- Pubblicazione il 02 Luglio 2018
È oggi impossibile pensare a se stessi in modo sconnesso da una relazione costante con le persone che ci circondano e con cui interagiamo con diversi strumenti digitali di connessione vivendo in una pluralità di mondi vicini e sovrapposti attraverso i social network. Il nostro senso comune del mondo della vita quotidiana si forma all'interno di un contesto che vede non solo la presenza dei mass media, ma anche il costante contatto comunicativo con gli altri attraverso i social. I social network pertanto influenzano, con la rete di connessione che creano tra contatti, le abitudini voluttuarie dei singoli individui. Ad esempio possono favorire l’iniziazione o la continuazione del tabagismo o diventare uno strumento per indurre la cessazione dal fumo. L’interazione dinamica che si può creare tra i social network e lo stato di salute degli individui ha costituito la base per molte iniziative di prevenzione sulla rete ed è oggetto di molti studi di fenomenologia e sociologia (1-3). Tuttavia la dinamica della rete è, ad oggi, ancora molto complessa in quanto coinvolge singoli individui, i loro contatti e i contatti dei loro contatti (un singolo individuo con 100 amici ha ad esempio un potenziale di 4.950 legami nei social) e quindi un elevato potenziale di persone di cui l’individuo stesso può non esserne a conoscenza né esserne consapevole.
Social network strutturati come Facebook possono fornire un database abbastanza completo di “amici e dei legami sociali tra essi”. Inoltre, tra i tanti social, sicuramente Facebook è diventato una grande palestra sociale in cui gli intrecci tra pratiche d’uso, forme di consumo e affordance della piattaforma mettono in luce le dinamiche di socializzazione della realtà attuale e la ricerca di senso nella connessione tra la gente. In Italia nel 2017 gli utenti attivi mensilmente su Facebook sono stati circa 30 milioni, in crescita di 2 milioni rispetto al 2016, ossia il 97% della totalità degli utenti mensili di Internet in Italia, stimata in circa 31 milioni, secondo dati Audiweb (1-2).
Fino ad oggi, si sa poco su come si sviluppano i contatti digitali tra fumatori e tra non fumatori e sulle potenziali implicazioni che tali collegamenti online possano avere sui programmi di intervento per la cessazione del tabagismo. Per iniziare a colmare queste lacune in letteratura, questo lavoro di Fu et al. ad esempio è riuscito ad analizzare l’enorme disponibilità di dati forniti da Facebook. In particolare è stato analizzato come sono strutturate le pagine e le reti di contatti che hanno su Facebook i soggetti fumatori e i non fumatori con l’obiettivo di valutare se esistano differenze strutturali nelle reti tra i fumatori e non fumatori che potrebbero avere implicazioni per la progettazione di campagne efficaci di salute pubblica e interventi di cessazione basati su social network. Questo studio ha sfruttato un pool di dati unico di 14.010 contatti derivati da Facebook. L’accesso concesso dal social alle reti complete degli individui randomizzati ha permesso di valutare diversi aspetti delle varie reti di contatti che ogni singolo soggetto crea su Facebook (es. rete degli amici, la rete dei contatti familiari, la rete delle immagini postate e condivise) e correlarle con l’abitudine tabagica. Ad esempio è emerso che le reti delle amicizie dei soggetti fumatori sono più dispersive, più ampie e più frammentate rispetto alle reti dei non fumatori (4, 5). Ciò suggerisce che gli interventi di cessazione del tabagismo sotto forma di informazioni o messaggi sanitari educativi potrebbero raggiungere in modo rapido un numero elevato di fumatori sfruttando le reti di contatti tra i singoli soggetti di social come Facebook; tuttavia la frammentazione delle loro reti di connessione potrebbe render meno efficaci i messaggi di rinforzo. La frammentazione rilevata anche nella rete dei contatti familiari dei fumatori rispetto ai non fumatori suggerisce che i fumatori creino reti di contatti ampie, ma con molte persone che conoscono poco e che evitino di creare connessioni online con persone che conoscono bene offline. L’analisi stessa della rete delle immagini e foto condivise su Facebook invece non mostra differenze tra i fumatori e i non fumatori. Tale rete riflette più da vicino la connessione con il mondo reale e alla realtà offline e quindi ciò sembra mostrare che i fumatori creino più reti sganciate dal mondo reale e dalla realtà offline cercando di rivelare meno informazioni personali tramite il social, come ad esempio le abitudini voluttuarie, alle persone che conoscono in modo più stretto nella realtà. I dati dello studio sollevano pertanto interessanti domande: come si potrebbero sfruttare le reti di connessioni che creano i fumatori sui social network nelle campagne di prevenzione e di cessazione del fumo? Gli interventi offline sono influenzati dai messaggi online dati dai social ai fumatori? Su questi punti sarebbe opportuno sviluppare ulteriori ricerche. Purtroppo studi di questo genere, sebbene possano offrire un enorme potenziale per creare campagne per la cessazione del fumo sfruttando la rete digitale, hanno diverse limitazioni, in primis tra tutti la non disponibilità attualmente di Facebook a dare accesso ai dati sensibili per analizzare le reti complete, come invece era stato dato a questo lavoro.
Bibliografia
- Valente TW. Network interventions. Science 2012;337:49-53.
- Berkman LF, Glass T, Brissette I, Seeman TE. From social integration to health: Durkheim in the new millennium. Soc Sci Med 2000;51:843-57.
- Latkin CA, Knowlton AR. Social network assessments and interventions for health behavior change: a critical review. Behav Med. 2015;41:90-7.
- Cobb NK, Jacobs MA, Wileyto P, et al. Diffusion of an evidence-based smoking cessation intervention through Facebook: a randomized controlled trial. Am J Public Health 2016;106:1130-5.
- Cobb NK, Jacobs MA, Saul J, et al. Diffusion of an evidence-based smoking cessation intervention through Facebook: a randomised controlled trial study protocol. BMJ open 2014;4:e004089.