- Pubblicazione il 17 Settembre 2025
I pazienti con BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva) sviluppano nel tempo una progressiva riduzione dell’attività fisica provocata principalmente dalla dispnea, ma legata anche ad alterazioni croniche extrapolmonari tra cui perdita di peso, disturbi metabolici, debolezza e atrofia muscolare. La riduzione dell’attività fisica determina peggioramento della qualità della vita e alto rischio di riacutizzazioni, ricoveri ospedalieri e riduzione della sopravvivenza (1).
Il cammino rappresenta senza dubbio la componente preponderante dell’attività fisica, e costituisce uno degli outcome principali del trattamento riabilitativo. Tuttavia, la sola valutazione dei metri percorsi può essere limitante rispetto alla valutazione del modo di camminare “Gait” che potrebbe permettere un inquadramento più completo del cammino in termini di tipo di passo, ritmo e variabilità. La valutazione del modo di camminare nella vita reale potrebbe poi superare una delle limitazioni dell’ambito riabilitativo rappresentata dal setting controllato.
Il lavoro di Laura Delgado-Ortiz et al. che vi propongo in questa rubrica prende in considerazione questi due aspetti e valuta quindi in un setting di vita reale l’andatura “Gait” di pazienti BPCO utilizzando outcome di mobilità digitale (DMOs) derivati dal metodo Mobilise-D, combinazione di un singolo dispositivo indossabile associato a un sistema di elaborazione in grado di estrarre un set completo di parametri dell'andatura (2).
Nello specifico, gli scopi del lavoro erano: 1) valutare i livelli e la distribuzione dei DMOs della modalità di cammino raccolti nel mondo reale in BPCO; 2) confronto tra gruppi in base alla gravità della malattia; e, come analisi secondaria, 3) confronto dei DMOs nelle persone con BPCO rispetto ad anziani sani.
Per lo studio sono stati utilizzati i dati basali di BPCO tratti dallo studio di validazione clinica Mobilise-D (CVS) (ISRTN 12051706) (3), uno studio di coorte multicentrico prospettico che ha reclutato i partecipanti con BPCO, morbo di Parkinson, sclerosi multipla e frattura del femore prossimale per caratterizzare la deambulazione nella vita reale raccolti da sette centri di riabilitazione e ospedali europei. In totale sono state valutate 549 persone affette da BPCO provenienti da sette siti europei, messe a confronto con un piccolo numero (n.19) di anziani sani provenienti dallo studio di validazione tecnica Mobilise-D (ISRCTN 12246987) (4). I soggetti hanno indossato dispositivi singoli (Axivity AX6 o DynaPort MoveMonitor MM+) ininterrottamente per una settimana, da cui sono stati identificati 15 outcome di mobilità digitale (DMO) aggregati in tre gruppi in termini di passo, ritmo e variabilità, utilizzando parametri come la velocità di camminata, la cadenza o la variabilità della durata del passo, rispettivamente.
Risultati: il 37% dei soggetti era di sesso femminile, l'età media era di 68±8 anni. In base ai dati spirometrici, l'11% dei partecipanti aveva una BPCO lieve, il 43% una BPCO moderata, il 32% una BPCO grave e il 14% una BPCO molto grave.
Tutti i DMOs dell'andatura erano distribuiti normalmente, e mostravano variabilità tra i partecipanti (ad esempio, velocità media ± deviazione standard di 0,83 ± 0,12 m·s−1, con un intervallo compreso tra 0,48 e 1,20 m·s−1). I DMOs di velocità e cadenza di camminata si riducevano con l'aumentare della gravità della malattia (ad esempio, velocità di camminata media ± DS di 0,88 ± 0,11, 0,85 ± 0,12, 0,80 ± 0,12 e 0,78 ± 0,14 m·s−1 nei gradi da 1 a 4 della Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD), p < 0,001; cadenza media ± DS di 93 ± 6, 91 ± 6 e 89 ± 7 passi·min−1 nei gradi GOLD A, B ed E, p = 0,013). La lunghezza e la durata del passo variavano nei diversi livelli di gravità della BPCO. La variabilità della velocità e della cadenza di camminata da un ciclo all'altro variava solo nei diversi livelli di gravità della dispnea.
