile anche in concomitanza con MMF. Così come sono in corso studi per testare efficacia e profilo di tollerabilità per il nintenabid così come per il rituximab (anti-CD20). Si profila dunque la possibilità di un trattamento combinato per fibrosi polmonare nella sclerodermia (che è la prima causa di morte).
Questa selezione di articoli evidenzia i temi caldi delle DPLDs con particolare attenzione alla diagnosi precoce e alla possibilità di iniziare trattamenti adeguati anche in fase di early disease: evidentemente stimola alla lettura diretta degli articoli, ma indubbiamente gli argomenti sono trattati in maniera approfondita così da consentire una adeguata conoscenza dei temi più importanti e “work in progress”.
Bibliografia
- Putman RH, Hatabu H, Araki T, et al. Association between interstitial lung abnormalities and all-cause mortality. JAMA 2016;315:672-81.
- Walsh SL, Wells AU, Desai SR, et al Multicentre evaluation of multidisciplinary team meeting agreement on diagnosis in diffuse parenchymal lung disease: a case cohort study. Lancet Respir Med 2016;4:557-65.
- Walsh SLF. Multidisciplinary evaluation of interstitial lung diseases; current insights: Number 1 in the Series "Radiology" Edited by Nicola Sverzellati and Sujal Desai. Eur Respir Rev 2017;26(144).
- Colby TV, Tomassetti S, Cavazza A, et al. Transbronchial cryobiopsy in diffuse lung disease: update for the pathologist. Arch Path Lab Med 2016. [Epub ahead of print]
- Oldham JM, Adegunsoye A, Valenzi E, et al. Characterisation of patients with interstitial lung pneumonia with autoimmune features. Eur Respir J 2016;47:1767-75.
- Taskin DP, Roth MD, Clements PJ, et al. Mycophenolate mofetil versus oral cyclophosphamide in scleroderma-related interstitial lung disease: a randomised controlled double blind trial. Lancet Resp Med 2016;4:708-19.