- Pubblicazione il 18 Giugno 2019
Esiste un’associazione nota e sostenuta dalla comunità scientifica tra fumo e cancro, malattie respiratorie, cardiovascolari e mortalità per tutte le cause. Ma ai danni più conosciuti provocati dal fumo di tabacco, ora se ne aggiunge un altro, l’invecchiamento precoce. Tuttavia, fino ad ora, non erano disponibili test diagnostici per valutare gli effetti del fumo sul tasso di invecchiamento biologico.
Una recente ricerca dell’Insilico Medicine, una compagnia americana che si occupa di biotecnologie e intelligenza artificiale, ha dimostrato come i fumatori sia uomini che donne dimostrino circa il doppio dell’età biologica rispetto ai non fumatori, a causa di un accelerato processo di invecchiamento dovuto al fumo di tabacco. Tutto ciò è stato possibile grazie a sofisticate tecnologie di analisi su un vasto campione di esami ematologici di routine. Lo studio, infatti, ha cercato di determinare le differenze di età biologica tra i fumatori e i non fumatori e di valutare l’impatto del fumo, utilizzando la biochimica del sangue e i recenti progressi nell’intelligenza artificiale. Utilizzando modelli di previsione dell’età sviluppati da tecniche supervisionate di apprendimento approfondito, la ricerca ha analizzato un numero di marcatori biochimici, comprese le misure basate sull’emoglobina glicata, l’urea, il glucosio a digiuno e la ferritina. Dai risultati è emerso che i fumatori hanno dimostrato un rapporto di invecchiamento più elevato rispetto a chi non aveva mai fumato tabacco, ed è stato calcolato che sia gli uomini che le donne avessero il doppio dell’età rispetto ai non fumatori. Per arrivare a questa conclusione sono stati esaminati i profili ematici di 149.000 adulti.
Come ha evidenziato e sottolineato Polina Mamoshina, ricercatrice senior di Insilico Medicine, “il fumo è un problema reale, che mina la salute delle persone, provoca morti premature ed è spesso la causa di molte gravi malattie. Nel nostro studio abbiamo applicato l’intelligenza artificiale per dimostrare, anche a partire dai normali esami ematologici di routine, che il fumo aumenta significativamente l’età biologica”.
Ma la buona notizia è che questo invecchiamento precoce è, in varia misura, reversibile a qualsiasi età: ovviamente, il margine di recupero dipende dal carico di fumo effettuato fino a quel momento e dai conseguenti danni instaurati, ma in generale la qualità di vita migliora per tutti. Già dopo un anno dall’ultima sigaretta, il rischio di patologie cardiovascolari (IMA, ictus, arteriopatie) si dimezza, a partire dal quinto anno di astensione si dimezza il rischio per alcuni tipi di tumori (cavo orale, esofago, vescica), migliora la funzionalità polmonare, la pelle ritrova luminosità ed elasticità e, in generale, l’orologio biologico sposta indietro le sue lancette.