- Pubblicazione il 26 Ottobre 2018
Respiration del Luglio 2018 dedica l’articolo della “Thematic Review Series” ad un tema di significativo interesse per la pneumologia interventistica, quale quello delle “coils”. Il titolo è infatti “Endobronchial coils for endoscopic lung volume reduction: best practice recommendations from an expert panel”.
La riduzione dei volumi polmonari è un’opzione di trattamento per pazienti con grave enfisema, che può essere effettuata con diversi approcci, di tipo chirurgico o endoscopico. Tra questi ultimi, vanno ricordate le valvole endobronchiali unidirezionali e le “coils” (molle) (1-3). Queste terapie sono anche riconosciute nelle recenti raccomandazioni GOLD sulla Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). Le “coils” non impediscono il passaggio dell’aria attraverso i bronchi in cui sono posizionate e (diversamente dalle valvole) sono efficaci anche nei pazienti con ventilazione collaterale interlobare. Le “coils” sono realizzate in filo di nitinol a memoria di forma e ne vengono posizionate 10-14 per ogni trattamento, sotto guida radioscopica: l’obiettivo è quello di trattare due lobi controlaterali in due procedure separate, a distanza di 4-8 settimane. La procedura viene eseguita preferibilmente in anestesia generale. Gli studi fino ad ora condotti hanno dimostrato un miglioramento della qualità di vita, della funzionalità ventilatoria e della distanza percorsa al Six Minute Walking Test (6MWT).
Nell’utilizzo di questa metodica, la selezione del paziente è fondamentale e deve essere effettuata da un team multidisciplinare, dopo avere ottimizzato la terapia. Dal punto di vista della funzionalità ventilatoria, i candidati devono avere una severa compromissione ostruttiva (FEV1 ≤ 45% del predetto) e la presenza di severa iperinflazione (i migliori risultati si ottengono in pazienti con volume residuo superiore al 200% del predetto). Grande attenzione va riservata ai sintomi: devono essere pazienti con dispnea (mMRC > 1) e riduzione della capacità di esercizio (distanza percorsa al 6MWT < 450 m, ma possibilmente non inferiore a 140 m); non devono essere presenti sintomi quali tosse frequente, iperreattività bronchiale, iperproduzione di muco e/o frequenti riacutizzazioni.
L’enfisema centrolobulare e il panlobulare di moderata entità sono i migliori fenotipi per il ricorso alle “coils”; i pazienti affetti da enfisema panlobulare grave, bolle giganti e enfisema parasettale non sono invece candidabili. L’analisi quantitativa computerizzata con la TC serve a valutare con maggiore precisione la quantità di distruzione parenchimale e guidare la selezione ottimale, verso i lobi con il più alto grado di compromissione. Possono essere trattati pazienti sia con enfisema omogeneo che eterogeneo; allo stesso modo, sia il lobo superiore che quello inferiore sono suscettibili di trattamento.
Il kit delle “coils” PneumRx è rappresentato da un sistema di inserimento (filo guida, catetere di rilascio, pinza e cartuccia di caricamento). Le pinze vengono utilizzate per afferrare e fissare l’estremità prossimale della “coil”, che viene quindi tirata nella cartuccia di caricamento. La cartuccia di caricamento viene fatta scivolare sopra la pinza e la “coil” viene raddrizzata quando viene tirata nella cartuccia. Le “coils” sono disponibili in tre lunghezze (100, 125 e 150 mm) per adattarsi a vie aeree di diverse dimensioni. Quando la “coil” viene inserita e rilasciata in una bronco, torna alla sua forma predeterminata. Per il posizionamento occorre un broncoscopio con un canale operativo minimo di 2,8 mm e l’utilizzo della fluoroscopia. La porzione ottimale per il posizionamento è il terzo intermedio del polmone: non troppo in periferia (ad una distanza dalla pleura di 25-40 mm) né troppo centralmente.
I pazienti vengono tenuti in osservazione dopo la procedura e trattati per almeno 5 giorni con steroidi sistemici ed antibiotici. Il radiogramma eseguito dopo la procedura serve a verificare il posizionamento delle “coils” e a ricercare eventuali pneumotoraci.
Gli effetti collaterali possono avvenire durante o dopo la procedura (4). Nei pazienti sottoposti a posizionamento di “coils” è stato evidenziato un aumento del 15% di “polmoniti” rispetto ai controlli; una quota di esse non sono di origine batterica e vengono considerate come conseguenza diretta della manovra (Coil-Associated Opacity, CAO). I pazienti che vanno incontro a CAO di norma sono quelli che hanno migliori risposte al posizionamento delle “coils”. Oltre agli pneumotoraci (1-10%), alle polmoniti e alle CAO, altri eventi avversi possono essere le riacutizzazioni di BPCO e l’emoftoe.
In sintesi, in pazienti enfisematosi accuratamente selezionati le “coils” possono essere utili nel migliorare la funzionalità ventilatoria, la capacità di esercizio e la qualità della vita, con un profilo di sicurezza accettabile.
Bibliografia
- van Geffen WH, Kerstjens HAM, Slebos DJ. Emerging bronchoscopic treatments for chronic obstructive pulmonary disease. Pharmacol Ther 2017;179:96-101.
- Shah PL, Herth FJ, van Geffen WH, et al. Lung volume reduction for emphysema. Lancet Respir Med 2017;5:147-56.
- Slebos DJ, Hartman JE, Klooster K, et al. Bronchoscopic coil treatment for patients with severe emphysema: a meta-analysis. Respiration 2015;90:136-45.
- Sciurba FC, Criner GJ, Strange C, et al. Effect of endobronchial coils vs usual care on exercise tolerance in patients with severe emphysema: the RENEW randomized clinical trial. JAMA 2016;315:2178-89.