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Le nuove raccomandazioni spirometriche hanno confermato la presenza di alcune alterazioni che non rientrano propriamente nei disturbi tipici “ostruttivo” e “restrittivo”, ma che sono di frequente riscontro, quali ad esempio il pattern Preserved ratio impaired spirometry (PRISm), che è definito da un forced expiratory volume in one second (FEV1) < 80% del predetto, con un rapporto FEV1 su capacità vitale forzata (FVC) conservato (FEV1/FVC ratio) (1).
È un pattern di frequente riscontro alla spirometria semplice, senza volumi polmonari globali, e può sottendere tre diversi disturbi: un pattern ventilatorio restrittivo se la capacità polmonare totale (TLC) è ridotta, un pattern ostruttivo se migliora dopo test broncodilatazione (pseudorestrizione), un pattern non specifico se la TLC risulta normale e non si modifica dopo broncodilatazione (1,2). In questa research letter pubblicata sull’AJCCM, gli autori si chiedono come varia il pattern PRISm nella popolazione se considerato pre- o post-broncodilatazione (BD), detto in altro modo qual è l’importanza della broncodilatazione in un corretto inquadramento del pattern PRISm (3).
Per rispondere a questa domanda, Magner et al. hanno valutato prospetticamente 2.514 soggetti maggiorenni sintomatici, senza apparente patologia polmonare, che hanno eseguito una spirometria pre- e post-BD.
Da notare che gli autori hanno utilizzato FEV1/FVC ratio > 0,7 e FEV1 < 80% predetto per la definizione di pattern PRISm, in disaccordo con le ultime raccomandazioni, ma in accordo con la maggior parte della letteratura, mentre per la definizione di positività al test di broncodilatazione hanno rispettato i valori delle precedenti raccomandazioni e non di quelle nuove (valore del FEV1 ≥ 12% e ≥ 200 mL) (1,2).
Dei 2.514 soggetti esaminati, 225 (8,9%) presentavano un pattern PRISm pre-BD, 33 (1,4%) solo post-BD, 136 (5,4%) pre- e post-BD, 169 (6,7%) post-BD (indipendentemente dal pre-BD).
Dei 225 pattern PRISm pre-BD la maggior parte (60,4%) rimaneva PRISm anche dopo broncodilatazione, mentre rispettivamente il 12,4% e il 2,7% assumevano una spirometria compatibile con asma bronchiale o BPCO. Il 24,4% invece, dopo assunzione del broncodilatatore, normalizzava la spirometria.
In questo studio non sono stati analizzati i volumi polmonari globali quindi non è possibile sapere quanti pattern PRISm fossero effettivamente ristretti. Gli autori dimostrano che la broncodilatazione è utile nel comprendere al meglio il pattern PRISm, anche se solo per un limitato numero di casi.
Anche se questo articolo ha un valore limitato, in quanto si tratta di una lettera con dati, pone l’accento su due diversi aspetti. Da una parte, evidenzia il sempre maggior interesse per alcuni pattern spirometrici molto diffusi ma alcune volte negletti e raramente refertati. Dall’altra, evidenzia la sempre maggior tendenza a distinguere la diagnosi spirometrica da quella di patologia.
La prevalenza del pattern PRISm varia dal 4 al 40%, a seconda della popolazione studiata, le cause della riduzione della VC possono essere diverse e multifattoriali, quali il peso corporeo, il fumo, l’età, il sesso femminile, concomitanti patologie restrittive, l'air trapping, il diabete, le alterazioni nello sviluppo polmonare. È un pattern frequentemente riscontrato nella spirometria semplice, in quanto la mancanza della valutazione della TLC non permette di escludere un pattern restrittivo. Di contro per l’aumento del volume residuo (RV) può essere presente anche nelle patologie ostruttive con TLC normale o aumentata (4). Al di fuori del meccanismo sottostante, la presenza del pattern PRISm costituisce un’alterazione spirometrica che deve essere segnalata e studiata.
In conclusione, questo studio sottolinea l’importanza della broncodilatazione nello studio del pattern PRISm, il limite è che esso non è stato correlato con lo studio dei volumi polmonari statici che invece forniscono un’altra importante informazione nella miglior comprensione del pattern PRISm.

Bibliografia

  1. Stanojevic S, Kaminsky DA, Miller M, et al. ERS/ATS technical standard on interpretive strategies for routine lung function tests. Eur Respir J 2021. http://erj.ersjournals.com/lookup/doi/10.1183/13993003.01499-2021
  2. Pellegrino R, Viegi G, Brusasco V, et al. Interpretative strategies for lung function tests. Eur Respir J 2005;26:948-68.
  3. Magner KMA, Cherian M, Whitmore GA, et al. Assessment of Preserved Ratio Impaired Spirometry (PRISm) using pre and post bronchodilator spirometry in a randomly-sampled symptomatic cohort. Am J Respir Crit Care Med 2023. https://www.atsjournals.org/doi/10.1164/rccm.202305-0805LE
  4. Wan ES, Balte P, Schwartz JE, et al. Association between preserved ratio impaired spirometry and clinical outcomes in US adults. JAMA 2021;326:2287-98.