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La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una malattia prevenibile e trattabile, ma che costituisce un’importante causa di morbilità cronica, nonché una delle tre principali cause di morte al mondo. In caso di sospetta BPCO, la Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD) raccomanda di confermare la diagnosi quando, a una spirometria post-broncodilatatore, si osserva un rapporto tra il volume espiratorio massimo in 1 secondo (VEMS) e la capacità vitale forzata (CVF) inferiore a 0.70, e di utilizzare la percentuale del predetto del VEMS per quantificare la gravità dell’ostruzione (1). Questo parametro, infatti, ha dimostrato di correlare efficacemente con numerose variabili cliniche, compresa la mortalità (2).
Negli ultimi anni, tuttavia, sono stati proposti numerosi altri possibili criteri per la classificazione dalla gravità dell’ostruzione, come il rapporto VEMS/CVF o lo z-score del VEMS (2-4). In modo variabile, i criteri proposti hanno dimostrato elementi a favore ed elementi a sfavore rispetto alla percentuale del predetto del VEMS. Tuttavia, sono costantemente basati sulla spirometria, un esame che per essere eseguito correttamente richiede la guida di un operatore esperto e un’ottima collaborazione da parte del paziente. L’individuazione di un metodo alternativo per classificare la gravità della BPCO nei pazienti che non sono in grado di eseguire le prove spirometriche in modo ottimale appare quindi utile ed estremamente interessante. In quest’ottica, l’oscillometria potrebbe costituire una metodica promettente, in quanto per la valutazione della resistenza delle vie aeree non necessita di manovre forzate, e richiede una collaborazione minima da parte del paziente. Recentemente è stato quindi proposto un nuovo criterio di classificazione della gravità dell’ostruzione basato sullo z-score di parametri come la resistenza totale a 5 Hz (R5), la reattanza totale a 5 Hz (X5), e la differenza tra la resistenza a 5 Hz e quella a 20 Hz (R5-R20) (5). Basandosi su questo studio, il lavoro recentemente pubblicato da Lu et al. su Archivos de Bronconeumología si è proposto di valutare la correlazione tra questi criteri e i sintomi, gli aspetti radiologici e la prognosi dei pazienti con BPCO.
Si tratta di uno studio prospettico condotto in Cina su una popolazione di 833 pazienti con BPCO, che è stata monitorata per 2 anni. Di questi pazienti sono stati raccolti i dati clinici, compresi i sintomi valutati tramite le scale modified Medical Research Council (mMRC) e COPD Assessment Test (CAT), e i dati funzionali, valutati tramite oscillometria a impulsi e successivamente tramite spirometria pre- e post-broncodilatatore. Allo stesso modo, sono stati raccolti dati radiologici tramite TC torace. Nello specifico, è stata valutata la percentuale di enfisema nelle scansioni in ispirazione, e la percentuale di intrappolamento aereo nelle scansioni in espirazione. La gravità dell’ostruzione, oltre che sulla base della percentuale del predetto del VEMS, è stata classificata nel seguente modo:

  • R5 z-scores.
    • Stadio I: z-score ≤ 1,645;
    • Stadio II: 1.645 < R5 z-score ≤ 2,5;
    • Stadio III: 2.5 <R5 z-score ≤ 4;
    • Stadio IV: R5 z-score > 4.
  • R5–R20 z-scores.
    • Stadio I: z-score ≤ 1,645;
    • Stadio II: 1.645 < R5–R20 z-score ≤ 3;
    • Stadio III: 3 < R5–R20 z-score ≤ 5;
    • Stadio IV: R5–R20 z-score > 5.
  • X5 z-scores.
    • Stadio I: z-score ≥ −1,645;
    • Stadio II: −1.645 < X5 z-score ≤ −4,5;
    • Stadio III: −4.5 < X5 z-score ≤−8,5;
    • Stadio IV: X5 z-score > −8,5.

