Usando questo sito si accetta l'utilizzo dei cookie per analisi, contenuti personalizzati e annunci.

A dicembre dello scorso anno l’European Respiratory Journal ha pubblicato "AMR-Lung: a European clinical research collaboration on antimicrobial resistance in chronic lung disease", un interessante articolo sull’antibiotico-resistenza (AMR) nelle malattie polmonari croniche, problema, questo, sempre più attuale e stringente.
La pandemia da COVID-19 ha dimostrato che, pur trovandoci in piena era antibiotica, le malattie infettive potrebbero fare scacco matto, con conseguenze sociali ed economiche di vasta portata. Oggi, infatti, ci troviamo ad affrontare una pandemia silenziosa che minaccia l’efficacia dei numerosi progressi tecnico-scientifici compiuti in campo medico nel XX secolo: la resistenza antimicrobica. In assenza di un’azione One Health mirata alle persone, agli animali, ai sistemi agroalimentari e all’ambiente, i livelli di resistenza resteranno elevati almeno per i prossimi 25 anni.
In particolare, la resistenza agli antimicrobici di terza linea potrebbe essere, nei Paesi OCSE, 2,1 volte più alta nel 2035 rispetto al 2005. Ciò significa che i sistemi sanitari saranno sempre più in difficoltà nel curare i pazienti fragili con superinfezioni. In particolare, per alcune coppie di antibiotici-batteri come Acinetobacter baumannii, resistente a fluorochinoloni e carbapenemi, le proporzioni di resistenza previste possono raggiungere quasi il 90% nei Paesi con le percentuali di resistenza più elevate. La gestione degli antibiotici è la nostra arma più potente contro la resistenza antimicrobica, a causa del divario tra i tassi di AMR e lo sviluppo di nuovi antibiotici: forse possiamo dire che è iniziata l’era post-antibiotica.
Nei Paesi OCSE e UE/SEE, un’infezione batterica su cinque è resistente al trattamento antibiotico, e questo è causa di morte per circa 79.000 persone ogni anno, circa 6.500 delle quali in Italia. E se sono gli anziani a pagare il prezzo più alto, le infezioni resistenti acquisite in ospedale provocano oltre il 60% dei decessi correlati alla resistenza antimicrobica.
In ambito polmonare, le terapie antibiotiche giocano un ruolo fondamentale non solo nel trattamento delle infezioni acute, ma anche e soprattutto nelle patologie croniche come BPCO e bronchiectasie (sia FC che nonFC), dove le riacutizzazioni infettive possono essere determinanti per la progressione della malattia. In tali casi gli antibiotici sono comunemente usati per eradicare i patogeni colonizzatori, o per sopprimere i patogeni nelle infezioni croniche, o per trattare le riacutizzazioni; i risultati, tuttavia, sono alterni, in quanto la pressione continua esercitata dalle terapie antibiotiche rappresenta un fattore importante per l’insorgenza di resistenze. È inoltre necessario tener conto che queste si sviluppano in un contesto generale rappresentato dai serbatoi di resistenza legati all’uso diffuso di antimicrobici in agricoltura e in medicina veterinaria. Il problema più grave, però, è dato dall’eventualità che i pazienti con patologie polmonari croniche diventino essi stessi serbatoi di resistenze antimicrobiche con possibilità di trasmissione della resistenza da un singolo paziente alla comunità, come dimostrato per lo Pseudomonas aeruginosa nella FC. Non solo: il modello della FC ha dimostrato che all'interno di un singolo campione respiratorio si possono trovare spesso agenti patogeni con diversi modelli di resistenza, a volte della stessa specie, o addirittura dello stesso clone batterico.
Un capitolo a parte, per niente trascurabile, è rappresentato dall’effetto della terapia antibiotica non solo sul patogeno-bersaglio, ma sull’intero microbioma polmonare. Durante le riacutizzazioni della BPCO, il microbioma respiratorio cambia rispetto al suo livello di base, passando a una predominanza di Proteobatteri e generi che includono batteri potenzialmente patogeni, come Haemophilus e Moraxella. I cambiamenti del microbioma identificati nelle riacutizzazioni trattate con antibiotici sono ancora osservati tre mesi dopo l’episodio, e possono persistere anche più a lungo. I pazienti frequenti riacutizzatori, infatti, mostrano differenze significative del loro microbioma respiratorio anche durante i periodi di stabilità, con pattern disbiotici persistenti caratterizzati da una bassa diversità microbica e una predominanza di alcuni generi del phylum dei Proteobacteria, come lo Pseudomonas, che spesso diventano un pattern dominante.

Conclusioni
Questo articolo mi sembra interessante e degno di essere evidenziato perché di fronte a una problematica di così vasta portata, gli autori presentano una piattaforma (AMR-Lung https://www.ersnet.org/science-and-research/clinical-research-collaboration-application-programme/amr-lung-antimicrobial-resistance-in-lung-infections) destinata a ricercatori e medici interessati alle resistenze antimicrobiche, atta ad unire in un’unica forza i contributi di quanti sono coinvolti e interessati alla problematica della antibiotico-resistenza nelle malattie polmonari croniche (pneumologi, infettivologi, microbiologi, addetti alla Sanità pubblica, aziende farmaceutiche e rappresentanti dei pazienti), per sviluppare un comune programma di ricerca per i prossimi anni e per iniziare ad affrontare le sfide poste dalla resistenza antimicrobica nelle malattie polmonari croniche con i seguenti obiettivi:

  • analizzare l’epidemiologia delle resistenze antimicrobiche dei patogeni respiratori nelle malattie polmonari croniche;
  • valutare i test diagnostici attuali e nuovi;
  • definire i principi dell’uso prudente e mirato degli antimicrobici nelle infezioni polmonari croniche e obiettivi a più lungo termine;
  • fornire una piattaforma per unire le parti interessate del mondo accademico, industriale, della sanità pubblica e dei rappresentanti dei pazienti;
  • sviluppare un programma di ricerca per i prossimi anni.

Bibliografia di riferimento

  • Agusti A, Celli BR, Criner GJ, et al. Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease 2023 Report. GOLD Executive Summary. Eur Respir J 2023;61.
  • Antimicrobial resistance in the EU/EEA (EARS-Net) - Annual epidemiological report for 2022; 17 Nov 2023.
  • Carmody LA, Kalikin LM, VanDevanter DR, et al. Changes in airway bacterial communities occur soon after initiation of antibiotic treatment of pulmonary exacerbations in cystic fibrosis. J Cyst Fibros 2022;21:766-8.
  • Millares L, Monso E. The Microbiome in COPD: emerging potential for microbiome-targeted interventions. Int J Chron Obstruct Pulmon Dis 2022;17:1835-45.
  • OECD. Embracing a one health framework to fight antimicrobial resistance. OECD Health Policy Studies. Paris: OECD Publishing 2023.
  • Thee S, Ekkelenkamp M, Shah A. AMR-Lung: a European clinical research collaboration on antimicrobial resistance in chronic lung disease. Eur Respir J 2023;62:2301700.