- Pubblicazione il 01 Luglio 2022
Nel Maggio 2021 su Respiratory Medicine è stato pubblicato uno studio retrospettivo nei confronti di pazienti ricoverati nella “rete” ICS Maugeri con diagnosi di malattie polmonari interstiziali (ILD) in cui sono stati analizzati i benefici della riabilitazione respiratoria.
Lo studio nasce dall’idea di valutare se le caratteristiche dei pazienti e i risultati riportati in studi randomizzati controllati e meta-analisi potrebbero anche essere osservati in contesti di vita reale. Pertanto, l'obiettivo è stato quello di valutare le caratteristiche di pazienti con ILD sottoposti a riabilitazione respiratoria in regime di ricovero e identificare i predittori di successo del percorso riabilitativo respiratorio impostato.
Sono stati valutati retrospettivamente i dati di 240 pazienti ricoverati sottoposti a riabilitazione respiratoria in un periodo di 10 anni. La diagnosi e la severità del quadro clinico sono state fatte in funzione delle linee guida più recenti. I pazienti sono stati suddivisi in 3 gruppi:
- 110 pazienti con IPF
- 106 pazienti con ILD non IPF
- 24 pazienti con ILD non definita (U-ILD)
I soggetti reclutati sono stati valutati con:
- Misure antropometriche e diagnostiche
- ILD-GAP index
- RX
- DLCO e spirometria
- ECG
Pre e post intervento riabilitativo sono state prese in considerazione le seguenti misure di outcome:
- Emogasanalisi arteriosa
- Valutazione della dispnea (mMRC)
- Exercise tolerance à 6WMT con indice di outcome la distanca (6MWD)
- SpO2 e FC
I pazienti sono stati seguiti da un team multidisciplinare e hanno affrontato un programma di riabilitazione respiratoria inclusivo di: ottimizzazione della terapia farmacologica; intervento educazionale (sebbene manchino le specifiche relative agli argomenti affrontati); programmi nutrizionali e di counselling psicologico; almeno 2 sessioni/giorno per 5 giorni su un periodo di 3-4 settimane di incremental training supervisionato secondo le indicazioni di Maltais et al. L’obiettivo era raggiungere 30’ di attività continua a 50-70% del Wmax calcolato in funzione della distanza percorsa al 6MWT e inserita nella formula di Luxton.
Lo studio prende in considerazione come outcome primario le variazioni di 6MWD (metri); come outcome secondario vengono presi in considerazione le variazioni del punteggio mMRC, BORG dispnea e BORG fatica al termine del 6MWT ed i valori di PaO2.
I risultati ottenuti dallo studio evidenziano un miglioramento statisticamente significativo della capacità all’esercizio (6MWT) con circa il 66% dei pazienti che è andato oltre l’MCID (Minimal Clinically Important Difference) per il test. Lo stesso è stato evidenziato in termini di miglioramento statisticamente significato del punteggio mMRC e BORG dispnea e BORG fatica alla fine del 6MWT. Non è stata identificata correlazione tra il numero di sessioni di allenamento e le variazioni nella distanza percorsa al test del cammino tra ammissione e dimissione.
Nonostante una tendenza verso un miglioramento maggiore della 6MWD nei pazienti in trattamento con antifibrotici rispetto a quelli senza terapia specifica (variazioni non aggiustate +88,85, SE = 12,12 vs. +34,47, SE = 9,14, p <0,001), le variazioni aggiustate secondo tale variabile non si sono dimostrate significativamente diverse (+51,87, SE = 13,26 contro 42,94, SE = 11,39, p = 0,610).
Tra i 50 soggetti che hanno aderito al follow-up di controllo, a distanza di circa 10 ± 3.5 mesi, è stata riscontrata una perdita significativa della capacità di esercizio, documentata dalla distanza percorsa al test del cammino (6MWd). Comunque il 28% dei pazienti arruolati avevano mantenuto i risultati ottenuti durante il ricovero, ben oltre l’MCID (24m) specifico per la patologia.
Lo studio dimostra che la riabilitazione respiratoria, applicata al campione rappresentativo dei soggetti affetti da ILD, è associata ad un miglioramento nella dispnea e nella capacità all’esercizio indipendentemente da diagnosi, severità clinica e funzionale (quantificata sulla base dei dati spirometrici).
I pazienti con necessità di ossigenoterapia a riposo hanno mostrato un miglioramento meno marcato se confrontati con coloro che non avevano bisogno di ossigeno.
Pazienti in terapia anti-fibrotica hanno mostrato un trend di miglioramento superiore nell’outcome inerente alla capacità all’esercizio rispetto coloro che avevano una terapia farmacologica differente.
I programmi di riabilitazione respiratoria eseguiti nello studio che abbiamo preso in esame sono sovrapponibili a quelli applicati solitamente alla popolazione di pazienti BPCO, ovviamente plasmati e adattati alla tipologia differente di soggetto, ovvero dando particolare attenzione alle desaturazioni indotte dallo sforzo e alla presenza di ipertensione polmonare.
Limiti dello studio: trattandosi di uno studio retrospettivo, come altri di uguale tipologia, mancano nell’indagine i dati relative all’aderenza e alla HRQoL.
Conclusioni: Questo ampio studio multicentrico conferma l'utilità della riabilitazione respiratoria nei pazienti con ILD indipendentemente dalla diagnosi sottostante e dallo stadio della malattia.
L’evidenza di un minor beneficio nei soggetti che hanno bisogno di ossigenoterapia a riposo suggerisce l’utilità di una prescrizione di riabilitazione respiratoria nelle prime fasi della malattia. Inoltre, i migliori risultati ottenuti nei pazienti con una capacità di esercizio peggiore, sottolineano la necessità di una valutazione sistematica di questo parametro.
È necessario individuare strategie appropriate per mantenere i benefici a lungo termine.
Sono necessari ulteriori studi che permettano di valutare come questi benefici possano migliorare le attività della vita quotidiana e per verificare gli effetti sui risultati della riabilitazione respiratoria dei nuovi farmaci proposti o di altri strumenti innovativi come l'ossigenoterapia ad alto flusso o la ventilazione non invasiva.
BIBLIOGRAFIA
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