La popolazione in studio era costituita in prevalenza da uomini (91,6%), la maggior parte dei quali con una significativa storia di fumo di sigaretta (94,6%). Al contrario, la quasi totalità delle donne era non fumatrice (98,6%), ma circa la metà era stata esposta a fumi di biomasse. La concordanza (valutata tramite B di Bangdiwala) tra gli stadi GOLD e i parametri oscillometrici è risultata essere 0,68 per R5 z-score, 0,70 per R5-R20 z-score e 0,83 per X5 z-score. Dopo aver aggiustato l’analisi per numerose covariate (età, genere, storia di fumo, pack-years, indice di massa corporea, familiarità per malattie respiratorie, esposizione a fumi di biomasse o a pneumotossici sul luogo di lavoro), gli stadi oscillometrici III e IV sono apparsi, rispetto allo stadio I, associati a un maggior punteggio mMRC e CAT, così come a una maggior estensione dell’enfisema e dell’intrappolamento aereo. Non sono emerse differenze tra lo stadio I e lo stadio II. Questo ha differenziato la classificazione oscillometrica rispetto a quella GOLD, poiché quest’ultima mostrava differenze in termini di sintomatologia, presenza di enfisema e presenza di intrappolamento aereo tra lo stadio I e tutti gli altri. La stadiazione oscillometrica ha mostrato tuttavia un potere discriminativo simile a quello della GOLD nel predire le riacutizzazioni di BPCO dopo 2 anni di follow-up tra i pazienti in stadio I e quelli negli stadi II-IV.
In sintesi, questo studio mette in evidenza come, tramite l’oscillometria, sia possibile ottenere un’efficace classificazione della gravità della BPCO anche nei pazienti che non sono in grado di eseguire l’esame spirometrico. Nonostante qualche limite negli stadi più precoci, questa classificazione sembrerebbe essere altamente efficace nei pazienti con malattia più avanzata, proprio coloro che potrebbero avere maggiori difficoltà nell’eseguire la spirometria a causa dei sintomi. Un aspetto particolarmente interessante di questo studio è anche la migliore correlazione tra gli stadi GOLD e quelli oscillometrici basati sulla reattanza rispetto a quelli basati sulla resistenza. Ciò potrebbe dipendere dalle caratteristiche intrinseche di questi parametri, in quanto la R5 fornisce una stima della resistenza totale del sistema respiratorio e la R5-R20 è maggiormente informativa su quella delle piccole vie aeree, mentre il VEMS riflette soprattutto le caratteristiche delle vie aeree di maggior diametro (questo spiegherebbe anche perché molti pazienti classificati come GOLD II sono stati riclassificati nello stadio oscillometrico III-IV).
Al contrario, la reattanza potrebbe essere in grado di sintetizzare in un unico parametro la complessità delle alterazioni fisiopatologiche che si sviluppano con la BPCO, come ha già dimostrato in altri contesti (6).

Bibliografia

  1. Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease 2025 report. GOLD. Accesso il 13 Dicembre 2024. https://goldcopd.org/wp-content/uploads/2024/11/GOLD-2025-Report-v1.0-12Nov2024_WMV-Draft.pdf.
  2. Hegewald MJ, Collingridge DS, DeCato TW, et al. Airflow obstruction categorization methods and mortality. Ann Am Thorac Soc 2018;15:920-5.
  3. Stanojevic S, Kaminsky DA, Miller MR, et al. ERS/ATS technical standard on interpretive strategies for routine lung function tests. Eur Respir J 2022;60:2101499.
  4. Bhatt SP, Nakhmani A, Fortis S, et al. FEV1/FVC severity stages for chronic obstructive pulmonary disease. Am J Respir Crit Care Med 2023;208:676-84.
  5. Liang X, Zheng J, Gao Y, et al. Clinical application of oscillometry in respiratory diseases: an impulse oscillometry registry. ERJ Open Res 2022;8:00080-2022.
  6. Veneroni C, Valach C, Wouters EFM, et al. Diagnostic potential of oscillometry: a population-based approach. Am J Respir Crit Care Med 2024;209:444-53.