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Il tumore a piccole cellule del polmone (Small Cell Lung Cancer, SCLC) rimane ancora una neoplasia impermeabile ai risultati positivi ottenuti sugli altri istotipi con farmaci biologici. Anche recenti sperimentazioni che hanno utilizzato fattori antiangiogenici non sono riuscite a migliorare la sopravvivenza (1).
La migliore e maggiore disponibilità di dati qualificati costituisce un elemento fondamentale per individuare, nell’ambito delle possibilità terapeutiche attuali, la migliore strategia di trattamento. Peter Paximadis et al. (2) all’Università di Stato di Wayne a Detroit, hanno confrontato i risultati ottenuti su pazienti affetti da SCLC nel National Cancer Database (NCDB) che hanno ricevuto una chirurgia radicale, una radioterapia stereotassica (Stereotactic Body Radiation Therapy, SBRT) o una radioterapia tradizionale (External Beam Radiation Therapy, EBRT) per la malattia in fase 1. Sono stati presi in considerazione 2.681 pazienti SCLC (su 5.944, totali) fra il 2004 ed il 2013 che soddisfacevano i criteri di studio. La chirurgia radicale è stata eseguita in 944 pazienti (35%), l’EBRT in 1.597 (60%), la SBRT in 140 (5%) con chemioterapia somministrata complessivamente a 2.067 (77%) pazienti.
La sopravvivenza globale (Overall Survival, OS) per l’intera coorte è stata del 62% a 2 anni e del 50% a 3 anni. Per i pazienti SCLC sottoposti a chirurgia, la sopravvivenza a 2 anni è stata del 72% ed a tre anni del 62%. La coorte di radioterapia era simile in OS, con i pazienti EBRT che mostravano il 56% a 2 anni e il 44% a 3 anni, mentre il gruppo SBRT era il 56% a 2 anni e il 40% a 3 anni. Gli Autori hanno osservato che l’età del paziente, il sesso femminile, un punteggio di Charlson-Deyo < 2, la dimensione del tumore ≤ 3 cm, la chirurgia e la chemioterapia sono tutti fattori associati a un miglioramento della sopravvivenza. Nel confronto di tutte le strategie di trattamento, gli Autori hanno scoperto che la resezione chirurgica ha dimostrato un miglioramento del sistema operativo rispetto all’EBRT (Hazard Ratio o HR 2,0, p < 0,001) e SBRT (HR 1,66, p < 0,001) e che l'aggiunta della chemioterapia ha determinato un miglioramento della sopravvivenza (HR 0,66, p < 0,001). La revisione di gruppo di Paximadis del NCDB ha dimostrato che la resezione chirurgica e la chemioterapia hanno fornito i risultati migliori per il sistema SCLC e che EBRT o SBRT erano terapie efficaci per i pazienti che non erano candidati alla chirurgia.
Anche Zaheer Ahmed et al. dell’Università del Missouri (3) hanno esaminato i pazienti SCLC dello stadio 1 nel NCDB (2004-2012, 4.849 pazienti) in uno studio per identificare le disparità di trattamento e le loro cause. I pazienti sono stati divisi in quattro gruppi e i tassi di sopravvivenza di 5 anni sono stati i seguenti:

  • 774 pazienti sottoposti a resezione con la chemioterapia (15,9%): il 47%
  • 423 pazienti che avevano resezione senza chemioterapia (8,7%): 36%
  • 978 pazienti che hanno ricevuto un trattamento non chirurgico (61,4%): il 22%
  • 674 pazienti che non avevano alcun trattamento (13,9%): 11%

Un’analisi multivariata ha individuato l’età ≥ 70, la razza afroamericana, i pazienti meno abbienti od assistiti dal sistema Obamacare (Medicaid) come fattori sfavorevoli a interventi chirurgici (p < 0,001). Infatti sebbene la resezione e la chemioterapia forniscano un esito di sopravvivenza migliore, solo il 25% dei pazienti SCLC del NCDB è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Inoltre hanno raggiunto la conclusione che nel corso degli anni è stato notato solo un modesto aumento della percentuale di pazienti sottoposti a resezione. Questo mostra la necessità di educare i medici sul corretto trattamento per i pazienti con SCLC di fase 1.
Un modo per assicurare che i medici possano accedere alle informazioni necessarie per fornire assistenza adeguata ai pazienti affetti da tumore ai polmoni è l’utilizzo di sistemi di supporto decisionale clinico (Clinical Decision Support System, CDSS). Queste applicazioni utilizzano linee guida basate sulle evidenze, come quelle sviluppate dal NCCN (National Comprehensive Cancer Network), per aiutare i medici con le loro decisioni terapeutiche di trattamento. Questo ha permesso di sottolineare come le informazioni provenienti da grandi set di dati e le linee guida che ne derivano possano e debbano essere utilizzati nella pratica comunitaria oncologica. Il CDSS deve essere quindi inteso come mezzo per migliorare la qualità della cura. Gli Autori hanno riconosciuto che le decisioni sulla cura dovrebbero essere prese di concerto tra il medico ed il paziente. Le applicazioni CDSS possono dare ai medici la possibilità di adottare le migliori decisioni possibili.
Un altro elemento in cui i grandi set di dati possono avere un impatto significativo è l'analisi predittiva. Potrebbe permettere di intervenire in modo diverso in questi pazienti per diminuire il ricorso al dipartimento di emergenza e le visite ospedaliere. Noi possiamo aggiungere che la valutazione multidisciplinare aggiunge un valore in più e che l’istituzione di Lung Unit a similitudine di altre patologie dovrebbe essere la nostra nuova frontiera come dimostra il successo di quelle già esistenti.

Bibliografia

  1. Tiseo M, Boni L, Ambrosio F, et al. Italian, multicenter, phase III, randomized study of cisplatin plus etoposide with or without bevacizumab as first-line treatment in extensive-stage small-cell lung cancer: The GOIRC-AIFA FARM6PMFJM trial. J Clin Oncol 2017;35(12):1281-7.
  2. Paximadis PA, Beebe-Dimmer JL, George J, et al. Comparing treatment strategies for stage I small cell lung cancer: a National Cancer Database study. J Clin Oncol 2017;35(suppl; abstr 8566).
  3. Ahmed Z, Grover P, Kujtan L, et al. Disparities in the management of stage I small cell lung carcinoma (SCLC): a National Cancer Database (NCDB) analysis. J Clin Oncol 2017;35(suppl; abstr 8563).