Nell’analisi secondaria, venivano confrontati i dati DMOs di persone con BPCO con un campione esiguo di 19 adulti anziani sani (47% donne, età media 71±6 anni) dal quale risultava che la velocità e la cadenza della camminata erano ridotte tra i partecipanti con BPCO e gli adulti sani (ad esempio, velocità media±ds della camminata 0,83±0,12 rispetto a 0,90±0,12 m·s−1, p=0,041).
I risultati del presente lavoro forniscono evidenze sulle modalità del cammino in BPCO, e inducono alcune riflessioni e possibili suggerimenti per lavori futuri. Prima di tutto, il lavoro mostra che è possibile quantificare DMOs del paziente BPCO nella vita reale, e come questo sia applicabile anche in pazienti molto gravi. I risultati hanno una distribuzione normale e analoga ad altri studi effettuati in setting riabilitativi (5,6), rafforzando la validità dello studio.
Analogamente a quanto accade in altre condizioni - come in pazienti molto anziani o affetti da altre patologie croniche - i BPCO hanno una maggiore velocità del cammino durante lunghi tratti rispetto ai brevi, il che indica l’intervento di fattori diversi rispetto alle sole condizioni cliniche.
Tutti i DMOs dell'andatura hanno mostrato variabilità tra i soggetti, il che suggerisce la possibilità che i DMO possano fornire informazioni per caratterizzare meglio il paziente BPCO.
Il cammino peggiora con l’avanzare del grado di malattia e l’aggravamento dei sintomi, e in seconda analisi i DMOs della velocità e della cadenza del cammino sono alterati nei pazienti BPCO rispetto agli anziani sani.
Valori osservati per alcuni DMOs, come velocità di camminata, lunghezza del passo e cadenza, erano inferiori a quelli riportati in precedenti studi sulla BPCO condotti in laboratorio, in contesti controllati (7). Ciò supporta e conferma l'idea che il cammino sotto osservazione diretta in contesti di laboratorio sia diverso dal cammino nel mondo reale, e sottolinea l'importanza della valutazione dell'andatura nel mondo reale per la caratterizzazione completa della BPCO.
Per quanto il lavoro presenti limiti legati all’esiguo numero di soggetti di controllo, e non valuti i fattori ambientali che potrebbero influenzare l’andatura in cui si svolge l’attività dei soggetti, rappresenta comunque un primo passo verso la valutazione più completa del paziente BPCO nella vita reale e non solo in setting controllati. L’attenzione all’andatura e ad alcuni outcome specifici, nella vita reale, potrebbe aiutare a definire l’impatto diverso su alcune attività della vita quotidiana, e quindi sulla qualità della vita, e le possibili complicanze ad essi conseguenti. Potrebbe, inoltre, sviluppare strategie riabilitative per ridurne gli effetti.
Bibliografia
1. Gimeno-Santos E, Frei A, Steurer-Stey C, et al. Determinants and outcomes of physical activity in patients with COPD: a systematic review. Thorax 2014;69:731-9.
2. Kirk C, Küderle A, Micó-Amigo ME, et al. Mobilise-D insights to estimate real-world walking speed in multiple conditions with a wearable device. Sci Rep 2024;14:1754
3. Mikolaizak AS, Rochester L, Maetzler W, et al. Connecting real-world digital mobility assessment to clinical outcomes for regulatory and clinical endorsement – the Mobilise-D study protocol. PLoS One 2022;17:e0269615
4. Mazzà C, Alcock L, Aminian K, et al. Technical validation of real-world monitoring of gait: a multicentric observational study. BMJ Open 2021;11:50785
5. Delgado-Ortiz L, Ranciati S, Arbillaga-Etxarri A, et al. Real-world walking cadence in people with COPD. ERJ Open Res 2023;10:00673-2023.
6. Buekers J, Megaritis D, Koch S, et al. Laboratory and free-living gait performance in adults with COPD and healthy controls. ERJ Open Res 2023;9:00159-2023
7. Buekers J, Delgado-Ortiz L, Megaritis D, et al. Gait differences between COPD and healthy controls: systematic review and meta-analysis. Eur Respir Rev 2024;33:230253.