- Pubblicazione il 03 Dicembre 2019
Le Lesioni Polmonari Periferiche (LPP) sono definite come opacità radiografiche focali e sono classificate come noduli (< 3 cm) o masse (> 3 cm) in base alle loro dimensioni. Le procedure per diagnosticare delle LPP includono la citologia dell’espettorato, i campionamenti endoscopici e quelli percutanei. L’analisi citologica dell’espettorato e la broncoscopia senza campionamenti transbronchiali hanno per queste tipologie di lesioni una sensibilità molto bassa. Da alcuni anni sono disponibili sonde ecografiche radiali (r-EBUS) in grado di identificare la sede della lesione periferica e quindi di puntare ad aumentare la sensibilità diagnostica del campionamento trasnbronchiale. Conoscere la sensibilità diagnostica che si ottiene integrando la broncoscopia con l’EBUS radiale nei vari contesti è di grande importanza per stabilire il percorso ottimale cui sottoporre il paziente dal punto di vista diagnostico.
Le meta-analisi pubblicate in letteratura fino a tempi recenti evidenziavano una sensibilità diagnostica con questo strumento pari a 0,60/0,73; tuttavia, i dati mostravano una grande eterogeneità. Inoltre, i registri e gli studi di efficacia clinica hanno riportato che nella pratica reale la sensibilità può essere inferiore a quella riportata nei trial clinici.
L’obiettivo della meta-analisi pubblicata su Chest nel novembre 2019 da Paula V. Sainz Zuñiga e collaboratori è stato quello di mettere insieme tutti i dati di letteratura, inclusi quelli pubblicati più di recente, per arrivare a una stima aggregata della sensibilità dell’EBUS radiale. In questo modo, gli Autori intendevano indagare e approfondire l’inspiegata eterogeneità riscontrata negli studi precedenti, verificare la presenza di errori di pubblicazione. Parallelamente, gli autori sono andati a valutare l’incidenza di complicanze descritte nelle pubblicazioni per questo tipo di campionamento.
Gli autori hanno preso in considerazione gli studi in cui: 1) l’EBUS radiale era stato utilizzato per la diagnosi delle LPP; 2) la diagnosi era stata confermata istologicamente o con un attento follow-up clinico; 3) erano stati arruolati almeno 30 pazienti; 4) vi era un chiaro standard di riferimento per stabilire la sensibilità diagnostica. Tra gli studi esclusi vi erano invece quelli che associavano l’EBUS radiale alla navigazione elettromagnetica.
Utilizzando l’algoritmo dichiarato, gli autori hanno preso in considerazione 1.921 pubblicazioni, includendone nella meta-analisi 55 per quanto riguarda l’obiettivo sulle complicanze e 51 per quanto attiene alla sensibilità diagnostica (4 studi infatti avevano un follow-up incompleto sui casi risultati negativi all’EBUS radiale).
In questi studi, l’EBUS radiale è stato utilizzato su 7.601 pazienti, 5.870 dei quali alla fine risulteranno avere una neoplasia polmonare (4.193 di queste diagnosi sono state poste con l’EBUS radiale, che risultano dunque essere i “veri positivi” della metodica). Nei diversi studi presi in esame cambiava lo standard di riferimento usato per definire la malignità (biopsia chirurgica, biopsia TAC guidata, follow-up clinico-radiologico) quando l’EBUS radiale risultava negativo. La durata del follow-up aveva una mediana di 12 mesi (intervallo di 3-36 mesi).
La meta-analisi ha dimostrato una sensibilità aggregata di 0,72 (IC 95%, 0,70-0,75), con un livello di eterogeneità significativa (I2 = 76%, p < 0,01).
La stratificazione e la meta-regressione per variabili continue non sono riuscite a dimostrare un’associazione della sensibilità con nessuno di questi elementi: singolo centro/multicentrico; studi randomizzati/prospettici/retrospettivi, arruolamento di casi consecutivi, prevalenza di carcinoma polmonare, percentuale di pazienti con “broncus sign”, uso della fluoroscopia, uso della “guide sheet” (catetere guida), dimensione media della lesione, uso della broncoscopia virtuale e tempo di follow-up.
Gli studi che hanno utilizzato la ROSE (Rapid On Site Evaluation) (1, 2) avevano una sensibilità aggregata più elevata rispetto agli studi che non l’hanno utilizzata (sensibilità 0,79, IC 95% 0,74-0,84 vs 0,72, IC 95% 0,69-0,74), anche se può trattarsi di un bias di selezione in quanto i pazienti in cui è stata eseguita la ROSE possono avere caratteristiche differenti rispetto agli altri. Gli studi più piccoli (fino a 50 pazienti sottoposti a EBUS radiale) avevano una sensibilità più elevata rispetto agli studi più grandi (sensibilità 0,78, IC 95% 0,75-0,82 vs 0,70, IC 95% 0,67-0,73); questo dato potrebbe risentire di un bias di pubblicazione.
Gli studi che hanno descritto l’eventuale insorgenza di complicanze hanno evidenziato 86 pneumotoraci su 7.075 procedure (incidenza 0,7% IC 95% 0,3% - 1,1%; il dato scende a 0,6% escludendo lo studio che ha mostrato un tasso di complicanze nettamente superiore alla media).
In conclusione, l’insieme degli studi attualmente disponibili dimostrano che la sensibilità dell’EBUS radiale nelle lesioni periferiche è di 0,72, con eterogeneità tra gli studi ma senza che sia possibile identificare chiari elementi che possano rendere maggiore o minore questa sensibilità.
Bibliografia
- Chen CH, Cheng WC, Wu BR, et al. Improved diagnostic yield of bronchoscopy in peripheral pulmonary lesions: combination of radial probe endobronchial ultrasound and rapid on-site evaluation. J Thorac Dis 2015;7(Suppl 4):S418-25.
- Izumo T, Matsumoto Y, Sasada S, et al. Utility of rapid on-site cytologic evaluation during endobronchial ultrasound with a guide sheath for peripheral pulmonary lesions. Jpn J Clin Oncol 2017;47:221-5.